Giusto Occhipinti e Giambattista Cilia

Azienda Agricola COS*

Siamo nella parte sud-ovest della Sicilia, a una decina di chilometri da Vittoria, in provincia di Ragusa, cioè a una ventina di chilometri dalle coste che affacciano sull’Africa. Un territorio che, racchiuso fra i fiumi Ippari e Dirillo, fra i monti Iblei e la piana di Gela, alterna ulivi a carrube e mandorli a vigne. La produzione vinicola locale era già stimata da secoli prima di Cristo: e il vino Mesopotamium era esportato fino a Roma o a Pompei. Agli inizi del XVII secolo quel vino prese il nome d’una cittadina appena fondata dall’omonima figlia del viceré di Sicilia: Vittoria. Fu lei a concedere terra con canone ridotto ad ogni capo famiglia che coltivasse la vigna. In tale modo si favorì lo sviluppo economico dell’area, e di quelle limitrofe, che prosperò sino alla fine del XIX. Grazie alle vigne e ai vini di Vittoria.

Neanche un secolo dopo, la viticoltura non aveva nemmeno più il ricordo di quella prosperità.

Ed è allora, precisamente nel 1980, che tre compagni di università, nella pausa estiva, si mettono a fare vino. Qualche anno dopò avviano l’azienda COS, acronimo formato dalle iniziali dei loro cognomi: affittando 3,5 ettari di vigna. Trent’anni dopo, oltre ai 3,5 ettari in affitto, hanno 30 ettari di vigna in proprietà (e diversi ettari di oliveto). Oggi l’azienda COS è diretta da Giusto Occhipinti e Giambattista Cilia: due architetti, ma anche due dei tre compagni di università. COS rappresenta il vertice qualitativo della produzione vinicola di Vittoria e dell’intera Sicilia. Vini quale il Cerasuolo di Vittoria o il Frappato sono rinati grazie a COS. Da tre decenni l’azienda non ha dogmi, se non quello del rispetto della vigna e dei terreni sabbioso-calcarei, che ha indotto all’agricoltura biodinamica: si sono piantati vitigni internazionali (quale Merlot o Cabernet) quando erano ancora vietati dal disciplinare di produzione, e spiantati in parte quando erano ormai diventati di moda. In cantina si sono sperimentati diversi contenitori di fermentazione e di maturazione, quale acciaio, cemento e legno: sia barricche (fino al 2007) sia botti grandi (tutt’ora in uso). Finché si è arrivati a un contenitore unico: l’anfora. Ossia la terracotta,“dove il vino traspira per mesi come nel legno” spiega Giusto Occhipinti “senza dare il contributo aromatico del legno al vino”.

La nuova cantina ha permesso una cosiddetta “anforaia”, una delle più grandi al mondo: 140 anfore di circa 400 litri ciascuna sono poste nel terreno che mantiene l’umidità. La vecchia cantina ha invece permesso di trovare una bottiglia con una forma particolare, di vino siciliano del XIX secolo, che l’azienda ha adottato per i suoi vini.

Un lungo assaggio, fin dalla prima bottiglia di Cerasuolo 1980, ha confermato la qualità dei vini COS: che sono caratterizzati da una freschezza alquanto insolita per molti altri vini siciliani.

Ramì 2009 (10,50 euro), è un assemblaggio di Inzolia e Grecanico, varietà siciliane, macerato e fermentato in vetro cemento: è un gustoso vino “bianco”, per quanto abbia un colore che tende all’ambrato. È maturo e ricco senza riuscire pesante.

Pythos bianco 2009 (13 euro) è vinificato in anfora, macerando per mesi sulle bucce: ha intensità e personalità, e non meno sapidità, pur essendo ancora giovane ed asciutto.

Cerasuolo di Vittoria 2008 (13 euro) è un assemblaggio di Nero d’Avola e Frappato, fermentati in cemento vetrificato, e maturati l’uno in legno grande e l’altro nello stesso cemento. È un vino molto fresco e profumato, gradevolissimo a bersi. Può invecchiare anche bene. 

Frappato 2009 (10,50 euro), vinificato sia in anfora sia in cemento, è un bel vino dal naso floreale, molto caratteristico, non tanto complesso ma tanto piacevole.

Phytos Rosso 2008 (13 euro) è praticamente un Cerasuolo fatto in anfora: vino complesso e fascinoso, freschissimo, alquanto inconfondibile: senza quei difetti che spesso si incontrano nei vini a lunghe macerazioni in anfora.

Nero di Lupo 2008 (11 euro), è Nero d’Avola per metà maturato in legno e per metà in anfora, un vino speziato e ampio, che riempie ma non stanca il palato.

Syre 2001 (24 euro), allora chiamato Scyri dal nome della località di produzione, è un Nero d’Avola da vigne coltivate ad alberello. Complesso e possente, ha arricchito il suo profilo aromatico con gli anni di affinamento in bottiglia.

Contrada Labirinto 2004 (33 euro): è assemblaggio di Nero d’Avola e Cabernet Sauvignon, vinificato in cemento vetrificato e maturato in botti grandi. È un vino espressivo e rotondo, ancora giovane ma ben riuscito.

Maldrafrica 2007 (14 euro): assemblaggio di Cabernet Sauvignon, Merlot e Nero d’Avola. Cupo al colore, di dolcezza eccessiva al naso e alla bocca: con sentori di dattero che richiamano più un vino dolce che un rosso. Il vino meno interessante, che però sembra compiacere il mercato estero.

Azienda Agricola COS – S.P. 3 Acate-Chiaramonte, Km. 14,500 – 97011 ACATE (RG)
tel. +39 (0) 932 876145

*Contro la confusione di un paese che conta una decina di diverse guide vinicole, vi proporremo le aziende e i vini più rappresentativi di ogni regione. Vini d’ogni prezzo che preservano l’unicità del patrimonio vitivinicolo, gustativo e culturale italiano. Ogni volta sarà riportato il prezzo di cantina

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