Metafore ardite, immagini inconsuete, giochi di parole raffinati. Ecco come il leader pugliese vede Milano, i milanesi e il leader politico più quotato in città
Ecco alcuni brani dell’intervento di Nichi Vendola al Teatro Dal Verme di Milano del 6 novembre 2010
Gli immobiliaristi hanno portato alla mostruosizzazione delle periferie
Letizia Moratti era un santino circondato d’incenso, ora l’ho vista a Very Victoria molto secolarizzata. Mi ha ricordato il percorso di Irene Pivetti
Il centrosinistra è come Zelig. Incerto della propria sostanza, per paura di perdere si è mimetizzato con la destra.
Noi dobbiamo recuperare l’onore perduto del riformismo.
La destra parla un linguaggio semplificato, impoverito, regredito. La contesa politica sembra una lotta tra pitbull con l’odore del sangue nelle narici.
Questo plebeismo piccolo-borghese è il cuore dell’egemonia culturale della destra.
In un’ipotetica cerimonia patriottica i miei soldati sono i maestri e le maestre delle scuole elementari.
C’è la crisi della famiglia come microcosmo intergenerazionale, dovuta alla delocalizzazione degli anziani.
Berlusconi parla di amore, odio, invidia, tradimento. E’ Beautiful portato sulla scena politica.
A sinistra ciascuno di noi è bravo a fare l’autocritica dell’altro.
Con la disoccupazione a due cifre, la flessibilità si chiama precarietà.
Il giovanilismo è fascismo estetico, è l’esatto contrario dell’ascolto dei giovani.
Gli adulti come Berlusconi devono smetterla di adulterare il mondo dei minori.