Scuola

Rivolte vecchie & nuove

Sul Fatto online di sabato 27 e seguenti, Massimo Fini nel suo post La rivolta dei nuovi sudditi, dedicato al paragone tra il nuovo movimento degli studenti e quello del ’68, conclude sommaria/mente nel modo seguente.

“Col sessantotto non c’è nessun parallelo. I ‘sessantottini’ erano figli annoiati della borghesia che cavalcavano, grottescamente, un’ideologia morente, il marxismo leninismo, e in piazza non ci andavano con le uova ma con le spranghe. Questi son giovani non ideologizzati che lottano per il loro futuro e le loro legittime aspettative di carriera. Quelli, figli della borghesia, invece scendendo in piazza la carriera se la preparavano. Tanto è vero che sono diventati tutti, come minimo, direttori del ‘Corriere della Sera’.”

Preferendo sorvolare sui parallelismi tra il movimento del 2010 e quello del 1968, contesto subito a MF che non basterebbe un’enciclopedia per delinearli e differenziarli tutti. Se è pur vero che la maggioranza di noi era figlia della borghesia, grande o piccola che fosse, visto & considerato il consistente numero di studenti lavoratori, si capisce come ci fossero anche i figli delle classi meno abbienti, i quali l’università la utilizzavano per sostenere gli esami e basta!

Non è vero che tutti noi cavalcassimo “grottescamente un’ideologia morente, il marxismo leninismo” – visto che la maggioranza silenziosa degli studenti si guardava bene dal far politica, e considerando anche che, mentre les copains d’abord favoleggiavano di lotte proletarie persino armate, il sottoscritto studiava Freud & McLuhan dedicandosi per sovrammercato alle carceri, agli ospedali psichiatrici e via discorrendo.

Mi sto riferendo alla sarà famosa libera & sociologica Università di Trento, frequentata da teste pensanti diversissime tra loro come per esempio Mauro Rostagno, Renato Curcio & altri, dalle impostazioni ideologiche dei quali si dipanarono diverse organizzazioni rivoluzionarie o tornacontiste, come le toste Brigate Rosse e la vana Lotta Continua – insieme sì, ma separatamente anche! E nonostante codeste rumorose eclatanze, il grosso, la maggioranza degli studenti soprattutto quelli lavoratori, badava a studiare e a impostare le proprie, “legittime aspettative di carriera”– come acuta/mente osserva MF.

Il fatto che questa maggioranza silenziosa & pacifica nemmeno si menzionasse mentre si stra/parlava e si over/scriveva della minoranza esagitata – della quale anch’io, benché da posizioni anomale separate & distinte, feci pur parte – risiede nell’as/satanamento bavoso dei media italiotti ripresi addirittura da McLuhan in persona dalla Biennale di Venezia del 1977, e dalle buone & alte o basse borghesie milanesi, torinesi, romane e chi più ne ha più ne metta, le quali, invitando nei loro salotti i più esagitati di noi, non volevano sentir cianciare che di rivoluzione.

Quanto poi al paragone che fa MF, tra le uova portate in piazza dagli studenti di oggi e le supposte spranghe indistintamente attribuite agli studenti di ieri, mi dispiace deluderelo affermando che a Trento – dove il nostro movimento antiautoritario non era equiparabile ai metodi maneschi di Capanna con i suoi katanga statal milanesi – talvolta usammo bastoni vessilliferi, ma nemmeno una volta la benché minima ombra di spranghe & affini.

Il fatto che alcuni di noi con particolare riferimento ai celebri avventuristi & opportunisti lottatori continui, ricercassero nel glamour di una contestazione del tutto spettacolare i modi di ripianarsi carriere lobbistiche e quant’altro, non significa affatto che tutti noi altri ci si sia comportati nello stesso modo. Come per esempio ricalca rincarando Renato Curcio nella seguente dichiarazione:

Lotta Continua è uno dei giornali che plaude all’azione contro Calabresi e in qualche modo la costituisce, la costruisce tanto quanto la Sinistra Proletaria, giornale che in quel momento dirigevo io, tanto quanto il giornale che dirigevano Piperno & Scalzone [Potere Operaio, nda]. Allora io dico che Mauro Rostagno non ha una responsabilità maggiore o minore di qualcun altro, Mauro ha la stessa responsabilità che abbiamo tutti noi. Però il problema di fondo è: assumersi o no quella responsabilità. Ora, io me lo sono assunta dicendo che sono una delle persone responsabili di quel fatto e ritengo di aver fatto bene a dire le cose che ho detto e mi assumo gli esiti di quel tipo di cose. La stessa cosa ha fatto Scalzone, la stessa cosa ha fatto Piperno, la stessa cosa non hanno fatto i responsabili di Lotta Continua…”

Ciò per dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio, che non tutte le erbe sono convertibili in fasci e/o lobby, magari per giungere a indebite generalizzazioni che, se da una parte disinformano proprio coloro che vorrebbero in/formare – in questo caso il movimento 2010 degli studenti – dall’altra giustificano agli occhi dei più una ristretta minoranza di profittatori & usurpatori, confondendo il loro comportamento con tutti coloro i quali, io compreso, il sixtyeight and so on, l’han pagato a caro prezzo, e che prezzo!

Senza questo benedetto & stramaledetto sixtyeight, per italiotto che sia stato, saremmo ancora tutti immersi, MF compreso, nell’immota italietta d’allora e, destino non voglia, di nuovo adesso. “Fino a quando, mio Dio?!” – si chiedeva scongiurando Henry Miller a proposito di Arthur Rimbaud, ma non soltanto.