Politica

Fini, applausi al manganello

Una collega che stimo mi dice: “Fini è ritornato quello di sempre”. Si riferisce alla solidarietà del presidente della Camera alle forze dell’ordine che in queste ore non hanno risparmiato cariche contro gli studenti che manifestano contro il ddl Gelmini, definiti dallo stesso Fini solo “estremisti che hanno bloccato Roma”.

E’ questa l’attenzione e la considerazione che la nuova destra vuol concedere alle rivendicazioni, giuste o meno che siano, che vengono da fette importanti della società. Forse Fini non è ritornato quello di sempre, semplicemente non è mai stato altro. E non mi riferisco al passato fascista, post-fascista e berlusconiano. Basta ricordarsi di Genova, G8 del 2001, forse il vero inizio dell’era che stiamo vivendo.

Giuseppe Pericu, sindaco di Genova nel 2001 (eletto nel 1997, riconfermato nel 2002, ha guidato la città per dieci anni), ha sempre chiesto l’istituzione di una commissione d’inchiesta parlamentare su quei giorni drammatici e lo scorso agosto al Fatto Quotidiano ha spiegato a cosa sarebbe servita: “Per chiarire alcuni aspetti di responsabilità politica sui quali è rimasta una fitta coltre di mistero, come sulla presenza di Gianfranco Fini, vicepresidente del Consiglio, nella sala operativa della Questura di Genova”.

Mi piace ricordare questa richiesta di chiarimenti (altro che la cucina Scavolini), alla quale il capo di Futuro e libertà non ha mai dato risposta, nel giorno in cui Fini esprime solidarietà alle forze dell’ordine che caricano gli studenti. Forse una nuova destra per essere davvero credibile, non più fascista e non più berlusconiana, dovrebbe ripartire proprio da quei giorni, chiarire tutte le responsabilità politiche di Genova 2001. Per eliminare tutti i legittimi dubbi di un semplice riposizionamento, gioco politico delle parti per riempire vuoti, avendo capito che ormai il re è sempre più nudo e che dal carro di Arcore forse conviene scendere.