Scuola

Lettera aperta all’università italiana

Cara università (e quando dico università intendo rivolgermi alle centinaia di migliaia di studenti, dottorandi, assegnisti, borsisti, ricercatori e docenti italiani che hanno manifestato negli ultimi tempi in tutte le città dello Stivale),

ti scrivo per dirti che ti sono vicina, che sono al tuo fianco oggi come lo sono stata ieri. So che è un momento di grande smarrimento, paura, sgomento. So che ti senti minacciata e ferita da una giovane e morigerata signora che chiamano ministro. E lo sei. Sei gravemente minacciata da un governo di ispirazione totalitaria e dai suoi più “illustri” servi, che hanno ormai invaso qualunque palazzo, ente o istituzione: dagli ospedali alle scuole, dalle testate giornalistiche alle parrocchie. So che sei già vittima sacrificale di baroni, logge massoniche e parentopoli varie. Io però credo ancora in te, nei tuoi valori e nella tua fondamentale importanza culturale e sociale, e quindi devo chiederti di continuare a sperare nel tuo futuro, e di continuare a difendere i tuoi diritti, le tue esigenze e la tua preziosa dignità.

So che persino le forze dell’ordine, schierate in assetto antisommossa, sono state costrette a manganellarti, e sono certa che non avrebbero voluto farlo; si ritrovano a fare da braccio armato al regime piduista che vuole sottometterti al potere, impoverirti e distruggere la tua autonomia. Probabilmente quegli uomini in divisa non hanno ancora trovato il coraggio di ribellarsi e chiedere il conto ad un Governo che ha vessato anche loro con tagli indiscriminati e offese ineguagliabili. Ben altri individui, credi a me, dovrebbero essere oggetto delle loro attenzioni. A cominciare dai tanti politici criminali che non hanno bisogno di essere difesi dai cittadini e invece meriterebbero di essere scortati verso le patrie galere.

Non sei sola, università. Prendi gli scritti di Piero Calamandrei e di Sandro Pertini, rivedi le ultime interviste del grande e indimenticato Mario Monicelli che esortava i giovani a ribellarsi, trova la forza e il coraggio in quelle meravigliose parole di libertà e uguaglianza e continua a chiedere a gran voce che questo Governo si dissolva e porti con sè tutte le sue cattive intenzioni. Non chiuderti in casa o in aula, continua imperterrita e orgogliosa a invadere le strade con i tuoi cori e colori, perchè la battaglia non può finire così. Vedrai che con il passare dei giorni anche gli scettici, anche quelli che ti guardano male e non ti capiscono, si sveglieranno dal torpore e si uniranno alla tua legittima protesta. La tua è una battaglia che appartiene a tutti i cittadini perché non difende semplicemente il tuo perimetro, ma la dignità di un intero popolo e il futuro di tutti, anche dei figli di quegli uomini e quelle donne che oggi hanno paura di affrontare a viso aperto la drammatica realtà in cui versa il Paese.

Non farti scoraggiare dai servi di regime che, con disonorevoli auspici di cossighiana memoria, istigano alla violenza nei tuoi confronti. Non lasciarti abbattere da chi, in preda a deliri di onnipotenza virile, cerca di deriderti. Quell’omino malato che disegna slip da donna ai vertici europei e che dalla diplomazia Usa è visto come inefficente e incapace, non è riuscito nel suo macabro intento. Ha provato ad iniettare nel popolo italiano l’ignoranza, attraverso i suoi giornali di regime, e adesso sappiamo che ha miseramente fallito, perchè tu stai ampiamente dimostrando che ci sei e che hai capito a quale gioco sta giocando. E’ fallito, anche grazie a te, il tentativo di manipolazione del pensiero. Stai dando all’Italia una grande lezione di vita, e noi dobbiamo farne tesoro. E allora continua, dimostra a quei quattro politicanti da strapazzo che non appartieni a loro, e che, seppure senti fortemente la necessità di cambiare, non vuoi certo morire, e difenderai la tua vita con le unghie e con i denti.