Non un “terzo polo”, perché sarebbe già un segno di “subalternità”. Ma qualcosa di “nuovo”. Pierferdinando Casini parla dal convegno dell’Udc di Milano e rilancia la sua idea di Paese, costruita intorno all'”estremo centro”. “Parlare di terzo polo significa partire già in ritardo”. E quindi: “Noi parliamo di un nuovo polo che ha come obbiettivo la necessità di ricuire l’Italia, dal nord al sud”
Nel suo discorso/intervista (di fronte ad un Gianni Riotta comprimario silenzioso) il leader dell’Udc tocca poi la querelle politica intorno al ministro delle Pari opportunità, Mara Carfagna. Deve far “riflettere”, secondo Casini, ed è spia “di un problema più ampio e più preoccupante”. In fondo “la Carfagna – dice – tutto sommato è stata un buon ministro. Ha caratterizzato questa stagione berlusconiana e il fatto che dica o faccia dire che il partito è ridotto a un comitato d’affari e che in Campania non c’è agibilità politica è una cosa di grandissima rilevanza e una cosa su cui bisognerebbe riflettere, perché non è il problema della Carfagna, è un problema un pochino più ampio e più preoccupante”.
Il segretario si è poi espresso sulle ipotesi politiche in vista della crisi di governo. Senza scartare né ambire a nessuna ipotesi, dall’esecutivo tecnico al rimpasto di governo che veda anche l’Unione di Centro al tavolo. ”Non possiamo consentirci – ha detto – di stare in riva al fiume perché il cadavere che vedremo passare non è quello di Berlusconi ma quello del Paese. Non abbiamo fretta di andare a governare: se siamo stati all’opposizione per due anni è perchè non condividiamo la politica degli spot”. Secondo Casini serve “un governo di armistizio, di responsabilità e di solidarietà nazionale. Per tre-quattro anni bisognerebbe non pensare a chi vince le elezioni ma governare facendo anche scelte impopolari”. Ecco quindi che l’Unione di Centro sarebbe disposta a discutere: “Non ci piace l’egemonia della Lega e non ci fidiamo di Berlusconi. Se vogliono cambiare, ci sediamo al tavolo, ma ci aspettiamo dei fatti”.
Alle parole di Casini hanno immediatamente fatto seguito le risposte politiche. A cominciare dalla Lega, che con Stiffoni ha liquidato la pratica: “Resti pure in piedi con il cerino in mano”. All’ironia dell’Italia dei Valori che con Antonio Borghesi commenta: “Casini siede al tavolo del governo? Magari a tavola, come nella peggiore tradizione dei forchettonì democristiani”. Aperture invece dal Pdl, con il ministro Bondi che commenta: “Casini ha il merito di aver ribadito la posizione alternativa alla sinistra del proprio partito, sulla base dei valori e dei programmi del PPE. Se il ledaer dell’Udc si dimostrasse capace anche di formulare un giudizio piu’ equilibrato e piu’ adeguato alla realta’ sull’esperienza del governo Berlusconi e sul ruolo del Pdl, potrebbe forse profilarsi un ruolo di responsabilita’ politica e istituzionale da parte dell’Udc, foriero di ulteriori sviluppi nel futuro”.