A Milano l’emergenza nomadi si è trasformata in una serie infinita di sgomberi: più di 360 dal 2007. Nonostante le promesse del piano comunale, agli allontanamenti non seguono congrui interventi sociali. Il lavoro dei numerosi volontari viene azzerato, e i percorsi scolastici si interrompono. Ma un gruppo di cittadini ha deciso di passare al contrattacco. Il sindaco Letizia Moratti e il suo vice Riccardo De Corato sono stati denunciati per abuso d’ufficio, interruzione di servizio pubblico e danneggiamento, con l’aggravante discriminazione e di odio etnico e razziale.
“Sono sereno”, dice Riccardo De Corato, che a Milano è anche assessore alla sicurezza. “È la terza denuncia che ricevo per discriminazione razziale – continua – ma le precedenti sono state archiviate. Confido che andrà così anche questa volta”. A metà ottobre il vice sindaco De Corato ha annunciato il trecentosessantesimo sgombero. Ogni volta viene allontanata una media di trenta persone. Più di diecimila Rom sgomberati in circa tre anni. Peccato che i dati della prefettura parlino di novecento abusivi in tutta l’area di Milano.
“Sono sempre le stesse persone ad essere sgomberate”, dice l’avvocato Paolo Agnoletto, coordinatore del Gruppo di Sostegno Forlanini che ha denunciato i vertici del Comune. “Nel solo campo di via Cavriana, alla periferia est di Milano – continua Agnoletto – ci sono stati quattordici sgomberi”. L’ultimo risale allo scorso 20 ottobre, quando alle sette del mattino è arrivata la Polizia locale e le ruspe del Comune hanno divelto tende, baracche e tutto ciò che agli abitanti non è riuscito di portare con loro.
“Il Gruppo di Sostegno Forlanini – dichiarano i cittadini che ne fanno parte – è un insieme di residenti che ha scelto di ripensare il rapporto con i Rom della zona”. E dopo ogni sgombero sono loro a fornire coperte, medicine e addirittura tende alle vittime dell’esodo. Ma non tutto si sistema.
“Nonostante gli ingenti finanziamenti – precisa Agnoletto riferendosi ai tredici milioni di euro stanziati dal governo per l’emergenza milanese – il Comune non è intervenuto in alcun modo sotto il profilo sociale”. La maggior parte dei soldi destinati al capoluogo lombardo è infatti riservata a interventi per la sicurezza, ma De Corato spiega che nel corso degli sgomberi la presenza della Protezione civile e della Croce rossa assicurano la dovuta assistenza, soprattutto a donne a bambini.
Non sono d’accordo i denuncianti. Sarebbero proprio i minori i più colpiti dalla politica della giunta Moratti. “I percorsi scolastici avviati con la collaborazione di insegnanti e genitori”, racconta Agnoletto, “hanno costituito un canale essenziale per l’attuazione di molti altri progetti di accompagnamento sociale”. La conferma arriva dalla Comunità di Sant’Egidio di Milano, che ha più volte denunciato le conseguenze degli sgomberi sulla scolarizzazione dei bambini Rom. Molti di loro perdono l’intero anno, altri, testimoniano le maestre di alcune scuole elementari, rinunciano all’istruzione senza farvi più ritorno.
“La politica degli sgomberi persegue volutamente la discriminazione dei Rom”. Sono parole di Gilberto Pagani, uno dei legali che ha presentato la rinuncia. “Privarli di un tetto senza dar loro alternative, dell’istruzione scolastica, e denunciarli tutti per abusivismo”, spiega, “significa emarginare ulteriormente persone già ai margini”.
Tra i 39 sottoscrittori della denuncia presentata oggi con una conferenza stampa presso il Tribunale di Milano, anche alcuni esponenti della comunità ebraica milanese. Bruno Segre, classe 1930, ricorda quando a otto anni è stato espulso da tutte le scuole del Regno perché ebreo: “Ero in quarta elementare. So bene cosa vuol dire far parte di una razza emarginata. Quella squalifica è una ferita che porterò con me per sempre”. Segre non ha dubbi: “La giunta Moratti si preoccupa solo di affari. Ma l’emarginazione cresce, a tutti i livelli. Sono indignato”.