“I tagli a scuola e università sono un taglio al nostro futuro”. Lo denunciano gli studenti di scuole superiori e università. Che oggi tornano in piazza con manifestazioni in oltre cento città. “Abbiamo lanciato lo slogan ‘ladri di futuro’ – spiega Roberto Iovino, portavoce dell’associazione studentesca Rete della Conoscenza – perché convinti che i tagli all’istruzione, all’università e all’industria culturale messi in atto anche nell’ultima finanziaria siano un furto non solo a noi giovani, ma al futuro di tutto il Paese”. Mobilitazioni in tutto il mondo ricordano il 17 novembre 1939, quando una protesta all’università di Praga fu repressa dagli occupanti nazisti, che condannarono a morte nove ragazzi. Nel nostro Paese la giornata internazionale per il diritto allo studio assume il significato di una protesta contro le politiche del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini e i tagli del ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Diversi intellettuali hanno firmato un appello diffuso in Rete dagli studenti, che sfilano insieme ai ricercatori. E a quei lavoratori del settore che aderiranno allo sciopero indetto dal sindacato Flc-Cgil.

Alle manifestazioni partecipano diverse sigle, da Link-coordinamento universitario all’Unione degli universitari, dalla Rete degli studenti medi all’Unione degli studenti. A Roma gli universitari sono partiti alle 9 da piazzale Aldo Moro per raggiungere gli studenti delle superiori in piazza Repubblica alle 9.30. Poi tutti insieme dirigeranno verso piazza Navona, dove nel pomeriggio si terrà una tavola rotonda con il sociologo Paolo de Nardis, l’economista Paolo Leon e la scrittrice Lidia Ravera. A Milano il ritrovo era alle 9.30 in piazza Cairoli, mentre nel primo pomeriggio si riunirà all’università Statale un’assemblea regionale di atenei ed enti di ricerca. Alla manifestazione di Padova parteciperà il neo segretario generale della Cgil Susanna Camusso. In molte città i cortei saranno seguiti da flash mob e altre iniziative. A Perugia il giornalista Riccardo Iacona incontrerà gli studenti alle 18.30 all’ex Borsa delle Merci. In serata saranno organizzati concerti a Bologna, in piazza Scaravilli, e a Napoli, davanti all’università Orientale. A Cesena una fiaccolata a sostegno dell’istruzione pubblica percorrerà il centro e sarà seguita da lezioni notturne nelle aule dell’ateneo cittadino.

Per gli studenti delle superiori la giornata è l’occasione per protestare contro la riforma Gelmini che è stata attuata all’inizio di quest’anno scolastico. “Già si vedono le prime conseguenze negative di provvedimenti sbagliati come il taglio delle ore di laboratorio – denuncia Roberto Campanelli, rappresentante dell’Unione degli studenti –. Le manifestazioni di domani contro l’assenza strutturale di fondi per la scuola si vanno ad aggiungere alle occupazioni che in questo momento sono in atto in una trentina di istituti”.

Gli studenti delle università denunciano il taglio ai fondi per le borse di studio. “Sarebbe irresponsabile non mobilitarsi, nel momento in cui chi ha un reddito basso rischia di essere espulso dal sistema dell’istruzione”, commenta Claudio Riccio, portavoce di Link- coordinamento universitario. Non ha placato il malcontento l’annuncio di settimana scorsa del miliardo di euro che sarà stanziato in finanziaria per l’università. “La protesta non si ferma, finché quelle risorse non saranno sicure – assicura Cristian Trovato, rappresentante alla facoltà di Ingegneria di Cesena –. Non vogliamo che Tremonti faccia lo stesso giochino del 2008, quando fece promesse e poi non mantenne nulla”.

Secondo Alessio Branciamore, membro dell’esecutivo nazionale dell’Unione degli universitari, “quest’anno la giornata mondiale degli studenti assume un valore aggiunto perché la situazione politica è complessa e fra pochi giorni il contestato disegno di legge Gelmini sull’università ricomincerà il suo percorso in aula”. Ed è proprio questo a preoccupare anche i ricercatori, a cui il progetto di riforma non è mai piaciuto. “Se il ddl passa e il governo cade prima dell’approvazione dei decreti attuativi, l’università rimarrà completamente bloccata”, spiega Alessandro Ferretti, rappresentante dell’organizzazione di ricercatori Rete29Aprile, che aderisce alle proteste di domani. Così come aderiscono il Coordinamento nazionale dei ricercatori universitari e il Coordinamento nazionale dei professori associati, che si è costituito ufficialmente proprio ieri, con l’approvazione del manifesto nell’assemblea nazionale di Roma. Alle proteste si aggiungono quei dipendenti del comparto istruzione che si asterranno dal lavoro: la Flc-Cgil ha infatti indetto uno sciopero dalle quattro alle otto ore nelle università e negli enti di ricerca e di un’ora nelle scuole, nelle accademie e nei conservatori.

Gli studenti che sfileranno nelle piazze italiane hanno anche il sostegno dello scrittore Erri de Luca, dell’attore Toni Servillo, del regista Ettore Scola, dell’artista Moni Ovadia, del musicista Caparezza, del direttore di Micromega Paolo Flores d’Arcais e degli altri esponenti del mondo della cultura che hanno aderito all’appello diffuso su Internet dalla Rete della conoscenza per denunciare “la deriva culturale del nostro Paese di cui i tagli a scuola e università sono la rappresentazione politica”.

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