La Procura generale di Catanzaro ha presentato ricorso in appello contro le assoluzioni nei confronti di dodici imputati nel processo abbreviato Why Not, su presunti illeciti nella gestione dei fondi pubblici. Il ricorso riguarda, tra gli altri, i due ex presidenti della Regione Calabria, Agazio Loiero, e Giuseppe Chiaravalloti.
Nelle 124 pagine del ricorso i sostituti procuratori generali, Eugenio Facciolla e Massimo Lia, sostengono che la principale teste d’accusa, Caterina Merante, è credibile e, nella sentenza del Gup Abigail Mellace, è stata ingiustificatamente screditata. Alla base delle motivazioni di appello ci sono anche alcune fonti di prova ed alcuni riscontri che, secondo la Procura generale, non sono state prese in considerazione dal giudice.
La Procura generale sostiene, inoltre, che esisteva una stabile associazione per delinquere tra alcuni pubblici ufficiali e imprenditori privati interessati ad aggiudicarsi i progetti regionali finanziati con i fondi pubblici. Il ricorso per l’assoluzione dal reato di abuso nei confronti di Agazio Loiero riguarda un capo d’imputazione relativo a un progetto per il censimento del patrimonio immobiliare. Per Chiaravalloti, invece, la Procura generale si è opposta all’assoluzione per il capo d’imputazione relativamente ad un progetto regionale sull’informatizzazione chiamato ‘Ipnosi’. Per quanto riguarda gli imprenditori ed i funzionari regionali il ricorso riguarda tutti i capi d’imputazione, sempre per il reato di abuso, relativamente a progetti regionali.
Il processo con rito abbreviato si è concluso nel marzo scorso con otto condanne e 34 assoluzioni. Nell’udienza preliminare sono state prosciolte 17 persone e rinviati a giudizio 27 indagati. Il processo per questi ultimi proseguirà a gennaio del 2011. Il due novembre scorso la Procura generale ha presentato il ricorso per i proscioglimenti decisi nell’udienza preliminare.