I risultati finali del sondaggio potrebbero essere poi pubblicati ogni quattro mesi, in modo da avere sempre dati freschi sotto mano. E non saranno numeri al vento, promette Cameron, ma serviranno come base per prendere decisioni politiche più efficaci. “Il benessere non può essere misurato con il denaro o con l’andamento dei mercati – ha commentato il premier – ma con la bellezza della natura che ci circonda, con la qualità della nostra cultura e soprattutto con la solidità delle nostre relazioni. Credo che questa sia la principale sfida politica dei nostri tempi”.
Accanto al Gdp (l’equivalente del Pil), ci sarà dunque un Gwb. Proprio come in Bhutan, il minuscolo Paese abbarbicato sull’Himalaya, che da anni misura la felicità dei suoi abitanti e che secondo una ricerca dell’università di Leicester, in Inghilterra, è fra le dieci nazioni più contente della terra, pur essendo poverissima e isolata. Ma il trend del “smile, please”, avanza. Il presidente francese Nicolas Sarkozy, pur alle prese con un rimpasto di governo, ha promesso che includerà benessere e felicità nella misurazione della crescita economica del Paese. Una decisione presa dopo l’appello dei due premi Nobel per l’economia Joseph Stiglitz e Amartya Sen, che hanno invitato i Paesi occidentali a non prendere in considerazione solo i parametri economici per misurare lo sviluppo. Un sorriso può salvare dalla crisi, sostengono. E così anche il Canada ha iniziato a prendere il polso della felicità, ma i dati ottenuti sono per ora solo una raccolta di buone intenzioni. Non vengono pubblicati come ufficiali. Il governo britannico ha però consultato John Helliwell, membro dell’Istat canadese. “Il regno Unito ha intenzione di seguire proprio l’insegnamento di Stiglitz e Sen – ha chiarito Helliwell – misurando sistematicamente il benessere soggettivo e usando i dati per modificare le politiche sociali”.
Tra le menti pensanti del progetto ci saranno anche Sen e altri economisti “alternativi”. Ma Cameron potrebbe avere una brutta sorpresa. I felici potrebbero essere solo i ricchi, come lui e come metà dei membri del suo gabinetto. Dopo gli interventi al welfare e i tagli il premier è riuscito a scontentare tutti: studenti, disoccupati, dipendenti pubblici, pensionati, genitori single, disabili. E sarà pure vero che il denaro non compra la felicità. Ma di sicuro evita la disperazione.
di Deborah Ameri