Cronaca

Società offshore e paradisi fiscali: convegno svizzero fa il pieno di commercialisti. Italiani

Arriva via mail l'invito per i professionisti a partecipare a un incontro con "professionisti del settore" che offrono le loro competenze tecniche per "evitare sequestri finanziari" e "proteggere l'anonimato". Moderatrice una giornalista che lavora per la Farnesina

L'homepage del sito che organizza il convegno

“L’evasione fiscale è illegale, l’elusione delle imposte non lo è”. Con questo slogan la Gringas International Società Anonima invita i commercialisti italiani alla conferenza “I paradisi fiscali nel 2011 e le società offshore: la frontiera tra il legale e l’illegale” in programma il 27 gennaio al Palazzo dei congressi di Lugano (“a soli 60 minuti da Milano” recita l’invito). La Gringas si qualifica come “società organizzatrice di eventi”. L’invito al convegno arriva via mail a vari studi di commercialisti italiani. E’ una mail che non si può inoltrare, ma solo leggere. Ma tanto basta per scatenare l’interesse dei professionisti del nord: “Le adesioni sono già 250, i partecipanti saranno almeno il doppio”, scrive oggi il quotidiano La Provincia di Varese che cita fonti della Gringas. A scorrere il programma del convegno, “il confine tra legale e illegale” (questo è proprio il titolo della mail inviata ai commercialisti), appare molto labile. Se, secondo l’invito, “l’elusione è un diritto del cittadino che, sempre piú, viene stretto dalla morsa fiscale”, ecco che “professionisti del settore” offrono le loro competenze tecniche per “evitare sequestri finanziari” e “proteggere l’anonimato”. La sorpresa arriva leggendo il nome del moderatore: Mariangela Pira, giornalista italiana, curatrice per il ministero degli Affari esteri di Esteri News, il tg settimanale della diplomazia italiana prodotto da Class Cnbc sulle attività della Farnesina e della Cooperazione italiana all’estero. Contattata da Ilfattoquotidiano.it la giornalista cade delle nuvole: “Mi avevano proposto di partecipare a un incontro a Lugano per il mese di gennaio – spiega – . Sono stata contattata da un’agenzia a cui ho mandato curriculum e foto, riservandomi di approfondire gli argomenti e dare la mia adesione”. Ma l’adesione formale della giornalista non è mai arrivata: “Apprendo ora di essere online sul sito http://www.iparadisifiscalinel2011.com/ come moderatrice”. Mariangela è stupita: “Da come mi avevano parlato dell’incontro, si doveva trattare di un’analisi economica del fenomeno dei paradisi fiscali, non certo di un loro elogio!”. Stando così le cose, la giornalista è perentoria: “Non parteciperò a quel convegno se le cose stanno così come appaiono proposte sul sito”.

A sdoganare l’elusione fiscale, in effetti, ci aveva già pensato Silvio Berlusconi nel febbraio del 2004, quando, durante  una conferenza stampa (guarda il video) a Palazzo Chigi aveva dichiarato: “Le tasse sono giuste se al 33%, ma lo Stato mi chiede il 50% e oltre, è una richiesta scorretta e mi sento moralmente autorizzato, per quanto posso, a evadere questa domanda”. Lo stesso concetto il premier lo aveva ribadito a novembre dello stesso anno durante una visita al comando generale della Guardia di Finanza di Roma: “C’è una norma di diritto naturale che dice che se lo Stato ti chiede un terzo di quello che, con tanta fatica, hai guadagnato, ti sembra una richiesta giusta e glielo dai. Se ti chiede di più, o molto di più, c’è una sopraffazione dello Stato nei tuoi confronti. Allora ti ingegni per trovare dei sistemi elusivi o addirittura evasivi che senti in sintonia con il tuo intimo sentimento di moralità e che non ti fanno sentire colpevole”.

Gli organizzatori del convegno sembrano volersi muovere sulla stessa linea del premier. Sull’homepage del sito dedicato al convegno si legge: “L’elusione è un diritto del cittadino che, sempre piú, viene stretto dalla morsa fiscale. Molti imprenditori e professionisti italiani, anche medio-piccoli, vessati dalla crisi, hanno deciso di approdare al mondo dell’offshore attraverso strutture di paesi considerati “paradisi fiscali” che offrono “società anonime” e conti bancari offshore, attraverso i quali é possibile operare pagando meno tasse o zero tasse, proteggendo il proprio capitale attraverso l’anonimato”. Questa scelta avrebbe consentito a molti imprenditori di “non cadere nel baratro della grande crisi finanziaria attuale”. Assurdo quindi secondo gli organizzatori combattere il fenomeno dell’elusione, perché “la maggior parte delle società quotate in Borsa e dei gruppi bancari hanno partecipazioni, quasi sempre di controllo in società residenti nei paradisi fiscali”. “Se sono illegali, come ci vogliono far credere – si legge sempre sulla homepage – perché le maggiori imprese italiane hanno sedi in paradisi fiscali?”

Scopo del convegno è “spiegare in modo semplice, diretto e pratico” argomenti ben precisi: “Come e dove si costituiscono le società offshore, cosa e dove sono i paradisi fiscali, come proteggere i propri beni in Italia e all’estero, come evitare sequestri finanziari e proteggere l’anonimato, cause, effetti e comportamenti da adottare nei confronti della grande crisi finanziaria”.

I relatori chiamati ad affrontare questi temi sono due. Giovanni Caporaso, ideatore del sito paradisifiscali.org e definito “il guru italiano delle offshore”. Caporaso sostiene di essere il titolare dello Studio legale Caporaso&Partners di Panama e della Opm Corporation. Spiega di vivere a Panama da 20 anni e di aver scritto tre libri guida “per mettere a fuoco e proteggere i propri beni offshore”: “Come pagare Zero Tasse, i paradisi fiscali”, “Come usare una società offshore”, “I segreti della banca offshore”. Tra i servizi offerti dalla Opm Corporation, ci sono non solo la consulenza per la “costituzione di società e fondazioni anonime”, ma anche per “società di gestione di gioco d’azzardo e società di banca (per finanziarie, residenze estere, seconda cittadinanza, secondo passaporto, divorzi per procura e divorzi unilaterali, divorzi esteri, adozioni internazionali, investimenti immobiliari, e ovviamente “servizi di tramitazione di banca offshore”. Secondo relatore è Fabrizio Zampieri, consulente finanziario, definito esperto in “analisi e studio dei mercati finanziari, gestione del rischio di cambio e degli strumenti finanziari, gestione della tesoreria aziendale multivalutaria, gestione dell’indebitamento e dei rapporti con gli istituti bancari”. Moderatrice del convegno, in quota rosa, è arruolata a sua insaputa la giornalista Mariangela Pira.

Con 260euro la Gringas International Società Anonima offre quindi una guida completa per “operare nei paradisi fiscali in modo del tutto sicuro” e guidare i partecipanti “attraverso questo misterioso mondo che muove il 60% dei capitali mondiali”. E a chi non bastasse la sola giornata di convegno per apprendere tutti i trucchi “del misterioso mondo”, gli esperti rimangono a disposizione il giorno dopo per tutti gli eventuali chiarimenti del caso. Del resto, non occorre essere miliardari per aspirare a “eludere” il fisco. Come recita l’invito al convegno: “In realtà qualsiasi professionista o imprenditore, con un fatturato di 30-40mila euro l’anno, può ottenere grandi vantaggi usando i paradisi fiscali. Oggi tutti possono trovare grandi vantaggi in operazioni o schemi d’ingegneria fiscali affrontando costi irrisori”. E quali sono questi “costi irrisori”? “Meno di 2mila euro senza nemmeno spostarsi dall’Italia”. Insomma, un gioco da ragazzi. Al confine tra legale e illegale. Anche perché il curriculum dei due relatori, che si presentano in altri siti come appartenenti a un fantomatico ordine cavalleresco (il Sovrano Ordine Cavalleresco di Antarticland), e i 260 euro di quota di partecipazione, lasciano aperta la porta a un dubbio e a una certezza. Il dubbio: il convegno è solo un’iniziativa per fare cassa a spese di aspiranti evasori. La certezza: visto il successo di partecipazioni registrato secondo La Provincia di Varese, l’Italia è davvero un paese per furbi. Talmente furbi da accettare il rischio di essere fatti fessi.