Mille euro a testa, niente agli irregolari e tutto ai milanesi. Ecco come si dividono i lavoratori. E gli stessi gestori del fondo ora mettono le mani avanti: “Meglio di niente, ma è un provvedimento preoccupante”
Un passo indietro. Gli immigrati sulla gru. Ci sono a Brescia, ma anche alle porte di Milano. Sono gli operai della ex Carlo Erba, che chiedono di regolarizzare la loro posizione. Intanto restano gravissimi cinque ustionati (un operaio non ce l’ha fatta) dell’azienda chimica di Paderno Dugnano dopo un’esplosione che ha ricordato da vicino la tragedia ThyssenKrupp di Torino. È in questo scenario che nell’ultima seduta di giunta del 5 novembre scorso il sindaco ha firmato un documento in cui indirizza e individua le modalità di formazione e gestione di un fondo da 100mila euro.
L’entità della cifra non è in contrasto con il fatto che la Lombardia (circa 60 vittime l’anno) e Milano (una decina di “immancabili”) detengono insieme il triste primato delle morti bianche in Italia. Quanto pochi siano centomila euro per le vittime sul lavoro lo rivela un parallelo: a luglio di quest’anno lo stesso sindaco ha stanziato lo stesso importo per l’adesione di Milano a un “progetto di studio sui cambiamenti climatici nelle piccole isole del Pacifico”. Da notare che il braccio corto sul tema si era già palesato in occasione di un contributo da 10mila euro concesso dal sindaco a marzo all’Associazione dei mutilati e invalidi sul lavoro. Altro non c’è. Anzi, vale anche la pena notare come, interrogando il sito del Comune di Milano, alla voce “infortuni sul lavoro” non esca una dichiarazione, una commemorazione, un’iniziativa.
Le premesse del documento cozzano con l’intento di tutelare la sicurezza. L’incipit recita: “Il Comune è assunto come primo e naturale interlocutore dai propri cittadini in età lavorativa (…) e ritiene prioritario il sostegno ad azioni volte a migliorare l’ambiente e le condizioni di lavoro, compresa la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro”. Le modalità di erogazione dell’eventuale contributo, però, partono da alcuni distinguo che spiegano la messa a bilancio di una cifra poco più che simbolica.
Primo: non immigrare. Cioè se sei irregolare sei escluso automaticamente da qualunque forma di indennizzo. Il Fondo vale solo per chi è residente nella metropoli lombarda. Secondo: ci sono tre classi di indennizzo previste e se non si ha un reddito Isee sotto i 20mila euro il richiedente non può fare più di una domanda di rimborso che vale mille euro. Il rimborso è quindi per un importo non superiore a 1000 euro ed è esigibile una volta nei casi di: spese sostenute per riabilitazioni o assistenza domiciliare, spese straordinarie dovute a reinserimento lavorativo, spese varie per i parenti delle vittime e in pratica solo figli (mensa, tasse di iscrizione scolastica e retta, libri di testo etc..). Non esistono coppie di fatto o di diritto. Esiste l’infortunato e il figlio sfortunato.
di Thomas Mackinson