Politica

L’irrilevanza politica del bunga bunga

Ed eccoci, a distanza di qualche tempo dal caso D’Addario, a riparlare degli usi e costumi sessuali del presidente del Consiglio dei Ministri italiano, Cavalier Silvio Berlusconi. Dopo aver saputo in quale letto preferiva dilettarsi il premier, dopo aver ascoltato dalla sua viva voce i consigli alla escort barese su come “soddisfarsi” autonomamente, ora tutta Italia si stupisce dell’ennesima bravata sessuale dell’anziano Silvio, ovvero il gioco erotico del dopo cena, il “bunga bunga”, con Ruby, 17enne ai tempi delle presunte imprese ad alto tasso erotico. Come se il caso Noemi Letizia non avesse già portato a galla le passioni del premier per le ragazzine.

Con tutto il rispetto per le abitudini sessuali del premier, mi permetto di dire che a me non interessa per niente sia il fatto che il dibattito.
Mi interessa, al contrario, l’indebita pressione, l’abuso di potere perpetrato ai danni della Questura di Milano dopo che gli agenti avevano fermato la giovane marocchina. Dopo le insistenze del Presidente del Consiglio, che paventava ai dirigenti di polizia devastanti incidenti diplomatici e che mentiva sulle parentele “reali” della ragazzina, Ruby veniva rilasciata.

Sembrano passati anni luce da quella fiducia parlamentare, da quei cinque punti, dai discorsi sulle riforme e dal sostegno di Futuro e Libertà al Governo. E sembrava che io parlassi aramaico quando mi dicevo certa che era tutta una manovra per prendere tempo, da parte di Fli, Pdl e Lega, per prepararsi alle elezioni di marzo. Ovviamente a scapito del paese.

Ora Fini storce il naso di fronte all’ennesimo scandalo sessuale del premier e ad atteggiamenti che calpestano il senso delle istituzioni ed il concetto di legalità. Ma il presidente della Camera lo ha scoperto solo adesso? E perchè le storie di mafia e corruzione che hanno coinvolto e continuano a coinvolgere Berlusconi non trovano la stessa indignazione presso la terza carica dello Stato? Ma soprattutto cosa dice Fini di fronte all’ennesima frase razzista e omofobica del premier: “”Quello che ho fatto è stato per bontà, poi se a volte mi capita di guardare in faccia una bella ragazza meglio essere appassionato di belle ragazze che essere gay”. Stando ai fatti proprio Fini è l’unico che in questo momento ha i numeri per staccare la spina a questo governo e non lo fa. Nulla è dunque cambiato: Fini da ormai quindici anni fa politica di palazzo, difende il suo orticello di potere, disinteressandosi del bene del paese.

Nel frattempo, mentre Ruby si appresta a diventare un nuovo personaggio del trash, mentre si chiarisce quello che ormai ha tutte le caratteristiche di un abuso di potere, e mentre per il 78% dei votanti di un sondaggio di SkyTG24, Berlusconi dovrebbe dimettersi se le pressioni fossero verificate, il paese si è ormai definitivamente sgretolato. La Camera dei deputati è rimasta ferma per tutto il mese di ottobre e con molta probabilità così sarà anche a novembre. In Sardegna i pastori sono costretti a bloccare aeroporti e strade per attirare l’attenzione sulla loro situazione devastante. A Terzigno i cittadini che legittimamente non vogliono diventare la pattumiera della Campania vengono manganellati e lasciati facile preda della camorra. La scuola pubblica e l’università vengono prese a calci in faccia per mancanza di fondi e nel frattempo si lavora per ulteriori risorse destinate alle scuole cattoliche (sarà per questo che alla bestemmia di B. mons. Fisichella ha detto che bisogna “contestualizzare”?). Bene, a fronte di tutto ciò l’unica preoccupazione del governo in questo momento è salvare il premier sia dai suoi problemi giudiziari (e tutto lascia intendere che presto potrebbe partire un altro processo per questa vicenda) che dai suoi comportamenti, assolutamente incompatibili con il decoro della carica pubblica che ricopre. In ultimo il leader della Lega, partito inflessibile, custode dei costumi italici, per bocca di Bossi bacchetta il premier: “bastava che parlasse con me o con Maroni, non doveva chiamare lui”. Come dire, la pressioni le potevamo fare noi.

Nel centrodestra intanto continuano a rimbalzarsi le responsabilità, non accettando che sono stati al governo per quasi otto anni nell’ultimo decennio e che se l’Italia è un paese distrutto è, secondo le regole democratiche, per la maggior parte colpa loro. Fini e Berlusconi continuano a portare avanti la loro tattica per non rimanere con in mano il cerino che attribuirà la colpa della caduta del governo. Qualcuno spieghi loro che l’Italia è al buio già da un bel po’. Altro che Ruby Rubacuori