“Le rivelazioni? Mi sono fatto una risata”. E’ questa la prima reazione di Silvio Berlusconi ai contenuti dei cable riservati della diplomazia americana che riguardano il nostro paese. Il ritratto di B. disegnato dai funzionari dell’ambasciata di via Veneto è impietoso: Dai “festini selvaggi” che preoccupano gli statunitensi, allo stretto rapporto del premier italiano con Vladimir Putin (“sembra il suo portavoce in Europa”), fino al sospetto che dietro l’amicizia fra i due leader ci siano degli interessi personali in grado di condizionare le politiche economiche ed estere dei due paesi.
Palazzo Chigi butta acqua sul fuoco. In una nota diramata in nottata si legge che “si tratta solo di giudizi politici di un’incaricata d’affari della sede diplomatica statunitense. Posizioni che sembrano ricavate dalla lettura dei giornali italiani. Rispetto a quello che sta venendo fuori negli altri paesi non è niente”.
In realtà fonti vicine a Palazzo Chigi riferiscono una forte preoccupazione per le conseguenze che che queste rivelazioni potranno avere sulla tenuta dell’esecutivo. Soprattutto in vista del passaggio parlamentare del 14 dicembre. Come riportano alcuni quotidiani, gli uomini del presidente stanno cercando, fin da prima della pubblicazione dei files segreti, contatti all’interno del Pd e dell’Udc per avere la rassicurazione di non strumentalizzare politicamente le notizie e gli scandali che a partire da ieri sera hanno iniziato a circolare.
Come riporta Repubblica, nei giorni scorsi Gianni Letta e Franco Frattini hanno cercato Massimo D’Alema. Non solo in veste di uomo forte del Partito democratico ma soprattutto come presidente del Copasir, l’organo parlamentare che vigila sui servizi segreti. L’obiettivo sarebbe quello di evitare un’imbarazzante audizione del premier davanti al comitato. La risposta di D’Alema per il momento è attendista.
Se per il momento nell’entourage del Cavaliere si tira un respiro di sollievo rimangono i dubbi sulla citazione, riportata in un cable, di un oscuro mediatore fra il Capo del governo italiano e Putin, testa di ponte fra i due. Come scrive il Corriere della Sera l’unico uomo dello staff di B. a parlare russo è Valentino Valentini, assistente speciale per gli affari esteri di Berlusconi.
Sempre dalle colonne del quotidiano di Via Solferino interviene anche il ministro della Difesa Ignazio La Russa che derubrica le informazioni pubblicate da Wikileaks come “gossip scadente. Frutto di chi guarda le cose attraverso il buco della serratura”. Una difesa d’ufficio quella del ministro, che sui troppo stretti rapporti fra Berlsuconi e Putin aggiunge: “Che Berlsuconi sia l’artefice del primo incontro tra Russia e Stati Uniti non ce lo deve certo spiegare Wikileaks”.
Ieri il titolare degli Esteri Franco Frattini aveva parlato di “11 settembre della diplomazia”. Un’espressione che piace anche a La Russa che si limita ad aggiungere che secondo lui d’ora in poi “i diplomatici dovranno stare più attenti ed essere più prudenti nei loro rapporti”.
Insomma la maggioranza fa quadrato intorno al Capo e rispetta l’ordine di scuderia di minimizzare e ostentare tranquillità.
Anche a partire dall’agenda internazionale del presidente che oggi partirà in missione e toccherà proprio alcuni dei paesi al centro dei report del sito di Julian Assange. Oggi sarà a Tripoli da Gheddafi (“usa il botox ed è un vero ipocondriaco”), domani ad Astana in Kazakistan per discutere degli investimenti dell’Eni nel paese centroasiatico e infine a Sochi, in Russia (“uno stato della mafia), per un incontro bilaterale con Putin e Medvedev proprio sull’energia.
I commenti di Frattini e Letta
Dopo le dichiarazioni di ieri, il ministro degli esteri Franco Frattini è torntato a condannare le rivelazioni di Wikileaks che, dice, “vuole distruggere il mondo” ed esorta la comunita’ internazionale “quella vera, quella che vuole migliorare il mondo, a reagire compatta senza commentare senza retrocedere sul metodo della diplomazia, senza lasciarsi andare a crisi di fiducia, che se diventa sfiducia reciproca puo’ bloccare collaborazioni fondamentali per risolvere grandi situazioni di crisi”.
“Se questi sono i costumi dell’epocain cui viviamo c’è da restare atterriti e sconfortati”. Il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta commenta così la diffusione da parte di Wikileaks dei documenti della diplomazia americana che riguardano capi di stato e di governo di tutto il mondo. “La coincidenza ha voluto che questa cerimonia che ci invita a leggere cose belle, pulite, utili, avvenisse nel giorno in cui i giornali squadernano una quantità di presunti segreti che riguardano l’universo mondo e anche il nostro paese – ha detto Letta durante la cerimonia dei premi Coni-Ussi -. Queste cose inducono allo sconforto e allo sconcerto perchè se questi sono i costumi della vita politica c’è da essere atterriti”.