Io sono contrario ai presupposti e ai valori che hanno fatto nascere e animano la Lega Nord. Ne sono lontano mille miglia. Sono anche contrario a più del 60% delle istanze di quel partito (mentre riconosco che, concretamente, alcune delle questioni poste dagli elettori della Lega hanno un senso). La Lega, tuttavia, è l’anello che tiene legato Berlusconi alla sedia, dunque è il vero responsabile politico del berlusconismo.
Quando la Lega nacque era un movimento politico di base, era “contro”, voleva spazzare via la vecchia classe politica, voleva prendere il potere in opposizione frontale alla politica dei partiti. Col tempo è diventata partito essa stessa, ha avallato leggi a difesa dei ladroni che odiava (dal Decreto Biondi a oggi), e oggi è spalla solida del potere degli affari. E’ la Realpolitik, l’esigenza di fare alleanze, di collaborare col diverso, a volte col nemico, per amministare il potere. E’ il motivo per cui non potrei mai fare politica. Ma loro sì.
Io però sono convinto che quella sia la politica del partito, e non più quella della base. Per quanto apparentemente volgari con le loro esternazioni da rudi contadini veneti (chissà perché quando intervistano i leghisti li intervistano sempre ignoranti, che parlano in dialetto, che bofonchiano vaticini tempestosi. Naturalmente ce ne sono migliaia molto diversi, visti i numeri che hanno), io non credo affatto che gli elettori della Lega siano degli scemi, e credo che si siano resi ben conto, ormai, che votano il partito che vuole il lodo Alfano, ovvero la legge che renda i potenti intoccabili. Se all’inizio dell’avventura leghista gli avessero detto una cosa del genere loro avrebbero certamente regito: “Ma ti se’ matt’?!?!”
Io credo che tutti i leghisti di buona volontà debbano prendere atto definitivamente che votano per un partito della Roma Ladrona che volevano abbattere. Il loro partito è diventato forza di governo insieme all’uomo più Bunga-Bunga del mondo, insieme a quello che la stampa di tutto il mondo racconta come il profeta dell’interesse privato (il suo, non il loro), e che dunque devono fondarne un’altra di Lega. In ogni caso smettere di votare questa. Se i loro intenti erano onesti, come credo, sono certo che sanno che il partito che votano non fa più i loro interessi, non esprime quell’intransigenza che loro hanno ancora ma i loro leader hanno perduto. Non devono farne un dramma, capita spesso così in politica. La cosa grave sarebbe non prenderne atto.
Una possibile strategia di comunicazione politica per battere Berlusconi è quella che ogni elettore dell’attuale opposizione assuma l’incarico di convincere un leghista a votare contro Lega e Berlusconi. Ognuno uno, come si faceva nel calcio quando c’era la marcatura a uomo. Se milioni di elettori di Pd, IdV, UdC, Vendola etc si assumono questo piccolo impegno, Berlusconi non governa più.