“Non mi interessa far parte di un club che mi abbia come membro”.
Groucho Marx
Le elezioni di mid-term sono passate – e voi siete probabilmente delusi (a prescindere dalla vostra appartenenza politica o ideologica). Potrebbe sembrare che i Repubblicani abbiano vinto, ma in realtà tutti coloro che credono in un governo della gente, per la gente e fatto dalla gente, hanno perso.
Perciò, questo è il momento perfetto per aprire gli occhi e ammettere che nessuna delle nostre maggiori istituzioni supporta la democrazia. Non i media. Non i sistemi assicurativo, bancario, dell’istruzione o della sanità. Non il mondo degli affari o il governo. Siamo anzi stati condotti sul cammino della corporatocrazia, in uno Stato gestito dalle grandi corporation.
Una volta le leggi erano scritte da funzionari eletti. Non più. Oggi, sono scritte da lobbisti che sono il braccio armato delle corporation.
Ho usato la citazione di Groucho perché in questi giorni di accanite battaglie tra partiti di entrambi gli schieramenti, molti di noi vorrebbero non appartenere ad alcun partito. In realtà, l’appartenenza a un partito non conta affatto quanto i politici e i media vogliono farvi credere. L’unica cosa che conta è quello che pretendiamo da coloro che dovrebbero servire la nostra democrazia.
A nessuno piace l’idea di un governo tipo “Grande Fratello”, ma la risposta non è affidare il governo alle grandi corporation. A nessuno piace avere un grande debito, e non dobbiamo dimenticare che la causa principale di quel debito sono le corporation che traggono profitto dalla guerra.
Spesso mi chiedono se penso che la democrazia sia un buon sistema rispetto ad altri, nonostante i suoi difetti intrinseci. Rispondo sempre che preferisco la democrazia senza alcun dubbio. Ciononostante, il nostro attuale governo non corrisponde alla definizione di democrazia per le ragioni menzionate sopra, e anche perché la democrazia presuppone un elettorato informato. Quando una maggioranza degli elettori (non importa a quale partito appartengano) è tenuta all’oscuro degli aspetti fondamentali della nostra politica estera – le cose che fanno i sicari dell’economia e gli sciacalli, le bugie sulle armi di distruzione di massa e la detenzione di prigionieri innocenti – non possiamo sostenere di essere informati. Quando continuiamo a nascondere la testa sotto la sabbia e rifiutiamo di vedere che i nostri politici sono semplici burattini delle corporation, è il momento di affrontare il fatto che la democrazia è fallita – proprio come l’economia.
Con le recenti rivelazioni di WikiLeaks, è ora tristemente evidente che ci sono molti fatti inquietanti che vengono tenuti intenzionalmente nascosti alla nazione durante questo periodo di guerra. I soldi delle nostre tasse e i nostri voti – non importa per quale partito – sono al servizio dei guerrafondai e dell’avidità associata all’economia della guerra. Proprio come nei giorni della guerra in Vietnam, dobbiamo opporci all’establishment e chiedere a gran voce la pace. E dobbiamo capire che la guerra è condotta dalle corporation che poi ne traggono un profitto. A parte quelle scontate, parliamo anche delle corporation dei settori bancari, assicurativi, dei trasporti e della sanità.
Perciò, se – come me – siete delusi dalle ultime elezioni e siete disgustati da tutti i soldi spesi in questa versione politica del Superbowl, chiedetevi cosa potete fare in prima persona, e affrontate l’inevitabile risposta: non potete più permettere alle corporation di cooptare il processo democratico. Non potete più farvi trascinare nelle farse che entrambe le parti inscenano per allontanarci dalla consapevolezza dei problemi reali del nostro Paese e del capitalismo predatorio.
Costringete le nostre corporation (e i politici che sono al loro servizio) a cambiare il loro modo di agire. Negli Stati Uniti possiamo riappropriarci dei nostri diritti di base, esigendo che le corporation vengano ostacolate per consentire alla nostra vera democrazia di rinvigorire. E questo obiettivo non si ottiene semplicemente frequentando una cabina elettorale ogni due anni.
Impegnatevi personalmente nel creare una nuova economia – in cui le imprese spostino i loro obiettivi. Da “massimizzare i profitti, indipendentemente dai costi ambientali e sociali” a “prosperare, ma solo promuovendo un mondo sostenibile, giusto e pacifico”. Unitevi alla rivolta dei consumatori che comprano solo merci e servizi da aziende che condividono questo obiettivo. Diventate e/o supportate quegli imprenditori che promuovono affari in grado di pulire l’ambiente, produrre energia sostenibile e nutrire chi soffre la fame.
Incoraggiate le imprese locali – ma solo quelle che aderiscono a pratiche ambientalmente e socialmente responsabili. Soprattutto, lavorate per cambiare le coscienze – la vostra e quella di ogni vostro contatto – per capire che l’economia e il governo devono dedicarsi entrambi allo sviluppo di un mondo che ogni bambino vorrà ereditare.
Ora, subito dopo questo spettacolo di gladiatori che sono state le ultime elezioni, è tempo per tutti noi di smettere di lamentarci dei politici e di agire.
Traduzione a cura di Eleonora Cipollina