“Il caso di Sakineh è usato dai paesi dell’Occidente come strumento per fare pressioni sulle politiche sull’Iran”, è quanto ha dichiarato il portavoce ministero degli Esteri iraniano, Ramin Mehman-Parast all’agenzia di stampa Isna. “Il caso è stato trasformato con insolenza in un simbolo della libertà delle donne nei Paesi occidentali e – aggiunge il portavoce – ne chiedono la liberazione cercando di utilizzare un semplice caso come leva di pressione contro la nostra nazione”. Intanto il Comitato internzionale contro le esecuzioni capitali, attraverso Mina Ahadi, attivista per i diritti umani in esilio in Germania, fa sapere che la donna iraniana non sarà giustiziata oggi. La Ahadi ha aggiunto però che “l’esecuzione potrebbe ancora essere portata a termine in qualsiasi giorno”. Sakineh è stata condannata a morte per adulterio e concorso nell’omicidio del marito. La lapidazione è stata convertita nell’impiccagione.