Come sarebbe bello se i nostri Ministri, che hanno giurato nelle mani del Presidente della Repubblica secondo la formula rituale: “Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della nazionela leggessero la Costituzione prima di assumere l’incarico.

8 novembre 2010. Apertura dei lavori della seconda Conferenza nazionale sulla famiglia.  Non c’ero. Mi affido ai media. Dichiarazioni del sottosegretario Giovanardi: “Scienza e biotecnologie possono togliere ai figli il diritto di nascere all’interno di una comunità d’amore, con un’identità certa paterna e materna“. Da cui si evince che le Biotecnologie non sono Scienza. Interessante affermazione. Eppure l’articolo 33 della Costituzione legge: “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”.

Sottosegretario? Arte in greco si dice Techné… Tecnologia: studio del Technè… L’articolo trentatrè  sancisce la libertà del Technè e della Scienza. Veda un po’ lei…

Continua Giovanardi: “La rottura della diga costituita dalla legge 40 aprirebbe la porta a inquietanti scenari, tornando a un vero e proprio Far West della provetta dove, fin dal primo momento, il concetto costituzionale di famiglia andrebbe irrimediabilmente perduto“.  Sempre più interessante. La legge 40  del 2004 è una diga? Per trattenere cosa? Il legittimo desiderio di chi desidera avere figli di superare ostacoli squisitamente “tecnici”?  Più che una diga è un efficace strumento per alimentare il turismo riproduttivo di chi se lo può permettere e anche di chi non può permetterselo ma non rinuncia. In Italia i problemi bioetici, non importa se legati alla nascita o alla morte, non vengono affrontati e discussi. Evaporano grazie al pronto intervento del legislatore di turno. Cos’è il Far West della provetta? Medici di diverso ordine e grado che si affrontano per la sfida all’ultimo gamete?

D’altronde l’onorevole Giovanardi non è nuovo ad affermazioni pesanti basate sul nulla. Vedi dichiarazione del 20 settembre 2010: … nei paesi in cui sono state legalizzate le adozioni di bambini da parte delle coppie gay è “esplosa la compravendita di bambini e bambine“.  Non esistono dati, riscontri. Niente. Questa volta si è superato: “La legge 40 viene contestata da chi in nome del desiderio di genitorialità ritiene lecito e possibile ricorrere all’acquisto dei fattori della riproduzione procurandosi sul mercato materiale genetico in vendita e trovando terze persone che si prestano o a dare l’utero in affitto o donatori che possano dar vita all’embrione“. Dice che “il concetto costituzionale della famiglia andrebbe irrimediabilmente perduto”. Quale concetto? Dall’art. 30 della Costituzione della Repubblica italiana: “È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire e educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio… …La legge assicura ai figli nati fuori del matrimonio ogni tutela giuridica e sociale, compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima…   detta le norme e i limiti per la ricerca della paternità.

Dichiarazioni del ministro del Welfare, onorevole Sacconi: “…le politiche pubbliche che si realizzano con benefici fiscali sono tarate sulla famiglia naturale“. Dunque, se non è “naturale” non è famiglia.

…ci saranno sostegni economici solo per la famiglia fondata sul matrimonio e orientata alla procreazione“. Dunque se vi sposate e non volete avere figli non siete una famiglia. Se avete rispetto reciproco, fiducia, complicità, un progetto, una relazione, non siete una coppia. Di amore parlano altri.

Nulla da eccepire sulle dichiarazioni del Cardinale Tettamanzi. Fa il suo lavoro. Magari in modo alquanto criptico: “non basta una semplice proclamazione di valori, impegni e mete, è necessario il lavoro quotidiano sulle condizioni concrete perché i valori che tutti proclamano siano resi concreti sulla rete della famiglia.” Criptico ma… concreto.

Nulla da dire sul significato, sull’etica e sui valori da lui presentati. Si può non essere d’accordo ma ognuno è libero di credere nella propria religione e merita comunque rispetto. Di certo, Sua Eminenza la Costituzione della Repubblica italiana, in particolare gli articoli dal 29 al 33 –del 34 parleremo prossimamente- del titolo II dei Diritti e Doveri dei Cittadini, l’ha letta e studiata con grande attenzione:

Art. 29

La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare.

Art. 30

È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire e educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio.
Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti.
La legge assicura ai figli nati fuori del matrimonio ogni tutela giuridica e sociale, compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima.
La legge detta le norme e i limiti per la ricerca della paternità.

Art. 31

La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose.
Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo.

Art. 32

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Art. 33

L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione e istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole e istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare a esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.
È prescritto un esame di Stato per l’ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l’abilitazione all’esercizio professionale.
Le istituzioni di alta cultura, università e accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.

Così recita.

Onorevoli, la prossima volta, quando intervenite a una conferenza nazionale voluta e organizzata dal Dipartimento per le politiche della famiglia presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica, preparatevi. Che è meglio.

Cittadine e cittadini, italiani e non, la Costituzione leggiamola prima di andare a dormire. Ogni sera un articolo. Per capire quando ciurlano nel manico, per fare valere diritti e assolvere doveri.

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