Talvolta una piccola verità dei fatti appare più chiara grazie a certe coincidenze. L’altra mattina Gianfranco Fini è entrato in scena accolto dal sipario musicale di Ennio Morricone, note struggenti di ‘C’era una volta in America’, che è la storia di un esodo e di un ritorno. Protagonista Noodle, gangster dell’era proibizionista, che rientra in scena, a New York vent’anni dopo, a fare i conti con il suo passato, un amore (con Carol) mai finito, un’amicizia (con Max) che si è voltata in tradimento.

Noodle, cioè Robert De Niro, entra nel bar della sua giovinezza, si toglie il cappello, si guarda intorno. Chiede al suo vecchio amico Fat Moe se su al primo piano ha ancora una camera per ospitarlo. Nessun problema, dice l’amico, e gli chiede: “Che cosa hai fatto in questi ultimi vent’anni?”. Noodle, che ha il tempo sulle spalle, non guarda in macchina, ma nel cuore delle cose, e come se niente fosse risponde con la più bella battuta del film: “Sono andato a letto presto”. La musica cresce e sui violini di quella penombra qualcuno, l’altra mattina, avrebbe dovuto fare la stessa domanda al nostro Gianfranco Fini redivivo: che cosa diavolo ha fatto in questi ultimi vent’anni?

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