La salute psicofisica, gli scandali, il rapporto con Vladimir Putin, la bassa considerazione dell’ambasciata americana nei suoi confronti. Ma soprattutto le considerazioni interne al Pdl verso un uomo “fisicamente e politicamente provato”. E poi i dubbi del premier, i suoi sospetti di presunti complotti anche da parte dei servizi segreti italiani. I documenti di Wikileaks segnano una nuova giornata di rivelazioni sul presidente del Consiglio Berlusconi, agitano la politica e inducono a continue smentite. La tempesta di file riservati, tuttavia, sembra essere solo all’inizio. Solo 62 dei 652 documenti che includono il nome di Berlusconi sono stati finora esaminati dai giornali di mezzo mondo. Una decina in tutto i documenti pubblicati. Ecco i passaggi più importanti.
“FISICAMENTE E POLITICAMENTE PROVATO” (documento 231600)
“Il privato pesa su Berlusconi”. Apre così l’ennesimo documento di wikileaks svelato oggi dal Guardian (leggi la traduzione dell’intero documento). Ecco alcuni stralci del testo: “Due funzionari in conversazioni separate con l’ambasciata, hanno recentemente descritto il presidente del Consiglio con parole incredibilmente simili. Il 23 ottobre Gianni Letta ha detto che Berlusconi è “fisicamente e politicamente debole”, descrivendo il normalmente iperattivo Berlusconi come “senza energie”. L’amico di Berlusconi e presidente della Commissione difesa Giampiero Cantoni ha raccontato ad un funzionario politico dell’ambasciata il 22 ottobre che “tutti siamo preoccupati per la sua salute”, rilevando che Berlusconi era svenuto tre volte in pubblico in anni recenti e che i suoi test medici erano risultati “a complete mess”, un casino totale. Cantoni ha detto che le lunghe nottate di Berlusconi e la propensione per le grandi feste non lo fanno riposare abbastanza. La stampa italiana ha riportato, il 27 ottobre, che Berlusconi è stato colpito da una lieve forma di scarlattina, che lui dice aver contratto dal nipote. (Nota: Berlusconi si è assopito brevemente durante la chiamata di cortesia dell’ambasciatore in settembre, ed è sembrato distratto e stanco il 19 ottobre ad un evento cui era presente l’ambasciatore”.
Entrambi gli interessati, tuttavia, hanno smentito la veridicità delle affermazioni. A cominciare da Gianni Letta: “E’ vero esattamente il contrario di quanto si legge sui siti che raccolgono le presunte rivelazioni di Wikileaks, dove peraltro il mio nome non compare. Di fronte alle voci ed alle insinuazioni che volevano un Berlusconi depresso e senza energia, ho sempre smentito – in ogni sede, pubblica e riservata – tale circostanza e affermato la pura verità. E cioè, che il Presidente del Consiglio era ed è in piena forma, con la vitalità che tutti gli riconoscono e ha sempre affrontato ogni situazione con l’abituale determinazione e la “grinta” di sempre”.
Il caso Marrazzo
Che Berlusconi fosse preoccupato , in realtà, emerge da altri passaggi del documento: “Cantoni disse che Tremonti, Fini e l’ex ministro Pisanu stavano gettando le basi per la battaglia di successione post Berlusconi”. Ma la preoccupazione era anche sul proprio privato: “Cantoni confidò che Berlusconi credeva che i servizi segreti italiani volessere deliberatamente incastrarlo con la presunta relazione con una minore”. Non a caso, più volte nel documento si parla di sospetti, complotti e teorie paranoiche.In particolare verso il caso Marrazzo. Il coinvolgimento di quattro carabinieri nel ricatto a sfondo sessuale ai danni del presidente della Regione Lazio, infatti, convinse il presidente del consiglio “di non potersi fidare dei suoi stessi servizi di intelligence”
L’OPINIONE DELL’AMBASCIATORE (documento 188773)
Solo due giorni fa Hillary Clinton si affrettava a commentare: “Berlusconi è il nostro migliore amico”. I nuovi file svelati da Wikileaks restituiscono però una immagine del tutto diversa dei rapporti tra Italia e Stati Uniti. “La relazione bilaterale con l’Italia è ottima, ma gli sforzi di Berlusconi per ricucire la relazione tra l’occidente e la Russia stanno minando la sua credibilità e diventano veramente irritanti nella nostra relazione”. A parlare, o meglio a scrivere, è l’ex ambasciatore americano in Italia Ronald Spogli, non un oscuro funzionario. Dice Spogli il 26 gennaio 2009: “Lo possiamo riportare sulla giusta strada (Berlusconi, ndr.) mandandogli un chiaro segnale che gli Stati Uniti non hanno bisogno di un interlocutore per le proprie relazioni con la Russia e che la sua insistenza nel minare le strutture esistenti e i canali basati su comuni interessi e valori con l’alleanza in cambio di stabilità a breve termine non è una strategia che Washington intende perseguire”.
Insomma, gli Usa non hanno bisogno di Berlusconi-risolvi problemi. Ma c’è di più, perché sul premier si staglia per l’ennesima volta l’ombra degli affari personali: “La Georgia crede che Putin abbia promesso a Berlusconi una percentuale dei profitti dai gasdotti costruiti da Gazprom con Eni”.
“La relazione dell’Italia con la Russia è complessa” scrive Spogli.”La combinazione dei fattori” fa sì che “la politica estera italiana sia altamente ricettiva agli sforzi russi di guadagnare maggiore influenza politica nell’Unione Europea e sostenere gli sforzi russi nel diluire gli interessi di sicurezza americani in Europa”. “L’energia è il tema bilaterale più importante e la richiesta di stabili forniture energetiche dalla Russia di frequente spinge l’Italia a compromessi su temi politici e di sicurezza”.
L’amicizia Putin-Berlusconi
“Berlusconi crede che Putin sia suo amico intimo e personale e continua ad avere più contatti con Putin che con qualsiasi altro leader al mondo. Durante la crisi in Georgia, Berlusconi ha parlato con Putin tutti i giorni per almeno una settimana. La base della loro amicizia è difficile da determinare, ma molti interlocutori ci hanno detto che Berlusconi pensi che Putin abbia più fiducia in lui di qualsiasi altro leader europeo (un contatto nell’ufficio di presidenza ci ha detto che gli incontri sono accompagnati da doni sfarzosi). Berlusconi ammira lo stile di governo macho, decisionista e autoritario, e ritiene corrisponda al proprio”.
Il gas al centro dell’amicizia
“Esponenti della maggioranza di centrodestra e dell’opposizione del Pd credono che Berlusconi e i suoi amici stiano approfittando personalmente e in modo generoso dei tanti accordi intercorsi tra l’Italia e la Russia. Ritengono che Berlusconi e i suoi stiano personalmente traendo vantaggio da molti degli accordi tra Italia e Russia. L’ambasciatore georgiano a Roma ci ha detto che il suo governo ritiene che Putin abbia promesso a Berlusconi una percentuale dei profitti realizzati da qualsivoglia gasdotto sviluppato da Gazprom in coordinamento con Eni.
Valentini l’uomo-tramite di Berlusconi
Svelata l’identità del personaggio italiano che parla russo indicato nelle prime rivelazioni, che farebbe da tramite negli affari del premier in Russia. “Ogni volta che sollevavamo il problema dei rapporti tra Berlusconi e la Russia – scrive Spogli – le nostre fonti nel Pdl e nel Pd ci indicavano Valentino Valentini, un deputato e una figura in qualche modo misteriosa, come colui che opera come uomo chiave di Berlusconi in Russia, sebbene non abbia uno staff e nemmeno una segretaria. Valentini, che parla il russo e che si reca in Russia molte volte al mese, frequentemente appare al lato di Berlusconi quando incontra gli altri leader mondiali. Cosa faccia in questi viaggi così frequenti a Mosca non è chiaro. Ma si vocifera in modo ampio – ipotizza Spogli – che sia là per curare gli interessi e gli affari di Berlusconi in Russia”.
Frattini esautorato
“Durante una visita all’inizio di settembre il vicepresidente Cheney si è confrontato con Frattini sulla posizione pubblica e decisamente controproducente dell’Italia sul conflitto georgiano. Un Frattini frustrato rilevava che, nonostante avesse le sue forti opinioni in materia, nondimeno riceveva ordini diretti dal presidente del Consiglio”
“Berlusconi tratta la politica Russa allo stesso modo in cui si cura delle questioni interne – tatticamente, giorno per giorno. Il suo imponente desiderio è di rimanere nelle grazie di Putin e ha frequentemente dato voce a opinioni e dichiarazioni che gli erano state passate direttamente da Putin. Un esempio: nell’immediato dopo-crisi in Georgia, Berlusconi ha cominciato (e continua) a insistere che la Georgia fosse l’aggressore e che il governo georgiano fosse responsabile di molte centinaia di morti civili nel Sud Ossezia.”
Lo strapotere dell’Eni
“Eni, la più importante società energetica parastatale, ha un immenso potere politico; la sua strategia di business si è concentrata su complessi ambienti geopolitici, solitamente considerati eccessivamente rischiosi da molti dei suoi concorrenti internazionali” (…) Anche solo a giudicare dalla stampa, si può pensare che il primo ministro Berlusconi garantisca al suo presidente, Paolo Scaroni, tanto accesso quanto al suo proprio ministro degli esteri. (…) Durante un evento diplomatico nel 2007, una conferenza sull’Asia centrale, i rappresentanti dell’Eni e di Edison ebbero 30 minuti ciascuno per parlare, mentre i quattro ministri degli Esteri e i cinque vice ministri di cinque stati centro asiatici furono infilati tutti in un’ora sola. C’è il sospetto che l’Eni mantenga a libro paga alcuni giornalisti.
Spogli aggiunge poi che ”la visione dell’Eni sulla situazione energetica europea in modo preoccupante simile a quella di Gazprom e del Cremlino” e constata come ”un membro del Pd” abbia riferito ”che la presenza dell’Eni in Russia supera quella dell’ambasciata italiana a Mosca che è a corto di personale”.
OBAMA INFORMATO SU BERLUSCONI (documento 210920)
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama era stato messo in guardia dai comportamenti di Berlusconi. Così si legge in un altro cablogramma pubblicato oggi dal Guardian. Già note le anticipazioni sulle opinioni diffuse dalla funzionaria dell’ambasciata Elizabeth Dibble, oggi il quotidiano inglese ha pubblicato il testo completo. Dibble ripercorre la “perdita di influenza” del governo italiano. Ricorda alcuni passi falsi del premier e i conseguenti grattacapi internazionali, in special modo nell’attività diplomatica con l’Iran a cui somma passaggi già evidenziati altrove sul rapporto tra Berlusconi e Putin.