Propongo, insieme a Paolo Hutter e Roberto Cavallo, una forma di coinvolgimento della popolazione sensibile al problema dei rifiuti in Campania, agganciandoci alla Settimana europea per la riduzione dei rifiuti
La crisi a Napoli è molto grave e non ci sono immediate soluzioni impiantistiche possibili nell’area napoletana. Non è colpa di una popolazione peggiore delle altre.
In una delle aree più densamente popolate d’Europa, una strategia tutta basata sui grandi impianti di smaltimento mostra la corda più che altrove. E la questione è nazionale se siamo al punto che si pensa alla Germania o alla Andalusia come destinazione dei rifiuti partenopei.
Con straordinaria e casuale coincidenza con l’aggravarsi dell’emergenza rifiuti si apre il 20 novembre una Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti che in Italia registra già più di 500 azioni ufficialmente convalidate, in decine di località diverse di tutte le regioni italiane. Si tratta di un’apparente ovvietà – la riduzione dei rifiuti – che allude però alla più profonda ed efficace delle riforme del sistema: la prevenzione, la eliminazione degli sprechi, il riutilizzo. Sono prioritari rispetto alla raccolta differenziata finalizzata al riciclo dei materiali.
E’ evidente – come alcuni di noi hanno già in varie occasioni argomentato – che occorrono da parte delle istituzioni campane quelle scelte coraggiose che per troppo tempo sono state rinviate, proprio nel senso della prevenzione dei rifiuti.
Proponiamo a livello nazionale di utilizzare l’appuntamento per una solidarietà intelligente con la crisi napoletana. Napoli produce ogni giorno 1.200 tonnellate di rifiuti, non più dell’1,5 % della produzione nazionale. Ma tutti quanti, in tutta Italia, con un po’ di organizzazione e di attenzione possiamo ridurre di almeno il 20% la nostra produzione di rifiuti. C’è una campagna europea intitolata “meno cento chili”, come peso annuale che si può evitare rispetto agli attuali 500 chili che in media a testa facciamo finire nei circuiti della raccolta e dello smaltimento.
Ecco, nel paese dei buoni in un batter d’occhio si potrebbe fare posto all’1,5% . Forse non è giusto essere solo buoni in un contesto in cui molti approfittano. Ma è giusto e indispensabile promuovere buone pratiche, anche per rispondere a chi specula e/o malgoverna.
Per questo motivo sarebbe bello dedicare la settimana a chi tenta di portare avanti buone pratiche in un contesto difficile come quello napoletano e al tempo stesso chiamare tutti a dare un segnale di attenzione, di solidarietà e di voglia di cambiamento.
Tutti, e cioè anche i gruppi e i comitati che non hanno fatto la procedura di adesione formale alla settimana ma che farebbero bene a usarla come occasione per affermare che “la prima soluzione è la riduzione”.
Paolo Hutter, Tommaso Sodano, Roberto Cavallo