L'ordine arriva dall'assessore all'Arredo urbano. Che dice: "Questa è una via italiana e tale deve restare". Nel febbraio scorso la zona fu teatro di una rivolta da parte della comunità egiziana dopo l'omicidio di un connazionale. La decisione arriva nel giorno in cui la città riceve ufficialmente la bandiera dell'Expo
Nel giorno in cui il sindaco Letizia Moratti riceve da Shanghai la bandiera di Expo, la sua giunta si comporta come un’amministrazione di provincia governata dal Carroccio. Capita in via Padova, la strada più multietnica della città. Quattro chilometri di strade illuminate dagli auguri di “buone feste”. Inizialmente erano in sei lingue. Da oggi la lingua è rimasta una: l’italiano. A deciderlo l’assessore all’Arredo urbano Maurizio Cadeo (fratello di Cesare ex presentatore di Canale 5). Motivo ufficiale: le luminarie non erano state approvate. In realtà la scelta sembra un’altra. In una concitata telefonata con il consigliere comunale del Pd, Pierfrancesco Maran, Cadeo ha detto che “via Padova è una strada italiana e tale deve restare”. Sentito da ilfattoquotidiano.it, l’assessore spiega: “Non mi va che si strumentalizzi il Natale per il problema dell’integrazione razziale”.
Per tre anni nella zona nessuno aveva appeso le luci di Natale. Quest’anno, finalmente, si era deciso di farlo. Una ditta ha montato le luminarie natalizie. Erano installazioni in sei lingue, italiano, inglese, francese, spagnolo, arabo e cinese. Quelle italiane dovevano aprire e chiudere i quattro chilometri, “un po’ come quando ci si incontra e si dice buon giorno”, spiega Daniela Airoldi Bianchi, di Teatro Officina, che con altre 53 associazioni opera nel quartiere. Il progetto, però, non è passato al vaglio degli uffici retti dall’assessore Maurizio Cadeo, che ieri pomeriggio l’ha fatto rimuovere lasciando solo quelle italiane. Apparentemente non è piaciuto il fatto che gli auguri non fossero esclusivamente in lingua madre, perché sono rimaste solo quelle in italiano. “In realtà – spiega l’assessore – qualche privato si è rivolto direttamente all’installatore facendo inserire scritte multilingue che non erano in progetto”. E così è tornato il buio sul quartiere che nel febbraio scorso fu teatro di una rivolta della comunità araba dopo l’omicidio di un ragazzo egiziano avvenuto per mano di un giovane dominicano. La zona, dopo alcuni giorni di scontri, fu presidiata da alcune pattuglie di militari e comandi speciali dei carabinieri mentre nei mesi successivi, dopo altri disordini, si estese il coprifuoco da via Padova anche a via Sarpi, al Corvetto, in via Imbonati, in via Maciachini e alla Comasina.
Considerando le difficoltà del quartiere, anche il consigliere comunale di maggioranza, il leghista Matteo Salvini ha criticato la decisione di Cadeo: “Ogni luce in più accesa in via Padova – ha affermato l’esponente del Carroccio – è la benvenuta: male dunque ha fatto l’assessore Cadeo a rimuovere le luci, perdendo denaro ed energie che invece dovrebbe impiegare per cose più importanti”.
Maran ha chiesto spiegazioni a Cadeo via telefono, il quale, in un momento di concitazione, gli ha risposto: “E’ una via italiana e deve rimanere una via italiana, con le scritte italiane”. Parole che stupiscono. “Milano non può diventare Adro – replica Maran insieme al collega Maurizio Baruffi – le feste sono un momento di unità e pensare che le scritte in lingua urtino la sensibilità di qualcuno è da cretini. Secondo noi c’è stupidità. Le feste devono essere un’occasione per diminuire le distanze e creare inclusione. È inaccettabile che deve ospitare l’Expo”. Per Maurizio Cadeo la “decisione ora è definitava e non faccio marcia indietro”.
di Andrea Giambartolomei e Augusto Pozzoli