Chi restituirà ai contribuenti italiani i soldi che la Rai ha regalato ad una signora bulgara di nome Dragomira-Michelle Bonev? Chi volesse saperne di più potrà utilmente leggere il nuovo e documentatissimo articolo che Malcom Pagani e Carlo Tecce hanno dedicato ad una vicenda che ben rappresenta l’Italia berlusconiana, quella dei festini, delle escort, che tanto orrore ha suscitato persino nei riservatissimi rapporti curati dai più accreditati funzionari degli Stati Uniti. La storia di Dragomira sembra confermare il giudizio consolidato, questa volta non sarà neppure necessario aspettare le prossime rivelazioni di WikiLeaks.
Per quale ragione la signora è stata invitata a Venezia con 40 persone al seguito? Perchè le è stato assegnato un finto premio? Perchè quello splendido film non è mai stato distribuito? Chi ha pagato questa “missione internazionale”? Come se non bastasse, lo conferma l’inchiesta del Fatto, si è anche appreso che Rai Cinema avrebbe pagato un milione di euro per l’acquisto dei diritti del film di Dragomira. Una cifra del genere, tanto per capire, non viene oggi garantita neppure a registi come Sorrentino, per non parlare di tanti giovani che hanno grande talento, ma mancano di altri requisiti assai graditi ai Papi di turno, e non ci riferiamo certo alla cattedra di Pietro, bensì al lettone di governo.
Il finanziamento, qui siamo oltre l’avanspettacolo, sarebbe stato disposto, ma potremmo anche eliminare il condizionale, in seguito ad un intervento del direttore generale Masi, già segretario generale di palazzo Chigi proprio con Berlusconi, ma guarda che combinazione, e sarebbe motivato con la necessità di rispettare gli accordi internazionali con la Bulgaria in materia di scambi culturali.
E’ vero quanto hanno scritto Pagani e Tecce? Perchè la Rai non risponde? Eppure basterebbe rendere pubblica la lettera di Masi, rendere trasparenti i termini di questo contratto e provare a spiegarlo ai cittadini, magari anche alle donne e agli uomini del cinema italiano che stanno lottando per la sopravvivenza. Già che ci siamo, Masi potrebbe anche spiegare ai dipendenti, che lo hanno appena sfiduciato, come sia possibile dare un milione alla signora bulgara e poi annunciare lacrime e sangue per tutti gli altri.
Al di là di queste valutazioni, resta il disgusto per una compagnia di giro che, mentre il ministro distribuiva insulti ai protagonisti del cinema nazionale, trovava il tempo di occuparsi di Dragomira e delle sue sorelle. Anzi, non contento, proprio in quei giorni il fido Bondi strepitava contro la giuria di Venezia e minacciava di ricondurre a sè la scelta della giuria medesima: “Ci mettiamo i soldi, potremmo mettere bocca nella scelta della giuria…”, una frase degna della Bulgaria di altre stagioni, così magari il prossimo anno avrebbero tentato di far assegnare alla signora Michelle il Leone d’oro alla carriera, quello per la migliore interpretazione. Quello per la regia, invece, potrebbe essere assegnato dal ministro Bondi all’amico Silvio, sarebbe davvero una bella storia d’amore, in tutti i sensi.
P.S. Quanta nostalgia, invece, per Mario Monicelli, non solo un grande maestro, ma anche un grande italiano che, sino alla fine, non ha mai voluto disertare i grandi appuntamenti per la difesa della legalità, della costituzione, della dignità individuale e collettiva!