Le dichiarazioni del consulente Cola e del commercialista Iannelli aprono nuovi scenari nell'indagine. Fondi neri e i guadagni illeciti sono stati ottenuti tramite appalti e subappalti assegnati a società legate tra di loro
Giù del 2,3% in Piazza Affari in apertura. E poi giù, ancora, a metà mattinata, del 4%, segnando uno dei peggiori andamenti della giornata. Finmeccanica comincia la settimana in borsa accusando un duro colpo dopo la trasmissione di Milena Gabanelli, Report. La puntata di domenica sera era dedicata in gran parte all’inchiesta della Procura di Roma sull’azienda italiana di aeronautica e difesa e sulla Digint, la società lussemburghese utilizzata – secondo l’accusa – per gestire i fondi neri.
Nonostante il caos finanziario e mediatico l’amministratore delegato Pierfrancesco Guarguaglini si dice “assolutamente sereno” anche se è “dispiaciuto e arrabbiato”: “Sono tutte balle, balle che fanno male a me, e fanno male alle 75mila famiglie dei nostri dipendenti, fanno male all’azienda e ai nostri fornitori”.
Ma “quanto può durare la coppia di vertice Guarguaglini-Marina Grossi?” dopo “le botte prese ieri su Raitre”, si chiede oggi Dagospia. Per Repubblica “cominciano giorni difficili”, anzi “neri”, mentre il Messagero pone una data cruciale, “il 22 novembre 2010. Cioè oggi”, perché la procura, Ros e Guardia di Finanza decideranno come agire dopo le dichiarazioni di due “collaboratori”.
Già, non ci sono solo Milena Gabanelli e i cronisti di Report che parlano, ma anche Lorenzo Cola, il consigliere personale della famiglia Guarguaglini, l’uomo che portò Gennaro Mokbel e i suoi nella sede di Finmeccanica, e il commercialista Marco Iannilli.
Come riportano Corriere della Sera e Repubblica, venerdì sera Cola – ora detenuto per l’accusa di aver riciclato otto milioni e trecento mila euro nell’affare Digint – ha ricominciato a parlare, per la terza volta in meno di due mesi, rispondendo alle domande dei pm romani Giancarlo Capaldo, Giovanni Bombardieri e Rodolfo Sabelli. Lo ha fatto perché anche il commercialista Iannilli ha rilasciato informazioni agli inquirenti. Ha redatto un secondo memoriale, dopo il primo del 14 ottobre scorso, mentre il verbale dell’interrogatorio contiene informazioni ancora sconosciute e altre che confermano passaggi significativi dell’inchiesta.
Dalle sue dichiarazioni risulta che Guarguaglini, che si è sempre detto estraneo alla vicenda, non poteva non conoscerlo bene . Già Iannilli aveva detto: “Cola era uomo di fiducia del presidente Guarguaglini per gli affari di Finmeccanica negli Usa”.
Anche la moglie di Guarguaglini, Marina Grossi, a capo della Selex (controllata di Finmeccanica), non poteva non conoscerlo. Cola “era una sorta di amministratore di fatto”, scrive Repubblica. Per il collaboratore Iannelli, Cola “era stato affiancato, pure in mancanza di cariche formali, quale consigliere quasi ‘a tutela’ dell’ingegner Marina Grossi”.
Ma c’è di più. Come ha mostrato Report, Cola ha gestito alcune società di Guarguaglini allo scopo di controllare alcuni appalti milionari. E qui comincia per Dagospia: “la sequenza più bella del Report” : “Quella in cui Chicchi Pacini Battaglia (il banchiere Pierfrancesco, ndr) spiega come ha fatto carriera il Guargua, fin dai tempi della Oto Melara, tra società off-shore e acquisizioni a prezzi gonfiati”. La collaborazione del superconsulente Cola promette di “scoperchiare numeri, sostanza e nomi di quell’accusa ‘fondi neri’ che Finmeccanica da sette mesi nega con sdegno. Ma di cui tuttavia esiste già un robusto canovaccio”, scrive ancora il quotidiano di Largo Fochetti.
Alcune questioni su cui fare chiarezza sono i rapporti tra la Selex e l’Enav, società controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze a cui lo Stato affida la gestione e il controllo del traffico aereo civile in Italia. Su questo punto e sulla gestione di rami dell’azienda e sul bilancio dell’ente per l’aviazione civile sta indagando il pm Paolo Ielo. L’Enav avrebbe assegnato a Selex appalti milionari, poi girati in subappalto a Technosky (a sua volta controllata da Enav) e poi a società “nate dal nulla” e in legame diretto con uomini di Enav e Finmeccanica. Risultato: i costi si alzano, aumentano le fatturazioni false per creare fondi neri e anche i guadagni illeciti per gli intermediari.
Un altro esempio su come venivano creati fondi neri e guadagni illeciti è il caso dei “due anelli – come li chiama il Messaggero – della catena gerarchica di Finmeccanica e di Enav che ricondurrebbero direttamente all’ipotesi investigativa”, cioè “l’esistenza di appalti gonfiati ad hoc affidati a trattativa privata tra aziende di Stato talvolta consociate tra loro, al solo fine di creare fondi neri”. I “due anelli” in questione sono Ilario Floresta, consigliere di amministrazione di Enav, e Lorenzo Borgogni, capo della comunicazione di Finmeccanica e braccio destro di Guarguaglini. Entrambi, ha rivelato lannilli, hanno ricevuto “pagamenti apparentemente inspiegabili” da Cola, tramite una serie di contratti mai conclusi: in un caso c’è un accordo preliminare per vendere un immobile in Egitto a Cola che ha portato nelle tasche di Floresta 250mila euro, nell’altro l’accordo per una tenuta agricola in Toscana per il quale Borgogni avrebbe preso 800mila euro. Le operazioni sono rimaste a metà, ma comunque Cola avrebbe lasciato a Floresta e Borgogni oltre un milione di euro. Borgogni ha affermato di aver restituito tutto, ma alla Procura di Roma non sono convinti e nei prossimi giorni potrebbero capire se i soldi al consigliere di Enav siano in realtà una tangente.
“L’ho già detto tante volte, e lo ripeto, non abbiamo alcun fondo nero”, ha detto l’ad di Finmeccanica Guarguaglini stamattina, a margine di una udienza al Quirinale per i cento anni di Assonime, l’associazione delle società per azioni, mentre le sue di azioni andavano giù. L’Enav ha invece annunciato una querela nei confronti di Report considerando false e calunniose le informazioni relative alla Techno Sky e Optimatica. L’azienda denuncia anche l’omissione dell’intervista al suo direttore generale.
“Chissà se la procura di Roma avrà davvero voglia di affondare i colpi su Finmeccanica, – si interrogano a Dagospia – o se invece si sta solo preparando il campo a un brusco ribaltone dei vertici di piazza Montegrappa e poi tutti ‘amici’ come prima. Perché una cosa non è emersa dal Report di ieri sera: quanti parenti eccellenti ci sono in Finmeccanica e quanti giornalisti cechi-sordi-muti bazzicano in quel giro”.