C’è un bellissimo sole che entra dalle finestre oggi e soprattutto una bella luce che arriva sulla mia scrivania. Un po’ di musica può servire a riscaldare un po’ di più l’ambiente: mi avvicino alla pila di cd, cerco tra quelli che mi sono stati inviati da Voi, scelgo “Meatsuit” dei Fallingice.
Loro sono una band indipendente, me l’hanno scritto nella mail, ricordo.
Indipendente… che parola fantastica. Dà l’idea dell’invulnerabilità, vi traspare la sicurezza di chi vuol cambiare un sistema di cose che non gli piace affatto e ha le idee chiare su come farlo.
Prendo il cd, lo inserisco nello stereo e vai con riff, schitarrate, voci graffianti e urla che mi riportano indietro nel tempo, agli anni Novanta, i miei preferiti. Gli anni del Grunge.
Da quel primo ascolto, seppur contaminato da altri pensieri, questo gruppo mi ha dato l’idea di dominare la musica, più precisamente, di possedere la tecnica che poi, chiaramente, è ben poca cosa se non si ha niente da comunicare. Del resto non si può esser guidati dalla musica se non si possiede la tecnica per poterla esprimere. Elementare. Così decido di contattarli, scrivo una mail e la risposta è servita come un piatto caldo.
Ed è così che ho scoperto che è già da qualche anno che si sbattono per avere un “posto al sole”, anni di gavetta per arrivare all’agognato debutto discografico.
Fallingice è un trio rock formato da Vice cantante e chitarrista nonché autore dei testi, Bem al basso e Fab alla batteria.
Fondato nel 1999, spinti dalla grande passione per il rock e più in particolare per l’alternative degli anni ’90, nel 2001 vincono il prestigioso concorso nazionale “Coop for Music” con il brano “Another Day”. Nello stesso anno partecipano al MEI (Meeting delle etichette indipendenti) di Faenza dedicandosi a un’intensa attività live varcando anche i confini e riuscendosi ad imporre anche nelle chart di Stati Uniti, Germania, Inghilterra e Francia.
Ed è grazie a questi ottimi risultati che riescono a sottoscrivere un contratto con la Ukdivision Records – etichetta indipendente inglese – con la quale realizzano il loro album d’esordio.
I testi delle loro canzoni si ispirano alla vita di tutti i giorni, ai sentimenti contrastanti che caratterizzano i vari momenti della vita. Rabbia, delusioni, noia, incertezze sono sentimenti che ispirano canzoni diverse tra loro a seconda degli stati d’animo. Nell’album infatti sono presenti canzoni a tratti malinconiche, ma anche rabbiose ed energiche. Tipico per le band filo grungiane. Ma le influenze sono anche altre, non ci si limita a un solo genere. Per una formazione rock, essere etichettati è sempre un po’ limitante. Così si cerca di suonare quel che passa per la mente senza seguire mode di alcun tipo.
“Per noi la musica ha sempre la stessa valenza: è ciò che ci permette di vivere e sognare, piangere e ridere, è la nostra grande passione. Purtroppo con Internet ha perso molto del suo significato per la maggior parte della gente. Oggi si tende ad ascoltare musica che viene propinata da radio e televisioni e a trattare i cosiddetti ‘singoli’ come materiale usa e getta. Non c’è più quella voglia di acquistare i cd e collezionare dischi. Internet , gli iPod e in generale l’era digitale hanno reso tutto troppo facile e in questo modo non si fa più tanto caso alla qualità. Il mercato è saturo e la buona musica ne risente”.
Il nome Fallingice deriva dall’inspiegabile caduta dal cielo di grossi blocchi di ghiaccio, fenomeno che per secoli si è manifestato in varie parti del mondo e l’ambizione della band naturalmente è quella di far conoscere la propria musica al maggior numero di persone possibile ed è anche questo il motivo per cui hanno deciso di comporre brani in inglese. Per chi volesse maggiori informazioni sulla band può recarsi sul loro sito: www.fallingice.net
Alla fine dell’ascolto mi sento meglio perché sento di aver capito una cosa: l’idea, quella che abbiamo di noi stessi e gli ideali insiti in noi stessi, nel presente, appartengono al passato o alle grandi cose che forse solo un giorno riusciremo a realizzare. Parte tutto dal suono e quindi da un lavoro che è una passione. Al diavolo l’insoddisfazione. E sempre Vive le Rock!