Berlusconi e Frattini sono alla caccia dei mandanti del complotto internazionale in atto “per colpire l’immagine dell’Italia”. Per una volta vogliamo aiutarli, anche a costo di passare per delatori di professione, ma quando sono in gioco i destini della patria non si può e non si deve esitare.
L’immagine dell’Italia è sporcata dall’europarlamentere Dell’Utri condannato in primo e secondo grado perché trattava con i mafiosi.
L’immagine dell’Italia è infangata da un presidente del consiglio, amico del signor Marcello, e che ospitava in casa sua un mafioso noto, sanguinario, pluricondannato.
L’immagine dell’ Italia è lordata dalla scena vista da milioni di persone di un piccolo uomo che sbava nell’aula del parlamento europeo insultando i suoi oppositori.
L’immagine dell’Italia è deturpata dagli editti bulgari, dai conflitti di interesse, dai dossier contro gli avversari, dal metodo Boffo, dallo squadrismo mediatico, dai festini, dalla rivendicazione dei proprio vizi come pubbliche virtù.
Eppure questi signori fingono di non sapere, negano, farneticano di un complotto internazionale che avrebbe organizzato la trasmissione delle immagini del crollo di Pompei, dell’immondizia a Napoli, della mancata ricostruzione a l’Aquila.
Siamo davvero in presenza della “Manomissione delle parole”, per riprendere il titolo dell’ultimo efficacissimo libro di Gianrico Carofiglio.
Lo scandalo non sta nella incuria, nelle bugie , nel taglio dei finanziamenti, nelle promesse non mantenute, nel cinismo di chi ha illuso i disperati per un pugno di spot; lo scandalo sta nella “trasmissione delle immagini”, per altro pochissime e quasi tutte su quei pochi canali che ancora sfuggono al loro controllo.
C’è poco da ridere, siamo in presenza di forme paranoiche tipiche dei regimi in disfacimento, ma ancora in grado di sparare le ultime e violentissime “raffiche di Arcore”
Paranoia per paranoia, arroganza per arroganza, vogliamo segnalare la faccia tosta con la quale Bondi e famiglia stanno rispondendo alla documentata e rigorosa inchiesta portata avanti dal Fatto e da Malcon Pagani. giornalista serio e rigoroso che sta conducendo una autentica campagna civile in relazione al finto premio cinematografico consegnato a Venezia il 3 settembre scorso a Michelle Bonev, attrice tanto cara al presidente del consiglio.
Chi ha pagato i 400 mila euro della trasferta della delegazione bulgara? Il governo italiano? Quello bulgaro? La signora Bonev, come ora spergiura, dopo aver taciuto per giorni. E perché avrebbe pagato per un premio finto? Chi ha imposto il premio che non c’è e che, per la verità, non risulta neppure nel catalogo ufficiale della mostra del cinema di Venezia? Come mai un film di così grande valore non è stato ancora distribuito?
Per quale ragione il primo ministro Barisov ha sentito il bisogno di rendere pubblica la sua lettera con la quale autorizzava il viaggio “ purché le spese fossero pagate dalla parte ricevente”? Chi era l’utilizzatore finale della pellicola?
Un governo che ha dato così tanto rilievo alle parole e alle carte di uno strano ministro dello staterello di Santa Lucia, non vorrà mica snobbare le parole di un presidente del consiglio della vicina Bulgaria? Per altro un paese che ha sempre ispirato il piccolo Cesare, come dimenticare quella straordinaria esibizione, quando, forse ispirato dal ricordo del regime comunista, chiese ed ottenne le teste di Biagi, di Santoro, di Luttazzi, di Freccero, di Travaglio?
Perché Bondi non risponde al Fatto? Perché non smentisce di aver inventato il premio fantasma?
Perché non smentisce di aver distribuito favori e incarichi all’ex marito e al figlio della sua compagna? Parlerà anche lui di un complotto internazionale? Denuncerà quelli che sporcano l’immagine dell’Italia all’estero, magari in Bulgaria?
Di fronte a tanto squallore non possiamo che condividere le parole di Andrea Purgatori, grande giornalista, autore ricco di passione civile, uno dei coordinatori dei cento autori e della protesta “Tutti a casa.”, quando dichiara al Fatto: “…Bondi si deve dimettere. E’ la prima volta che sento di un premiato che si sobbarca le spese per ricevere una coccarda. Spero che dopo tutte le promesse non rispettate e una gestione del dicastero nepotista e inetta che lo qualifica come il ministro meno produttivo di sempre, su di lui spenda una parla anche il presidente Napolitano”. Sottoscriviamo e vogliamo ricordare che si tratta dello stesso ministro che ha speso parole oltraggiose, quando migliaia di donne e di uomini del cinema italiana hanno fatto sentire la loro voce durante la mostra del cinema di Roma. “Quella non è gente di cultura..”, dichiarò il ministro bulgaro, mentre nelle stesse ore si preoccupava di sistemare i parenti acquisiti…
Forse sarebbe meglio, per lo stesso ministro, presentare le sue dimissioni prima della discussione nelle aule parlamentari, anzi potrebbe persino autodenunciarsi come parte del complotto in atto per sporcare l’immagine dell’Italia all’estero.
Finalmente avremmo trovato uno dei colpevoli, per di più un ex comunista che continua ad amare la vecchia, cara Bulgaria, antico baluardo dello stalinismo più bieco…..
P.S. Il ministro se ne deve andare non solo perché non è ancora riuscito a rispondere alle domande che gli ha rivolto il Fatto, ma anche perché non è stato in grado di rispettare nessuno degli impegni che aveva assunto con l’industria del cinema e dello spettacolo, non solo dunque è un ministro reticente, ma anche un ministro inefficiente, più impegnato a difendere il lodo Alfano che non le ragioni della cultura italiana. In attesa della sorte della mozione di sfiducia parlamentare perché non proviamo anche noi a promuovere una eventuale petizione popolare?