LA CAMPAGNA “DISPOSTI A TUTTO”. Dopo il totoautore, il sito ninja marketing aveva svelato chi si nascondesse dietro la social guerrilla; ma oggi è ufficiale: la Cgil in una conferenza stampa a Roma, alla presenza della neo-segretaria Susanna Camusso ha presentato la campagna (art director Fabio Ferri) e spiegato l’iniziativa. “ E’ una campagna virale – racconta Ilaria Lani, responsabile giovani Cgil – per aprire un grande dibattito nel paese sul tema delle condizioni del lavoro. La nostra provocazione è servita, abbiamo raccolte storie di ordinaria precarietà e coinvolto molti ragazzi”. I numeri danno ragione all’iniziativa che è nata in assoluto anonimato per coinvolgere il maggior numero di ragazze e ragazzi: settanta mila contatti sui due siti collegati (nonpiu), oltre seicento commenti, sei mila fan sulla pagina Facebook, ventimila visitatori. Una comunicazione innovativa che punta a svecchiare l’immagine del sindacato – metà degli iscritti Cgil sono pensionati – e a dare spazio alle iniziative dei più giovani.
Sulla campagna “ora nascono i comitati regionali – conclude Ilaria – raccoglieremo le storie di precarietà in un libro bianco. Vogliamo rilanciare le nostre proposte per allargare il welfare, rivedere gli ammortizzatori sociali, estendo la copertura anche a chi ne è sprovvisto. Porre argine ad una situazione sempre più difficile”. A settembre 2010 il tasso di disoccupazione giovanile registrato dall’Istat è pari al 26,4%, tra il 2008 e il 2009, tra i giovani al di sotto dei 30 anni si sono persi oltre 300 mila posti di lavoro.
CAMUSSO: DARE VOCE AI GIOVANI. La neo-segretaria Susanna Camusso ha promesso: “Vogliamo dare voce e raggiungere tutti gli invisibili che nella precarietà per paura, per condizione, preferiscono non rivolgersi al sindacato e non denunciare la propria realtà”. La segretaria ha chiarito che le proposte che arrivano dal governo vanno nella direzione contraria, tendono ad allargare la fascia di precarietà. E sul collegato lavoro (che disciplina, tra l’altro, l’arbitrato), pubblicato in Gazzetta ufficiale, attacca: “ E’ una legge ingiusta, ogni singolo giovane avrà 60 giorni, dal 24 novembre, per decidere se aver riconosciuto i propri diritti o rinunciarvi per continuare a lavorare ad ogni costo”. Per Camusso queste condizioni sono ancor più gravose per i giovani al primo impiego. La segretaria interviene anche sullo statuto dei lavori, proposto dal ministro Maurizio Sacconi e attacca il governo: “Dietro quei due articoli, previsti nel testo, c’è l’idea dell’esecutivo. Non si vuole costruire un sistema di diritti più avanzati, ma si vuole consolidare la prospettiva di precarietà. Si vuole cancellare lo statuto dei lavoratori, da un lato, eliminando l’articolo 18 che tutela dai licenziamenti e, dall’altro, azzerando i diritti fondamentali di libertà per i lavoratori e di libertà sindacali”.
Ma non sono su questi i fronti si trova impegnato il più grande sindacato italiano: recentemente anche la Fiom ha attaccato il segretario Cigl dicendo di non gradire il confronto con Confindustria sulla produttività. Per ripartire la Camusso ha bisogno dei “giovani”. E la comunicazione, perciò, non può che passare anche dal marketing virale.
di Nello Trocchia