GINEVRA – Un’altra vittoria per l’Udc (Unione democratica di centro), il partito di estrema destra svizzero. Un anno fa si imponeva il referendum presentato da questa formazione politica sul blocco della costruzione di nuovi minareti. Ieri, un’altra iniziativa dell’Udc, sempre sullo stesso tono, è stata accolta dalla maggioranza degli svizzeri: il 52,9% ha detto sì all’espulsione automatica degli stranieri autori di reati gravi o che abbiano abusato delle prestazioni sociali.
Fabrice Moscheni, presidente dell’Udc, ha sottolineato: «Gli stranieri che vengono in Svizzera e che vi sono accolti devono rispettarne le leggi e le regole. Se commettono crimini importanti, devono essere rinviati a casa loro, da dove sono venuti. Perché qui in Svizzera non hanno niente da fare». In un editoriale del quotidiano Le Temps nei giorni scorsi si leggeva: «Siamo diventati pazzi? Diventeremo complici di un atto liberticida?» Il referendum appena approvato prevede che l’espulsione automatica avvenga nel caso di reati gravi, come lo stupro, altri reati sessuali, atti di violenza come quelli legati al banditismo il traffico di droga, ma anche le truffe all’assistenza sociale. Il governo, prevedendo la vittoria, aveva presentato un controprogetto, che cercava di rappresentare un compromesso (proponeva di stabilire l’espulsione caso per caso, non in maniera automatica), ma questo è stato bocciato dal 54,2% degli elettori.
L’esecutivo, in effetti, teme i problemi giuridici che la Svizzera potrà avere con l’Unione europea, perché le nuove regole riguarderanno pure gli italiani, i francesi, i tedeschi e tutti gli altri cittadini comunitari attualmente residenti nella confederazione. Berna ha concluso con la Ue accordi bilaterali, in particolare sulla libera circolazione dei cittadini, che potrebbero essere in contraddizione con le nuove espulsioni. Le altre critiche rivolte alle richieste dell’Udc riguardano il fatto che, oltre al mafioso a capo di un ingente traffico di droga, dovrà fare ritorno a casa pure la donna delle pulizie immigrata che non ha dichiarato alcune ore del suo lavoro, non pagando quindi i contributi sociali previsti. Inoltre il provvedimento potrà interessare anche persone, esponenti della seconda generazione di immigrati, nati in Svizzera e che in molti casi non parlano neppure la lingua del loro Paese d’origine. Infine, come sottolineato da Amnesty International, l’espulsione verso certi Stati rappresenterà la possibilità probabile che queste persone siano sottoposte alla tortura o alla pena di morte.
Sono tutte critiche rimaste inascoltate da parte della maggioranza degli svizzeri. E al di là dei limiti del bacino elettorale dell’Udc. Questo è il primo partito in Svizzera, ma controlla il 27% del Parlamento nazionale. Per far passare il referendum, la formazione ha dovuto convincere gli elettori di altri partiti, pescando soprattutto fra quelli del Ppd (Partito popolare democratico, in sostanza i democristiani) e il Plr (Partito liberale-democratico), che si collocano nell’area di centro-destra. E che, in effetti, durante la campagna elettorale sono rimasti assai «silenziosi». D’altra parte in un Paese dove il 21,7% della popolazione è costituito da stranieri, certe paure crescono inesorabilmente. I risultati mostrano comunque una certa spaccatura della Svizzera a livello territoriale. Ha votato si’ una schiacciante maggioranza nei cantoni tedeschi e nel Ticino. Mentre la novità, in realtà, non è passata a Ginevra e nel grosso dei cantoni francofoni.
Ieri un altro referendum, stavolta proposto dai socialisti, è stato invece bocciato. Proponeva una soglia minima di imposizione per chi dichiara più dell’equivalente di 187mila euro netti all’anno. Attualmente, invece, i singoli cantoni possono fissare l’aliquota minima e alcuni di loro giocano proprio su livelli particolarmente bassi per attirare le persone più ricche. Il 58,5% degli svizzeri ha detto no. Probabilmente temendo che l’immagine della confederazione all’estero, come di un «comodo», accogliente (e spudorato) paradiso fiscale, potesse essere deturpata.
Alessandro Verani