A Roma messi striscioni al Colosseo, a Torino manifestanti dentro la Mole, a Pisa occupata la Torre pendente, a Napoli il Rettorato dell'università Federico II, a Milano gli uffici delle Agenzie delle Entrate. A Firenze uno studente è rimasto ferito
Gli studenti entrano nei luoghi simbolo delle rispettive città per protestare contro il ddl Gelmini. Nel pomeriggio a Torino è stata occupata la Mole; a Pisa la Torre pendente; a Roma, il Colosseo è stato attraversato da un corteo. Le proteste proseguono anche in altre città italiane. A Napoli è stato occupato il Rettorato dell’Università Federico II, a Firenze uno studente è rimasto ferito e a Milano sono stati occupati gli uffici delle Agenzie delle Entrate. La situazione più calda rimane comunque a Roma, dove dopo gli scontri di piazza di ieri, gli studenti oggi sono tornati a Montecitorio e hanno per circa mezzora occupato il Colosseo.
Pisa – Questa sera un gruppo di ricercatori precari e dottorandi dell’Università di Pisa è salito sul tetto dell’Osservatorio astronomico del Palazzo della Sapienza dove ha esposto lo striscione con la scritta “Ritiratelo. No al ddl, sì alla ricerca”, per protestare contro la riforma Gelmini in discussione in Parlamento. I ricercatori hanno raggiunto la Torre Guelfa della Cittadella e una volta saliti sulla vetta hanno esposto un lenzuolo verticale con la scritta “Ritiratelo. No al ddl Gelmini”. Oggi pomeriggio alcune decine di studenti universitari si sono staccati da un corteo di circa 2.000 persone e di corsa sono entrati all’interno della Torre Pendente in piazza dei Miracoli. All’esterno centinaia di loro hanno formato un cordone umano per impedire l’accesso ai turisti. Gli studenti hanno raggiunto l’ultimo anello e si sono affacciati dalla balaustra.
Firenze – Scontri tra studenti e polizia all’Università di Firenze. Alcuni manifestanti hanno tentato di entrare in un’aula del Polo delle scienze sociali, dove era in programma stamattina una tavola rotonda sull’immigrazione con il sottosegretario Daniela Santanché. Respinti con due diverse cariche dalla polizia in tenuta antisommossa, gli studenti hanno lanciato alcuni fumogeni contro le forze dell’ordine. In tutto i manifestanti erano circa 500. Un ragazzo che stava facendo delle foto è stato ferito a causa di due manganellate della polizia. Il giovane perdeva sangue dalla fronte, ma non è in gravi condizioni ed è stato curato al pronto soccorso dell’ospedale di Careggi. “Fuori si stanno picchiando, perché secondo loro i diritti sarebbero questi, tappare la bocca a chi magari, e grazie a Dio, la pensa diversamente – ha commentato dall’interno dell’ateneo Daniela Santanché – Noi ci siamo e non ci siamo fatti fermare da quello che sta accadendo fuori, non ci fermeremo e nessuno ci farà arretrare, parlo come governo italiano”. Alla fine della mattinata, erano sei gli studenti rimasti contusi durante gli scontri. Gli studenti intendono mantenere l’occupazione “almeno fino a martedì, visto che la votazione sul ddl Gelmini è slittata a quel giorno” spiega Antonio, impegnato questa sera insieme ad altri studenti, a chiudere tutti gli ingressi dei locali in piazza Brunelleschi. In tutto gli occupanti sarebbero un centinaio. Critiche all’iniziativa presa a Lettere arrivano dalla ‘Lista Aperta Firenze’ che, in una nota, dice che “questo fatto si allinea ai gesti di violenza avvenuti stamani a Novoli: “Un gruppo di sole 90 persone ha la pretesa di imporsi su tutta la comunità studentesca, nel caso di lettere su altri 9000”.
Milano – Rimarranno almeno per tutta questa notte i ricercatori universitari che stamani sono saliti sul tetto di un edificio della facoltà di Fisica, all’Università di Milano. Lo hanno confermato loro stessi.“Ci stiamo organizzando per la notte, perchè abbiamo deciso di proseguire il presidio, per ora rimarremo qui questa notte con un gruppetto di una quindicina di colleghi, poi si vedrà”, ha spiegato uno dei coordinatori della protesta.
Stamattina, alcuni giovani hanno fatto un blitz all’Agenzia delle Entrate per esporre uno striscione. Proprio in quella zona ci sono stati i primi momenti di tensione con le forze dell’ordine, che hanno effettuato una prima carica di alleggerimento. Il corteo di manifestanti contro il ddl Gelmini si è poi mosso verso piazzale Loreto, dove manifestanti e forze dell’ordine sono venuti in contatto due volte e dove la confusione ha creato disagi al traffico.”Vogliamo una discussione pubblica, con un vero contraddittorio, perchè la gente non sa che cosa si sta facendo all’Università”. E’ quanto hanno dichiarato i ricercatori della Statale, una trentina, che poco dopo le 13 hanno occupato un ampio inframezzo tra due edifici del complesso universitario in via Celoria. “Sono mesi che protestiamo – dice Alessandro Dama, ricercatore – nonostante manifestazioni, mozioni di facoltà e del Consiglio accademico che sostengono le nostre ragioni e le nostre perplessità, non riusciamo a ottenere l’attenzione dei media e del pubblico. Non è un caso se un’università ha comprato una intera pagina, a pagamento su un quotidiano”.
Torino – Gli studenti universitari hanno occupato per circa due ore la Mole antonelliana, simbolo della città di Torino. I manifestanti si sono ritrovati nell’aula del Tempio, uno dei luoghi più grandi dell’edificio che è anche sede del Museo del cinema e hanno steso alcuni striscioni. Ieri sera è stata occupata anche la sede della facoltà di Fisica e chimica, dopo l’occupazione di Palazzo Nuovo (in cui hanno sede i corsi delle facoltà umanistiche) e del Politecnico. Per alcuni ricercatori è stata la seconda notte sul tetto dell’edificio principale dell’ateneo sabaudo. Il momento clou della protesta ha toccato la sede della regione Piemonte in Piazza Castello. Lancio di uova, bottiglie d’acqua e fumogeni da parte degli studenti, respinti dopo aver tentato di entrare nell’edificio.”C’è un brutto clima, e chi lo alimenta e non ne prende le distanze dovrebbe farsi un esame di coscienza”. Così, in una nota, il presidente della Regione, Roberto Cota, dopo i disordini di questa mattina davanti alla sede della Giunta regionale.”Quella di oggi sotto gli uffici della Regione non è stata una manifestazione – aggiunge Cota – ma sono stati atti di violenza fotocopia di quelli avvenuti ieri in Senato. Le conseguenze non sono state gravi solo grazie al pronto intervento delle forze dell’ordine”.”Questi facinorosi, che vanno isolati, non rappresentano gli studenti piemontesi, che studiano con impegno con la prospettiva di trovare un lavoro e non fanno queste cose”, conclude Cota. Per iniziativa del regista Davide Ferrario, portavoce torinese di 100Autori, fino alle 20 di questa sera sono state proiettate immagini della protesta sul monumento simbolo di Torino. La Rete29Aprile annuncia che all’iniziativa è prevista la partecipazione di Luciana Littizzetto.
Bologna – Qualche tafferuglio è avvenuto anche alla stazione di Bologna. Un corteo di studenti ha tentato di entrare sfondando un cordone della polizia, ma è stato respinto. C’è stato un contatto tra i due fronti e una carica di alleggerimento, poi il corteo ha ripreso il proprio percorso lungo viale Masini. Nel pomeriggio, in piazza Verdi, il leader di Sinistra e libertà Nichi Vendola ha tenuto una conferneza stampa – fiume in cui ha toccato tutti i temi caldi dell’attualità.
Ancona – Dopo il rinvio a martedì del voto alla Camera sul ddl Gelmini, gli studenti universitari e i ricercatori che stamani erano saliti sul tetto della facoltà di Ingegneria del Politecnico di Ancona hanno concluso l’occupazione. “Oggi – hanno detto dopo sei ore trascorse al gelo – abbiamo ottenuto una prima vittoria, ma la mobilitazione della lista Gulliver-Udu prosegue. A partire da domani, con l’adesione alla protesta degli operai della Fincantieri di Ancona”. Il presidio, sostenuto anche dalla Flc-Cgil, dai segretari del Pd delle Marche Palmiro Ucchielli e di quello provinciale Emanuele Lodolini, dagli stessi operai Fincantieri, si è svolto in contemporanea a quelli di altre città sedi di ateneo.
Bari – Sulla facciata dell’ateneo pugliese sono stati esposti due grandi drappi neri in segno di lutto. Una “catena umana” composta da circa 300 tra studenti, docenti e ricercatori universitari, ha percorso il quadrilatero dell’Ateneo dove poco fa è terminata un’improvvisata assemblea, in piazza Umberto, davanti all’ingresso principale dell’Università, alla quale ha preso parte anche l’assessore regionale per il Diritto allo Studio, Alba Sasso.
Venezia – Alcune decine di aderenti al coordinamento universitario di Venezia hanno dato vita a iniziative di protesta contro la riforma Gelmini a Cà Foscari e all’Istituto Universitario di Architettura. Gli studenti hanno esposto striscioni per dire no alla riforma e per chiedere la liberazione dei due studenti fermati ieri a Roma, rimessi poi in libertà dopo la convalida.
Trieste – Gli studenti dell’Università diTrieste, che oggi hanno manifestato contro la riforma Gelmini, hanno tenuto nel pomeriggio un’assemblea nella cavea del Teatro Romano, risalente al I-II secolo d.C. e situato in pieno centro città, ai piedi del colle di San Giusto. Una cinquantina di giovani ha poi dato vita ad un corteo, che è passato davanti alle ferrovie e ha raggiunto piazza dell’Unità d’Italia, dove è stato attuato un sit in. Gli studenti, con striscioni e tamburi ed alcuni di essi indossando caschi da motocicletta, hanno scandito slogan contro il governo, chiedendo che la riforma del sistema universitario non sia approvata. La manifestazione, sorvegliata dalle forze dell’ordine, si è conclusa senza alcuna tensione.
Palermo – Stamani migliaia di ragazzi hanno invaso la città di Palermo, paralizzando la circolazione di auto e treni. Cortei non autorizzati sono partiti da tutte le scuole occupate ed autogestite raggiungendo la stazione centrale. Gli studenti del ‘Coordinamento Studenti Medi Palermo’ hanno bloccato per ore i binari della stazione centrale, causando cancellazioni e ritardi dei treni regionali. Il Coordinamento, che per oggi aveva lanciato il ‘Blocchiamo tutto day’, è unito ai 3mila universitari della Facoltà di Lettere occupata in viale delle Scienze. Il grido è stato uno solo: “Blocchiamo le città per bloccare la riforma!”. La giornata di protesta si è poi conclusa proprio alla facoltà occupata di Lettere, dove si è svolta una assemblea con migliaia di studenti medi e universitari.”Noi – si legge in una nota degli studenti di Lettere in occupazione -, soddisfatti per il grandioso risultato numerico oltrechè per l’esito di una discussione parlamentare che ha dovuto fare i conti con le piazze italiane fino al riinvio della stessa, rilanciamo con forza la mobilitazione, annunciando che l’occupazione di Lettere e Filosofia continuerà anche la prossima settimana”. L’Assemblea ha deciso di riconvocarsi per un altro incontro per lunedì pomeriggio alle 16 nell’aula magna di lettere per decidere le forme della protesta per martedì data in cui il ddl tornerà alla camera. (Guarda il video)
Ferrara – Occupato il Rettorato dell’Università degli studi di Ferrara. “La protesta – spiega Dario Alba – coordinatore della Rete universitaria attiva-Unione degli universitari di Ferrara, ha preso il via questa mattina, presso il Rettorato dell’ateneo, dove si è svolto “un corteo funebre, da parte di studenti e ricercatori, per celebrare la morte dell’università italiana”. In seguito, gli stessi studenti e ricercatori hanno occupato il Rettorato chiedendo di poter parlare con il prorettore, (il rettore è a Roma alla Conferenza dei rettori), per poter portare le proprie istanze. Dalle finestre del Rettorato sono poi stati stesi 2 lunghi striscioni che chiedono le dimissioni del
ministro Gelmini.
Siena – Da questa sera anche le facoltà di Giurisprudenza e Scienze Politiche dell’Università di Siena sono occupate. E’ la decisione presa dagli studenti senesi riuniti in assemblea nel pomeriggio nello stabile di via Mattioli che ospita le due facoltà dopo che, da due giorni, è occupata anche la facoltà di Lettere. In mattinata gli studenti dell’Università e dell’Università per Stranieri avevano organizzato un’assemblea presso quest’ ultima. Da qui è partito un corteo che ha toccato poi le facoltà di Economia, Lettere e Ingegneria, prima di approdare a Giurisprudenza e Scienze Politiche con oltre 500 studenti. Qui si è tenuta una nuova assemblea, che ha deciso l’occupazione e stabilito una serie di azioni di protesta per le vie del centro cittadino. L’occupazione delle due facoltà conclude una giornata di mobilitazione contro la legge di riforma universitaria iniziata con il tentativo, da parte di alcuni studenti, di srotolare uno striscione dalla Torre del Mangia, sventato dall’intervento della polizia.
Lecce – Dopo un corteo che nel pomeriggio ha attraversato il centro di Lecce, decine di studenti e ricercatori precari sono ritornati nell’Università per occuparne stasera i locali al termine di un’assemblea. Nell’aula magna è stato esposto un manifesto con l’indicazione ‘Ateneo occupato’.
Teramo – Singolare forma di protesta controil Ddl Gelmini all’Università di Teramo: una cinquantina, fra docenti e ricercatori, hanno occupato simbolicamente la radio dell’ateneo, Radio Frequenza, dando vita a un dibattito sull’argomento. L’iniziativa ha preso il via verso le 13, quando i docenti sono entrati in studio e hanno interrotto le trasmissioni stravolgendo la programmazione, e si è conclusa poco fa. Appreso del rinvio al 30 novembre della discussione alla Camera sulla riforma Gelmini, anche la protesta è stata rinviata a quella data. Alla protesta hanno partecipato ricercatori, ordinari, associati e anche insegnanti in pensione. “Piuttosto che un momento di protesta – sottolinea Maurizio Donato, docente di Economia politica della facoltà di Giurisprudenza, tra i promotori dell’iniziativa – è stato un momento di discussione. La radio, d’altronde, potrebbe essere una delle prime strutture da tagliare”. “Siamo soddisfatti della partecipazione che ha suscitato l’iniziativa, a giudicare dagli interventi, dalle mail e dagli sms arrivati durante il dibattito” commentano gli organizzatori.
Perugia – E’ stata occupata stasera la facolta’ di Lettere dell’Università di Perugia, da un centinaio di studenti che protestano contro il ddl Gelmini e i tagli all’istruzione. In serata, il rettore Francesco Bistoni e il preside di facoltà, Giorgio Bonamente, hanno incontrato una rappresentanza di studenti per sincerarsi che la situazione fosse sotto controllo. E’ ora in corso un’assemblea degli studenti che si stanno così organizzando per la notte e per i prossimi giorni.
Cagliari – Mobilitazione sino a martedì 30 e probabile occupazione del Rettorato. Lo hanno deciso stasera in assemblea gli studenti e i ricercatori dell’università di Cagliari che da ieri stazionano sul tetto del palazzo delle Scienze per protestare contro la riforma Gelmini, approdata alla Camera. Nuova riunione domani mattina alle 10 per preparare le iniziative per la prossima settimana. Quasi certamente ci sarà un corteo per le vie cittadine, mentre martedì alla cittadella universitaria di Monserrato e a Cagliari, probabilmente nell’aula magna di Ingegneria, si potrà seguire dai maxischermi la diretta parlamentare. “Non si possono ignorare le ragioni del dissenso manifestato da studenti e ricercatori, preoccupati per le prospettive future dell’università pubblica in Italia – dice da Roma il rettore Giovanni Melis – In un quadro di tanta incertezza legislativa e di certezza dei tagli ai finanziamenti, diventa estremamente difficile gestire gli atenei per continuare a garantire qualità dell’offerta didattica e adeguato supporto alla ricerca scientifica”.“Con questo provvedimento rischia di sparire dagli organi di governo degli atenei la rappresentanza democratica degli studenti – denuncia Enrico Lallai di Unica 2.0 – Nel consiglio di amministrazione si passa da 5 su 27 a 1 su 9”. Secondo Valentina Onnis, ricercatrice e componente della Rete29aprile, “uno dei problemi è che la valutazione delle università avverrà anche attraverso la percentuale di occupazione trovata dopo il primo anno dalla laurea. Per i 490 ricercatori dell’Università di Cagliari, le attuali prospettive sono pari a zero”. “Più che una riforma – sottolinea Marco Meloni, presidente del Consiglio degli studenti – questo provvedimento ci sembra l’ultimo colpo di coda di un governo in difficoltà”.