Se a scuola ti scappa la pipì? Puoi andare in bagno una sola volta al giorno. Altrimenti te la fai addosso. E questo è un ordine (“di servizio” si dice nel gergo burocratico) che Maria Raciti, la direttrice della scuola elementare Duca d’Aosta di Monfalcone ha indirizzato ai suoi insegnanti. Il testo della circolare è il seguente: «I docenti, registrandole sul registro di classe possono autorizzare uscite – di norma un alunno alla volta – per l’uso dei servizi igienici richiamando l’attenzione del collaboratore scolastico in servizio al piano; i docenti non autorizzeranno più uscite nello stesso giorno per l’uso dei servizi igienici a meno che non ci sia precisa richiesta della famiglia, certificazione medica, palese difficoltà o indisposizione dell’alunno».

Una disposizione che il segretario della Cisl scuola Dario Cauzer ha subito contestato definendola “inaudita e inammissibile”. Tanto che gli insegnanti in massa (e col pieno appoggio dei genitori) hanno deciso di disattendere. Correndo il rischio di essere perseguiti sul piano disciplinare. “Ma come si fa – dice ancora Cauzer – a dettare norme di questo tipo? Pensiamo a un bimbo di sei anni: gli scappa la pipì o la popò e gli devi dire di no. Perchè la dirigente scolastica non vuole. Assurdo“.

Ma questo peraltro è sola la punta dell’iceberg di un sistema di conduzione della scuola assai rigido e troppo spesso contrario a una buona organizzazione didattica. Per le supplenze, ad esempio. Quando manca un docente non si chiama un supplente. Così gli alunni devono prendersi la loro sedia e spostarsi in un’altra aula. A fare che non si sa. Ma forse questo poco importa alla direttrice Raciti. Per questo la Cisl scuola ha chiesto di trattare la situazione con il direttore scolastico regionale. Sperando che ci sia più buon senso nel valutare che cosa serve alla scuola per funzionare seriamente.

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