Nelle anticipazioni del libro di Vespa il premier afferma di gradire l'appoggio dell'Udc. Il ministro leghista invece rinnega l'ipotesi di governo tecnico
“Una mia defezione procurerebbe danniseri al centrodestra e a tutto il Paese”. Lo ha dichiarato Silvio Berlusconi a Bruno Vespa nel libro “Il cuore e la spada. 1861 – 2011” in uscita venerdì prossimo. “Non sono mosso da ambizioni politiche – ha detto il presidente del Consiglio – il sacrificio a cui mi sottopongo è grande, a volte gli impegni sono disumani, ancorché sia aiutato nella quotidianità dell’azione di governo da quella straordinaria persona che è Gianni Letta, ma sto qui per senso di responsabilità”. Nel libro il premier ha anche affermato al giornalista che gradirebbe l’appoggio dell’Udc al governo. ”I deputati siciliani dell’Udc, che sono persone di grande coerenza, hanno fondato una formazione politica con tanto di atto pubblico e di notaio del tutto autonomamente, per dissenso nei confronti delle posizioni politiche del loro partito”, ricorda Berlusconi nell’anticipazione diffusa oggi. “Dopo aver assunto tale decisione – prosegue il presidente del Consiglio – avevano chiesto un incontro con me suscitandomi qualche preoccupazione perchè temevo che questo passaggio avrebbe potuto compromettere i nostri rapporti con Pierferdinando Casini e con l’Udc da cui avremmo gradito e gradiremmo un appoggio alla nostra maggioranza e al governo. Mi auguro che l’Udc valuti a fondo questa possibilità nell’interesse del Paese”. “O si dà una svolta con le dimissioni e l’apertura di una fase nuova o la cosa non ci riguarda”, ha risposto Lorenzo Cesa, segretario del partito centrista, negando ogni intenzione di sostenere il governo. Sempre nelle anticipazioni dell’ultimo volume di Vespa, il premier ha spiegato che Umberto Bossi e la Lega sono degli alleati fedeli.