Mai come ora siamo a una scuola fuori dalla Costituzione. Basta ricordare una delle norme cardine: l’obbligatorietà e gratuità dell’istruzione dell’obbligo (art. 34, comma 2). Scuola dell’obbligo gratuita, dunque. Ma gratuita non è forse mai stata. Se poi, come si deduce dalla manovra che ci sta preparando Tremonti dal prossimo anno scolastico non c’è nemmeno un euro per i libri di testo, vuol dire che le famiglie saranno costrette a mettere in bilancio alcune centinaia di euro per ogni figlio. Come sa chiunque abbia un figlio alle elementari da anni ormai i costi sono in aumento: nelle cartelle, sempre più pesanti, ci sono anche i materiali didattici. Dai diari ai quaderni. Materiali che comportano spese necessarie per seguire l’attività didattica.
Per non parlare dei contributi richiesti per attività complementari, come gite di istruzione e in genere attività esterne per cui quanto meno si paga il mezzo di trasporto. Per non parlare dei costi là dove certi servizi sono ancora garantiti come le settimane di “scuola natura” e, per il tempo pieno, la mensa. Un bilancio pesante che il consiglio di istituto è sempre meno in grado di lenire, perché dal ministero i fondi sono sempre più scarsi. Da anni là dove si può, i genitori fanno fronte alla situazione organizzando feste per raccogliere fondi. Per dotare la scuola di strumenti didattici, se non per garantire l’acquisto del materiale di pulizia, per non lasciare i bambini nella sporcizia. Ci sono scuole elementari che di fatto chiedono anche una tassa di iscrizione. Volontaria, si dice, ma chi non paga che figura ci fa? E allora di volontario c’è ben poco.
Ora si vorrebbe anche far pesare sui bilanci familiari le spese per i libri di testo. Il ministro Maria Stella Gelmini ha subito smentito questa evenienza, ma come spiega su www.scuolaoggi.org la parlamentare pd Ghizzoni, i testi della manovra sono inequivocabili: per i libri di testo non è previsto un euro. E poi si dice che questo governo non mette le mani nelle tasche degli italiani.