Governo sempre più sull’orlo della crisi definitiva. La rottura è arrivata stamani. E il Capo dello Stato, dopo un incontro avuto oggi con Gianfranco Fini, ha convocato i due presidenti delle Camere per un incontro domani. Nel pomeriggio vertice tra Pdl e Lega nella residenza del premier ad Arcore. Dopo due ore di incontro, però, i leghisti hanno lasciato la riunione senza rilasciare alcuna dichiarazione. Dal fronte Pdl, invece, poche e laconiche dichiarazioni. Berlusconi va avanti. Niente crisi pilotata, il governo farà passare la Finanziaria in Parlamento e poi arriveranno le verifiche della fiducia. E, “se non ci fosse la fiducia – ha dichiarato Ignazio La russa – l’ipotesi è di ribadire con forza la nostra richiesta di elezioni anticipate, perché se un governo non avesse i numeri per andare avanti, la parola deve tornare agli elettori”.
Dopo tanti tira e molla, oggi sembrava poter essere la volta buona. Resta, però, un fatto. Ministri e sottosegretari di Fli hanno consegnato le lettere di dimissioni al governo. “Dimissioni irrevocabili”, precisa Adolfo Urso, coordinatore di Futuro e libertà. E precisa. “Si tratta di una scelta di responsabilità”. In mattinata, la conferma del sottosegretario finiano Antonio Buonfiglio. “Entro le 13 di oggi consegneremo le nostre lettere di dimissioni irrevocabili dal governo”.
Il passaggio, annunciato da tempo, arriva oggi e si porta dietro un bel carico da novanta. E cioè l’annuncio dei finiani di proporre un’alleanza con Udc, Api e soprattutto Mpa. In sostanza, a livello nazionale, si sta riproducendo lo scenario siciliano. Con un Pdl spaccato in due e la cui eredità berlusconiana, sull’isola, è stata raccolta da Gianfranco Miccichè con la nuova formazione La Forza del sud. Di contro il Movimento per l’autonomia del governatore Raffaele Lombardo.
Insomma, la giornata odierna sembra poter licenziare la nascita del cosidetto terzo polo. Della cosa è convinto Francesco Rutelli, presidente dell’Api. “Siamo già un pezzo avanti, forse alla cresima”. Parole che arrivano il giorno dopo l’incontro tra Fli, Udc e la stessa Api alla convention dei Liberaldemocratici. Il capogruppo alla Camera di Fli, Italo Bocchino, si spinge oltre prefigurando addirittura una possibile alleanza di governo con la sinistra. Per lui, infatti, ciò che conta “è una nuova stagione di responsabilità, che Berlusconi non può guidare”.
Lo scenario politico nazionale risente anche del risultato delle primarie milanesi che ieri hanno premiato l’avvocato Giuliano Pisapia contro il democratico Stefano Boeri. Un match, la cui conclusione suona molto stonata per il Partito democratico. Che, a questo punto, vede traballare anche la leadership dello stesso segretario Pier Luigi Bersani, la cui elezione, per eventuali primarie nazionali, appare non più così blindata.
Sotto la Madonnina, intanto, ieri il Cavaliere ha dato definitiva investitura a Letizia Moratti per la corsa alle amministrative della prossima primavera. La corsa a palazzo Marino rischia di diventare lo specchio di un nuovo risiko di partiti a livello nazionale. Oggi, infatti, l’ex sindaco Gabriele Albertini si incontrerà con i propri fedelissimi per decidere forma e sostanza della sua, annunciatissima, lista civica. Sulla quale a questo punto, e non sembra più un segreto, potrebbero convergere in massa i voti dei democratici.
Strani equilibri e inaspettati incroci che rieccheggiano anche in Veneto dove Massimo Cacciari, per primo, ha lanciato il progetto di un’alleanza tra centrodestra e centrosinistra. L’ex sindaco e filosofo è l’animatore del movemnto Verso Nord. E proprio oggi torna a parlare della necessità di più proposte e più soggetti. Ad esempio Luca Cordero di Montezemolo che “deve scendere in campo, perché Fini, Casini e Rutelli non bastano. Serve un processo costituente: non per il Terzo Polo ma per il Polo”. Cacciari sponsorizza il programma “non corporativo” di Montezemolo, sul quale, tra ieri e oggi, si sono abbattute le critiche della Lega nord. Critiche sportive per la disfatta della rossa nell’ultimo gran premio. Critiche che però suonano anche come un diktat politico, firmato dal ministro per la Semplificazione Roberto Carderoli. “Ci aspettiamo le dimissioni di Luca Cordero di Montezemolo, il quale, al posto di fare il grillo parlante della politica senza beccarne mai una, dovrebbe invece cercare di imparare dagli altri come si fa a gestire una vittoria nel Mondiale. Nel frattempo, se ne vada subito da Maranello, evitando di fare ulteriori danni alla Rossa che tutti noi abbiamo nel cuore”.
Intanto, oggi pomeriggio è previsto l’incontro ad Arcore tra il premier e gli uomini della Lega. Ennesimo summit per vagliare, programmare e decidere la strategia. I prossimi passi, già annunciati da Berlusconi, sono la finanziaria e la fiducia alla Camera. Passaggio obbligato che non sembra preoccupare uno dei fedelissimi di B come il ministro degli esteri Franco Frattini. “Silvio Berlusconi avrà ancora la maggioranza sia alla Camera sia al Senato, perché i finiani si spaccheranno”. Il titolare della Farnesina non ha dubbi: “Il premier avrà i numeri. E soprattutto Berlusconi non ha nessuna possibile alternativa, questo è fuor di dubbio. Il nostro governo non richiede teatrini, scene tipo dimissioni pilotate o cose del genere. Staremo a vedere. In realtà, quello si annusa in questa giornata è già un’aria da dopo Berlusconi. Con nuove e concerete prove tecniche di governo