Nonostante la paralisi parlamentare, il Senato approva una leggina per salvare il posto a 416 presidi siciliani promossi a un concorso poi annullato per una lunga serie di irregolarità. Una leggina bipartisan che si cerca di far entrare in vigore con eccezionale rapidità: per il 13 e 14 dicembre, infatti, tutti i candidati, sia promossi che bocciati, alla precedente prova sono stati riconvocati per la ripetizione del concorso. Si vuole, insomma, che a dirigere le scuole siciliane siano scelte persone selezionate in base al merito.

Non era stato certamente così alla prova annullata in seguito a un ricorso accettato da Tar, Consiglio di Stato e persino dal Capo dello Stato. Che cosa era successo? Che dei 1500 candidati solo 500 si erano visti ammessi agli orali: ai bocciati, tuttavia, non erano stati neppure corretti i compiti scritti. “Abbiamo impiegato quattro anni per avere giustizia – osserva Valeria Mendola, una delle ricorrenti più impegnate – Hanno dovuto nominare un commissario ad acta per fare applicare le sentenze che imponevano la ripetizione del concorso, ed ora con una leggina sostenuta da parlamentari di tutti i partiti si chiede una sanatoria delle posizioni di chi ha superato le prove senza alcun criterio di merito. Una leggina che deve ancora essere pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale e che comunque non tiene in alcun conto quello che ha stabilito la magistratura. Roba da paese delle banane“. La Mendola tuttavia non si rassegna, ed è pronta a contestare anche questa mossa. Le sue motivazioni sono chiare: “Sono diventati presidi anche personaggi che hanno presentato temi con errori di grammatica. I promossi che ritengono di essere preparati, dovrebbero essere i primi a far sì che i loro incarichi siano avallati da un giudizio senza imbrogli“.

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