Dopo sei ore di blackout, Wikilieaks è tornato disponibile in rete con un nuovo dominio svizzero. Il sito fondato da Julian Assange è rimasto comunque accessibile in rete dall’indirizzo IP http://213.251.145.96/

il sito di Julian Assange è rimasto irraggiungibile all’indirizzo wikileaks.org. Il provider che forniva il dominio, EveryDNS.net, ha infatti reso noto in una dichiarazione di aver interrotto la fornitura del dominio alle 22 di giovedì (ora della costa orientale americana). Al sito ora sio può accedere attraverso wikileaks.ch, un dominio fittizio che rimanda all’indirizzo IP. Il dominio oscurato ha fatto andare su tutte le furie la squadra di Assange, che tramite Twitter, punta il dito contro gli Stati Uniti: “Il dominio Wikileaks.org è stato ucciso dagli Usa”, si legge.

EveryDNS.net, uno dei più grandi provider che forniscono gratuitamente domini Internet, spiegando che wikileaks.org è finita nel mirino di una massiccia offensiva di pirateria informatica. “Il servizio è stato interrotto – afferma EveryDNS.net – per violazione della clausola che afferma ‘il membro non deve interferire con l’utilizzo o la fruizione del servizio da parte di un altro membro o con l’utilizzo e la fruizione di servizi simili da parte di un altro soggetto'”. “L’interferenza – prosegue la nota – sorge dal fatto che wikileaks.org è diventato l’obiettivo di numerosi e diffusi attacchi di rifiuto di servizio (DDOS). Questi attacchi hanno minacciato (e quelli futuri potrebbero minacciare) la stabilità dell’infrastruttura di EveryDNS.net, che premette l’accesso a quasi 500.000 altri siti web”. Il provider ha detto di aver mandato un messaggio 24 ore prima della sospensione del servizio, affermando che “ogni inattività del sito wikileaks.org deriva dalla sua incapacità di usare un altro provider di servizi DNS (Domain Name System)”.

In precedenza, Wikileaks era stato sfrattato dai sistemi di Amazon.Com e da Tableau Software, la compagnia che aveva realizzato e pubblicato i grafici dei cablogrammi diplomatici Usa. Amazon.Com ha motivato il provvedimento con la violazione del contratto per quanto riguarda l’uso “responsabile” degli strumenti, ma ha negato che sia dovuto a pressioni politiche o agli attacchi informatici che, ha sottolineato, “erano stati respinti con successo”. Joe Lieberman, presidente della Commissione del Senato americano sulla sicurezza nazionale, aveva chiesto chiarimenti sui legami tra Amazon.com e Wikileaks. Tableau Public, un servizio gratuito che permette di mettere in rete grafici e dati, ha spiegato che si è trattato di una decisione “non facile” presa perché è risultato che Wikileaks “non aveva il diritto di divulgare” quei file. Tuttavia ha ammesso che le pressioni esercitate da Lieberman hanno avuto un ruolo. Intanto, secondo indiscrezioni di stampa, il sito di Julian Assange avrebbe trovato ospitalita’ in un server che opera da un bunker sotto una montagna della Svezia.    L’avvocato di Assange, Mark Stephens, ha affermato che “c’è uno Stato” dietro gli attacchi informatici. Per Stephens, i “sofisticati” sforzi per abbattere il sito farebbero parte di uno sforzo complessivo per far tacere Assange, in cui rientra anche l’accusa di stupro in Svezia.

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