Secondo l'accusa l'ex presidente della Consulta era il referente di una finta cordata che fece saltare la cessione ad Air France. Per l'accusa fu lui a sabotare il piano del governo Prodi
La procura di Roma ha chiesto il processo per l’ex presidente della corte costituzionale Antonio Baldassarre (già multato dalla Consob per 400mila euro per la stessa vicenda) per il reato di aggiotaggio in relazione alla fallita scalata ad Alitalia. La Procura di Roma ha chiesto il rinvio di Baldassarre, già presidente anche della Rai, nella sua veste di rappresentante di una cordata che aveva presentato una proposta di acquisto della compagnia di bandiera. Secondo la procura le sue dichiarazioni fecero di fatto saltare la vendita della compagnia di bandiera ad Air France che era stata la soluzione trovata dal governo di Romano Prodi.
Il procuratore aggiunto Nello Rossi e i pm Stefano Pesci, Maria Francesca Loy e Gustavo De Marinis hanno invece sollecitato l’archiviazione per Giancarlo Elia Valori già presidente, tra l’altro, degli industriali del Lazio e di altri due commercialisti indagati che seguirono la finanziaria Sviluppo Mediterraneo, finiti sotto indagine e nei confronti dei quali non sono emersi elementi penalmente rilevanti.
L’offerta della cordata Baldassarre condizionò, in particolare, le trattative per la cessione di Alitalia ad Air France e determinò, per gli inquirenti, una turbativa del mercato. I magistrati contestano al giurista di aver presentato in data 6 dicembre 2007, nell’ambito “della procedura finalizzata all’acquisizione della quota delle azioni Spa Alitalia detenute dal ministero dell’Economia, un’offerta in competizione con le società Air France e Airone, producendo ‘a garanzia della serietà’ della stessa offerta due documenti falsi. In particolare, una ‘evidenza fondì con logo Ubs, apparentemente emesso da Ubs a favore della società Loraerive, in data 23 ottobre 2007, contenente l’indicazione dell’esistenza presso la suddetta banca svizzera di un fondo di 500 milioni di euro”. Non solo, la procura attribuisce all’imputato la presentazione di un secondo documento falso e cioè una “lettera datata 8 novembre 2007 indirizzata al professor Baldassarre e sottoscritta da tale Jurg Haller nella quale Ubs indicava come proprio cliente una società denominata Loraerive sl (facente parte della ‘cordata Baldassarre’) attestando l’esistenza di fondi a disposizione della suddetta e la disponibilità della Banca a fornire appoggio tecnico finanziario all’operazione di acquisizione delle azioni Alitalia”. Per gli inquirenti di piazzale Clodio – è detto nel capo d’accusa – si tratta di “documenti della cui falsità Baldassarre era al corrente per esserne stato informato da responsabili della banca Ubs nel mese di novembre 2007”.
Correttezza del proprio operato e rivendicazione della denuncia all’autorità giudiziaria della falsità dei documenti. Così Antonio Baldassarre si difende rispetto alla richiesta di rinvio a giudizio formulata nei suoi confronti dalla procura di Roma per aggiotaggio. In una nota diffusa tramite Alessandro Siddi, suo difensore, il giurista afferma: “L’accusa fonda la sua iniziativa sul presupposto che, in occasione della presentazione dell’offerta di acquisto non vincolante della compagnia, sarebbero stati allegati documenti e dichiarazioni che, solo all’esito di complesse attività di indagine, sono risultati falsi”. “Benchè abbia dimostrato con prove inoppugnabili – aggiunge – la correttezza del mio operato quale legale e mandatario degli operatori commerciali che ho assistito, inspiegabilmente la Procura di Roma, non solo mi individua come unico soggetto responsabile di un’asserita manovra di turbativa del mercato, ma ha addirittura ignorato che fui proprio io, in tempi non sospetti, non appena presa consapevolezza, pochi giorni dopo la presentazione dell’offerta non vincolante, della falsità dei documenti di cui si tratta, a denunziare la manovra all’autorità giudiziaria”. “La gravità dei fatti – conclude Baldassarre – colpisce non solo la mia persona, ma costituisce un pericoloso precedente che mina l’autonomia e la libertà professionale dell’avvocato per la quale cosa informerò anzitutto il Consiglio nazionale forense”.