Il figlio dell'ex sindaco di Palermo sulle stragi del 1992 ha indicato il nome dell'ex capo della polizia come personaggio "molto vicino" o "dell'ambiente" del "signor Franco-Carlo
“Ho dato incarico ai miei legali di sporgere formale denuncia di calunnia contro il Ciancimino“. Lo afferma, in una nota, il prefetto Gianni De Gennaro, a proposito delle dichiarazioni che avrebbe fatto Massimo Ciancimino. Il figlio dell’ex sindaco di Palermo che sta collaborando con i magistrati di Palermo e Caltanissetta nelle indagini sulla presunta trattativa fra Stato e mafia e sulle stragi del 1992 ha indicato il nome dell’ex capo della polizia come personaggio “molto vicino” o “dell’ambiente” del “signor Franco-Carlo”. De Gennaro sottolinea ancora: “Non mi lascero’ intimidire da quest’ennesimo attacco mafioso, così come non mi hanno mai fermato e intimidito i ripetuti attentati alla mia vita”.
Massimo Ciancimino sta raccontando ai magistrati i retroscena della trattativa tra Stato e mafia. Sarebbe stato proprio De Gennaro ad avallare il patto tra Cosa nostra e le istituzioni. Per anni, avrebbe protetto e garantito l’ex sindaco corleonese. Interrogato dai magistrati di Caltanissetta per specificare le sue affermazioni, rese di fronte a ufficiali di polizia giudiziaria, il superteste delle inchieste palermitane e nissene ha però fatto retromarcia. CIncimino attribuisce al padre, morto nel novembre 2002, informazioni, giudizi e valutazioni su De Gennaro. Punti di vista dell’ex politico Dc, insomma, da cui Ciancimino jr ha detto di prendere le distanze.
Nonostante il figlio di don Vito abbia sostenuto di essere stato equivocato e abbia precisato di avere saputo dal padre soltanto che De Gennaro sarebbe stato vicino al più anziano 007, i sostituti che lo interrogavano lo hanno incalzato sulla identità del signor Franco, a lungo da lui taciuta. Le risposte non sarebbero apparse convincenti e potrebbero ora costare a Ciancimino un’indagine per calunnia. I pm nisseni starebbero valutando l’ipotesi di iscriverlo nel registro degli indagati. La questione è stata al centro di una riunione congiunta tra le procure di Palermo, che pure indaga sulla trattativa e per cui Ciancimino è ormai un teste chiave in diverse inchieste, e Caltanissetta.
L’incontro tra i magistrati si è svolto alla Direzione Nazionale Antimafia. Secondo indiscrezioni, la dda palermitana avrebbe espresso perplessità sull’iscrizione di Ciancimino, sostenendo che si sarebbe limitato a riferire le parole del padre. Ciancimino, già condannato per il riciclaggio del tesoro dell’ex sindaco, è stato iscritto per concorso in associazione mafiosa, dai magistrati di Palermo mesi fa per il ruolo avuto nella trattativa. Lui stesso ha ammesso di avere, tra l’altro, fatto da ‘postino’ tra il padre e il boss Bernardo Provenzano.