I Seminole hanno resistito 500 anni perché non hanno mai smesso di lottare e di trattare. Le due cose contemporaneamente. Ecco perché ci siamo messi a raccontare la loro storia.
Se vogliamo uscire dal pantano tocca essere disposti a combattere fino in fondo e mediare.
Stamattina mi sono svegliato storto, anzi molto storto. Ieri abbiamo avuto una serie di problemi tecnici. E poi c’era la tensione del momento fatidico. Sì, perché non è che il solo fatto di mettere insieme 18 attori, cantanti, musicisti, scrittori, ballerini e fumettari basti per far uscire qualche cosa di buono. Non è automatico. Può quagliare o non quagliare, dipende dal caso, dalla fortuna, da quel che hai mangiato. E ovviamente io stavo molto in tensione. Su questa storia abbiamo messo 8 mesi di lavoro nel collettivo web sul mio blog “privato”.
Quello che è successo oggi è stato grande. Mio padre che improvvisava insieme a grandissimi cantori, Sergio Laccone, i Modena City Ramblers, i Sud Sound System, Imad Zebala. E abbiamo trasmesso in diretta la nascita di un paio di canzoni improvvisate con dei livelli musicali altissimi. Raro che si riesca a registrare il momento della nascita di un pezzo. Generalmente questo la gente non lo vede, al pubblico arriva il pezzo finito. Ma io credo che far vedere questa fase del lavoro creativo sia importantissimo, sia una lezione fenomenale e rara.
Al di là della produzione di un dvd dello show, che è lo scopo del lavoro, questa parte, questo mostrare il vivo della pratica creativa, era per me l’obiettivo fondamentale. E lo abbiamo centrato al 100%. Abbiamo immortalato un momento magico, lo abbiamo pure vissuto con grande emozione. (E poi ho avuto una grande emozione a sentire mia madre recitare magistralmente un pezzo scritto da me…)
Cosa c’entra questo con la situazione politica e le elezioni?
Tantissimo, e cerco di spiegare il perché.
Questa iniziativa sui Seminole mi ha fornito un quadro che reputo molto realistico della situazione del movimento progressista oggi: la maggioranza della gente è scoglionata. Scoglionata a un punto tale che anche se organizzi un evento veramente di grandissimo livello non ci crede, si sta occupando d’altro. Intendiamoci, il nostro obiettivo non era fare grandi numeri. Quelli li faremo quando quel che abbiamo fatto andrà in televisione. Non quella italiana che da tempo rifiuta di trasmettere qualunque cosa realizzata da Franca e Dario, questo prodotto è destinato a paesi civili dove ci sono tv che fanno cultura, andremo in onda nei paesi scandinavi, in Francia e in Canada… Ma comunque mi ha sinceramente stupito il poco interesse che un evento così potente ha trovato nella stampa nazionale, solo il Fatto Quotidiano ci ha dato lo spazio per parlarne. E mi ha stupito ancor di più che poche migliaia di persone siano interessate a quel che stiamo realizzando.
La situazione era ben diversa qualche anno fa. Quando mandammo in onda “Ubu Bas va alla guerra” fu visto da 2 milioni di persone. 150 mila solo sul web, su Virgilio, durante la diretta.
Certo c’era la grande emotività dell’inizio della guerra in Iraq e ci fu una mobilitazione di migliaia di siti web e singoli che si scatenarono a scrivere mail a chiunque conoscessero. Per questa iniziativa ci hanno linkato 400 siti circa, che non e’ certo poco, ma rispetto a Ubu c’è un baratro.
Stamattina ho passato un’ora al telefono con Michele Dotti, che insieme a Marco Boschini si sta impegnando allo stremo per cercare di organizzare una consociazione di associazioni della società civile, per fare una lista alla francese, di grande unità ecologista. Ecologie Europeenne ha preso alle ultime elezioni il 16% dei voti, e qualche cosa di simile è accaduto in Germania e altri Paesi…
In Italia pare impossibile riuscire a mettere insieme un fronte di volonterosi.
Ancora prima di iniziare c’è chi chiede di tirar fuori distinguo, linee di confine, tabù e dogmi. E la cosa è in salita…
Oltretutto, sfoderando la proverbiale rissosità italica, già c’è chi accusa Marco e Michele di essere due furbastri con chissà quale obiettivo recondito… Forse vogliono solo farsi eleggere…
Ma cavolo, sono due ragazzi che da sempre si fanno in quattro per missioni in Africa, iniziative ecologiche, comuni virtuosi, eccetera… Ma io li benedico se hanno ancora la voglia di provare a far politica in modo corretto… Ma la nevrosi pessimista vuole le sue vittime da sacrificare sull’altare del nichilismo, dello sfascismo.
Ora, porca patata zozza, mi chiedo: ma la vediamo la situazione in Italia?
I dogmatici dovrebbero chiedersi: cosa succedera’?
Cioè cavolo, crolla Pompei, intere regioni sono sott’acqua, è uno scenario da caduta dell’impero romano!
Io vedo che se va su di nuovo Berlusconi (improbabile, ma possibile) siamo morti.
E siamo morti anche se va su un inguacquo PD, UDC, Fini.
Abbiamo poche possibilità di fare qualche cosa di meglio ed evitare anni di sudore e sangue per milioni di italiani che già oggi sono in difficoltà.
E, ahimè, anche se ci uniamo tutti insieme a Grillo, se andiamo da soli contro il PD, abbiamo un successo travolgente e prendiamo il 7%, spingiamo il PD tra le braccia dell’UDC e lasciamo Di Pietro a rappezzare qualcosina… E moriamo poveri e democristiani.
L’unica possibilità di salvare l’Italia dal tracollo totale è quella di trovare qualche cosa di meglio. Non la cosa perfetta. Quella realizzabile.
Io credo che Travaglio abbia centrato il discorso: bello Vendola, bravissimo, ma possiamo star certi che il PD non accetterà mai un candidato che è di un partito che non sia il PD. E mi sembra anche logico.
Travaglio cosa dice? Concentriamo la nostra forza su un candidato che sia PD e contemporaneamente abbia caratteristiche di onestà e spirito innovativo. E schieriamoci dietro a questo candidato pretendendo però alcuni impegni essenziali.
Ad esempio, io porrei come condizione primaria che il PD rinunci a candidare inquisiti. E poi io vorrei anche che il PD giurasse che nei primi 30 giorni di governo il Parlamento approverà quella cinquantina di leggi elementari ed essenziali che cambierebbero il volto della giustizia e della spesa della pubblica amministrazione. Una cinquantina di leggi che sono tutte già scritte e presentate in Parlamento da tempo. Tutte firmate anche da esponenti del PD, quindi il PD dovrebbe condividerle. Ma sono leggi che finora non si ha avuto il coraggio di portare in aula quando la sinistra aveva la maggioranza. Beh, vogliamo che si giuri che il Parlamento le approverà subito.
Questo non vorrà dire che se vinceremo le elezioni avremo il governo che sogniamo. Vuol dire che riusciremo però a togliere dai binari alcune grosse pietre che stanno per far deragliare la nazione Italia.
Questo è il mio obiettivo fondamentale e sono disposto a allearmi anche con il PD per arrivarci.
Capisco che l’idea di ritirarsi puri e perfetti oltre il disgusto per l’inciucio abbia il suo fascino.
Ho sentito dire: dobbiamo toglierci da questo pantano, costruire lentamente, magari ci metteremo 10 anni prima di creare un partito che possa vincere le elezioni.
10 anni? Ma avete calcolato quanti morti e quanto dolore causerebbe il tracollo italiano?
Sì, morti. Non e’ un gioco. L’Italia è veramente al collasso come dice Beppe Grillo (che io amo). Ha ragione. Ma proprio perché ha ragione non possiamo rinunciare a costruire un salvagente. Non posso limitarmi a dire: “Ora guardate come questa Casta inciuciona porta l’Italia al massacro e la prossima volta fate meglio i vostri conti quando votate…” Non me la sento.
C’è di mezzo il posto di lavoro di milioni di persone, l’assistenza medica, l’aria velenosa delle città, il disastro geologico, la distruzione di un patrimonio artistico incredibile.
Non posso ritirarmi dalla battaglia in purezza. Non ce la faccio. Io sono disposto a combattere e a trattare. Le due cose insieme possono ammortizzare i colpi più duri e ottenere risultati anche se circoscritti.
Quelle 50 leggi che il PD ha presentato e mai approvato, se fossero attuate, creerebbero, con costi ridicoli, nuovi posti di lavoro (più di un milione li porterebbe solo una saggia politica energetica e mica i posti di lavoro di B. a fare docce fredde e saltare sul lettone di Putin… posti veri).
Teoricamente potremmo mettere insieme un 16% alla francese che ci dia il peso per indurre il PD a fare il bravo… Entro certi limiti…
Io credo che un simile progetto potrebbe perfino funzionare. Ma servirebbe mettere insieme un paio di migliaia di attivisti concreti che si mettessero a cucire insieme i contatti tra terzo settore (cooperative sociali) movimento etico, gruppi di difesa del territorio e delle minoranze… Esistono ancora? Io credo di sì, sono lo zoccolo durissimo, gli incrollabili, quelli che continuano a tirare la carretta negli organismi di base… Ma sono un pochettino stanchi. E li capisco…. Gli ultimi 10 anni sono stati duri…
Ancora non vedo moltissima gente disposta a sbattersi, ANCORA, per un sogno…
Per questo, per inciso, abbiamo deciso di raccontare la storia dei Seminole. In questo momento di scoramento e scazzatura può essere utile ricordarsi di quanto grande può essere la determinazione degli esseri umani e di come sempre, alla fine, questa determinazione trionfi. Magari ci metti 500 anni ma ci riesci. Se non tu i tuoi figli.
E noi non dobbiamo neanche resistere 100 anni nascosti nelle paludi mangiando solo coccodrilli CRUDI, senza neanche più poter avere una casa.
Noi dobbiamo solo riuscire a mettere su una cavolo di alleanza tra gente di buona volontà, con obiettivi chiari e semplici che ormai sappiamo a memoria, e riuscire a spostare un po’ il PD verso il buon senso individuando un candidato che possa incarnare un sano borghese razionalismo, legalitarismo, efficienza, innovazione.
Beh, non è poco…. Ma non è neanche come scalare il Monte Bianco con le scarpette da ballo.
Il primo passo in questa direzione è contarci. Ci servono una montagna di firme, sotto la dichiarazione di intenti di questo nuovo “movimento dei movimenti”, dobbiamo fondare una cosa basata sulle buone pratiche invece che sulle chiacchiere. Ma non riusciamo neanche a partire se non ci mettiamo un minimo di attivismo. Cioè, sto parlando di raccogliere un paio di milioni di firme… Le buone vecchie sane firme. Abbiamo bisogno di dimostrare che ci siamo!
Se lo facciamo tutto il resto è in discesa. Perche’ se raccogliamo 2 milioni di firme vuol dire che si sono svegliati i guerrieri e perché se raccogliamo 2 milioni di dichiarazioni di voto possiamo convincere la parte abulica e la parte pessimista del movimento che si puo’ immaginare qualche cosa di leggermente diverso. Ma tocca darsi una mossa… E senno’ accontentatevi della soddisfazione di aver gridato: “Affonda!” Mentre la nave affondava.
Poi però non vorrei sentire lamentele.
E vorrei concludere in modo proporzionato alla reale gravità del momento con la poesia che sostenne Mandela nei momenti più duri dei suoi 27 anni di prigionia.
INVICTUS
dalla notte che mi avvolge
nera come la fossa dell’inferno
rendo grazia a qualunque Dio ci sia
per la mia anima invincibile.
la morsa feroce degli eventi non m’ha tratto smorfia o grido
sferzata a sangue dalla sorte non si è piegata la mia testa
di la’ da questo luogo d’ira e di lacrime
si staglia solo l’orrore della fine
ma in faccia agli anni che minacciano
sono e sarò sempre imperturbato
Non importa quanto sia stretta la porta
quanto impietosa la sentenza
Sono il padrone del mio destino:
il capitano dell’anima mia.
Di William Ernest Henley
Hanno promosso questo appello
Michele Dotti – Educatore, formatore e scrittore
Francuccio Gesualdi – Coordinatore Centro nuovo modello di sviluppo
Marco Boschini – Assessore a Colorno
Andrea Segre’ – Preside Facoltà di agraria di Bologna, ideatore del Last Minute Market
Riccardo Petrella – Economista, fondatore del Contratto Mondiale dell’Acqua
Jacopo Fo – Scrittore, attore, esperto di ecotecnologie
Chiara Sasso – Rete dei Comuni Solidali
Flavio Lotti – Coordinatore Tavola della pace e Enti locali per la pace
Dario Fo – Attore, scrittore nobel per la letteratura
Franca Rame – Attrice e scrittrice
Fabio Salviato – Fondatore di Banca Etica
Michele Buono – Giornalista, autore televisivo
Luca Fioretti – Sindaco di Monsano
Antonio Vermigli – Rete Radio Resch, promotore Marcia per la giustizia di Quarrata
Franco Bassi – Socio fondatore circolo arci Fuori Orario
Salvatore Borsellino – Movimento delle Agende Rosse
Domenico Finiguerra – Sindaco di Cassinetta di Lugagnano
Federico Taddia – Scrittore e autore radiofonico, radio 24, La stampa
Don Andrea Gallo – Sacerdote, fondatore della comunita’ di San Benedetto al Porto di Genova
Alessio Ciacci – Assessore all’ambiente Capannori
Giulietto Chiesa – Giornalista, pacifista e politico
Vincenzo Cenname – Già sindaco di Camigliano
Loris Mazzetti – Giornalista, autore televisivo
Marco Fratoddi – Direttore de La nuova Ecologia
Don Giorgio De Capitani – Sacerdote, Monte di Rovagnate
Lucia Cosmetico – Giornalista ed autrice radiofonica
Massimo Marino – Ambientalista, Gruppo delle Cinque Terre
Eugenio Scardaccione – Dirigente scolastico, vice-presidente del GEP (Gruppo Educhiamoci alla Pace)
Matteo Ponzano – Direttore di Reset Radio
Alfredo Giacon – Movimento Etico Solidale, scrittore e velista
Giovanni Costa – Imprenditore, Eco-Recuperi
Giuliano Tallone – Ambientalista
Ezio Orzes – Assessore all’ambiente di Ponte nelle Alpi
Paolo Cacciari – Giornalista e politico
Eugenio Melandri – Fondatore di Chiama l’Africa e direttore di Solidarieta’ internazionale
Salvatore Giannella – Giornalista gia’ direttore di Airone e L’Europeo
Padre Ottavio Raimondo – Missionario Comboniano