Quando si parla di OGM spesso ci si riferisce implicitamente alle piante. La ‘O’ sta per Organismi e ci si dimentica che da decenni questa tecnologia è utilizzata per generare centinaia di microrganismi diversi (soprattutto batteri e lieviti) che ora producono farmaci (come l’insulina umana o l’ormone della crescita umano), enzimi vari (da quelli aggiunti ai detersivi per ripulire i tessuti dai grassi alla chimosina per produrre alcuni formaggi alle proteasi usate per produrre pappe per bambini o alle amilasi usate in alcuni casi nella produzione di birra e pane) coloranti (come il blu di molti jeans) e molte altre sostanze chimiche di largo uso (acido citrico e vitamina C ad esempio).
Negli ultimi anni anche gli animali transgenici hanno cominciato a far capolino, soprattutto nel campo della ricerca medica con animali geneticamente modificati a scopo di studio. Oppure nella produzione di farmaci (ad esempio con pecore e capre che producono particolari proteine umane di interesse terapeutico nel loro latte). Esistono già ma non sono ancora in commercio invece, anche se ne è già stata richiesta l’autorizzazione, animali transgenici per uso alimentare. Si parla di salmoni di allevamento che crescono più velocemente o di maiali che producono meno fosforo nel loro letame. L’ultimo animale OGM ad essere assurto agli onori della cronaca, perlomeno di quella specializzata, è una zanzara transgenica.
L’11 novembre l’azienda britannica Oxitec ha annunciato di aver effettuato il primo test al mondo rilasciando delle zanzare transgeniche (Aedes aegypti) nelle isole Cayman nel 2009 e nel 2010. Gli scienziati dell’Oxitec hanno presentato dei risultati preliminari al congresso della Società Americana di Medicina Tropicale e Igiene ad Atlanta.
Molte malattie vengono trasmesse dalle zanzare. Basti pensare alla malaria. Poiché sono solo le zanzare femmine che pungono e trasmettono le malattie, l’idea è di rilasciare un gran numero di zanzare maschi a cui è stato aggiunto un gene che impedisce alla propria progenie di sopravvivere, uccidendole allo stadio di larve. Le zanzare modificate producono una proteina che si accumula nel corpo sino a diventare tossica a meno di un trattamento a base di tetraciclina. Durante il periodo di allevamento alle zanzare viene somministrata la tetraciclina, che blocca lo sviluppo della tossina. Quando i maschi modificati fecondano le femmine presenti nell’ambiente le larve della progenie iniziano ad accumulare la proteina tossica e, non avendo a disposizione la tetraciclina, muoiono.
La speranza è che questa strategia possa ridurre in modo considerevole la popolazione di zanzare portatrici di malattia.
Questa strategia autolimita i possibili rischi di diffusione del gene, che possono suscitare preoccupazione in alcuni, e può essere una alternativa all’uso di insetticidi attualmente impiegati.
La dengue è una malattia virale per la quale non esistono trattamenti efficaci. E’ causata da quattro virus molto simili e questo impedisce lo sviluppo di un vaccino efficace. Ha sintomi simili ad una forte influenza e in alcuni casi può portare a complicazioni letali come la febbre emorragica.
Gli insetticidi attualmente utilizzati e i metodi tradizionali di controllo dell’infezione sono poco efficaci. Questa zanzara punge anche di giorno e quindi accorgimenti notturni come tende intorno al letto e simili non sono sufficienti. Negli anni c’è stato un aumento notevole di casi di dengue nel mondo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che 2.5 miliardi di persone vivano in zone a rischio di infezione. E’ endemica in almeno 100 paesi e ogni anno vi sono dai 50 ai 100 milioni di contagiati con 500.000 casi di febbre emorragica e 22.000 morti, specialmente bambini.
Tra novembre e dicembre 2009 la Oxitec ha liberato su Gran Cayman un piccolo contingente di zanzare modificate allo scopo di capire se potevano competere con i maschi naturali per l’accoppiamento con le femmine. Uno studio più in grande è stato effettuato tra maggio e ottobre 2010 per misurare la riduzione della popolazione di zanzare portatrici di dengue. In una zona di 16 ettari sono state liberate 3 milioni di zanzare della Oxitec, in rapporto di 10 a 1 per ogni individuo maschile presente nell’ambiente. Ad agosto la popolazione di zanzare si era ridotta dell’80%. L’esperimento, che la Oxitec ha definito “un successo” è stato eseguito con l’autorizzazione del governo locale.
Un esperimento simile inizierà tra pochi mesi in Malesia. La zanzara transgenica, nota come OX513A, è stata allevata in Malesia dal Malaysian Institute for Medical Research da uova fornite dalla Oxitec. Il National Safety Board malese ha dato l’autorizzazione alla sperimentazione dopo che il comitato sulle Modifiche Genetiche aveva analizzato i possibili rischi della procedura.
In realtà questa strategia è una versione moderna di una già usata in passato dove gli insetti vengono sterilizzati in massa usando delle radiazioni e poi liberati nell’ambiente. Ad esempio in Italia, presso il Centro Agricoltura Ambiente Giorgio Nicoli è in corso un esperimento per sviluppare un sistema di lotta contro la zanzara mediante maschi resi sterili dalle radiazioni è già sono stati effettuati dei rilasci nell’ambiente di queste zanzare.
L’annuncio di Oxitec ha preso di sorpresa sia la comunità di scienziati che lavora nel campo del controllo genetico di insetti vettori di malattie che hanno progetti in altre parti del mondo, sia gli oppositori all’uso degli OGM, siano essi piante o animali che hanno accusato la Oxitec di aver agito in segreto. Luke Alphey, lo scienziato a capo del progetto e fondatore della Oxitec, rigetta l’accusa di aver agito in segreto sostenendo che la popolazione di Gran Cayman era stata informata, e di aver ricevuto l’autorizzazione dalle autorità locali. “semplicemente la comunità internazionale non se n’è accorta”.
Se si fosse creato clamore su questo esperimento forse gli oppositori avrebbero cercato di bloccarlo in nome del “principio di precauzione”. La cui più grande debolezza però è quella di pretendere di giudicare una tecnologia solamente dai possibili rischi senza tener conto dei possibili vantaggi. In questo caso la possibilità di sconfiggere o almeno attenuare una malattia che colpisce dai 50 ai 100 milioni di persone con decine di migliaia di morti ogni anno.