La pretesa che all’interno di Vieni via con me debbano essere invitati a forza tutti quelli che non si sentono rappresentati nel programma è francamente sconcertante. Non è un’enciclopedia nella quale è stata omessa una voce (“avete saltato l’Illuminismo, prego provvedere”) ed è anzi ammirevole la quantità di cose e persone che gli autori sono riusciti a mettere dentro dieci ore di televisione. Fabio Fazio, Roberto Saviano e gli altri autori del programma (Marco Posani e Pietro Galeotti, Michele Serra e Francesco Piccolo) fanno un loro affresco della società nella quale viviamo: sarà anche un affresco di parte, ma non potrebbe essere altrimenti. E’ il loro. Pretendere che la propria visione delle cose sia indiscutibile e oggettiva appartiene ad un altro genere di pensiero. Ma se 10 milioni di persone decidono di passare il lunedì sera davanti alla tv sintonizzata su Rai 3 vuol dire che a loro quel racconto, quell’affresco, piacciono, interessano. E mica perché tutti la pensano allo stesso modo: dire che ci sono 10 milioni di italiani che la pensano allo stesso modo è un ossimoro.
Inoltre, accettare il principio che in ogni trasmissione della Rai debbano essere rappresentate tutte le voci porterebbe a conseguenze incontrollabili. Mettiamo che io sia ateo, posso avere un minutino per interrompere la messa della domenica mattina su Rai 1 e dire la mia? E i testimoni di Geova? E gli avventisti del settimo giorno? Ci terrebbero anche loro… che si fa?
Quella ricetta lì della Clerici io non posso mangiarla perché sono celiaco. Voglio essere ospitato a La prova del cuoco e rifarla uguale ma senza glutine. A che ora arrivo?
Le previsioni del tempo dicono che domani piove ed è una brutta giornata. Ma io produco ombrelli e voglio andare a dire che non è mica una brutta giornata. Dove mi devo presentare?
E che dire del commissario Montalbano? Non trovate assurdo che in nessun episodio si trovi il modo di ricordare anche i successi della polizia tributaria nel nord Italia o gli ingenti sequestri dei frontalieri di Como? Solo a Vigata si arrestano i colpevoli?
Persino ne I soliti ignoti regna l’ipocrisia. Tra i mille mestieri che si alternano sul palco non ho mai trovato una escort. Eppure pare che ce ne siano, è ingiusto che non vengano rappresentate.
E’ evidente che il modo più naturale per dare spazio a chi ha un punto di vista diverso rispetto a quello di Vieni via con me non è infarcire di voci dissonanti quel racconto creando un effetto babilonia che ottenga lo scopo di rendere indistinguibili le opinioni. Se quel programma (pagato con soldi pubblici da un’azienda che grazie a quel programma sta incassando molti soldi privati) viene ritenuto ideologicamente, culturalmente di sinistra, nessuno impedisce a Rai 1, per esempio, di mettere su un programma ideologicamente, culturalmente di segno opposto. Un programma nel quale invece che di integrazione o povertà si parli di fama e di successo. Nel quale invece di farci pensare che tutti potremmo trovarci nella condizione di Welby o Englaro, ci facciano sperare che tutti potremmo diventare ricchissimi e avere una modella (o un modello) nel letto.
Ce n’è già uno su Canale 5 proprio il lunedì sera, ma fa niente.
P.S. In quasi tutte le analisi del fenomeno Vieni via con me si dimentica una cosa: che è un programma fatto meravigliosamente bene da persone di grande talento che raccolgono i frutti di un lavoro di anni. Anni spesi ad ottenere fiducia e rispetto da protagonisti della cultura e della società, artisti di ogni genere, politici di praticamente tutti gli schieramenti. In questi anni, molti hanno preso per zuccherosa marzullaggine il garbo e la buona educazione di Fazio, non considerando che se vuoi rispetto e considerazione devi anche offrirne.
P.P.S. Ci avete fatto caso che gli unici sacerdoti che fanno venire voglia di tornare in chiesa ormai si vedono solo su Rai 3?