Per colei che segue il carroccio è fondamentale «trasmettere i valori legati alla tradizione e all’amore per la propria terra» e ancora «tutelare la famiglia naturale e gli interessi morali, economici e politici della donna» oltre a promuovere una politica di servizi a suo favore. In primo piano spiccano la tutela di maternità e infanzia, la prevenzione per contrastare le violenze sulle donne e l’elaborazione di «iniziative volte allo sviluppo e alla piena attuazione delle pari opportunità nel mondo del lavoro e della società in genere». Ne esce l’immagine di una donna contemporanea che vuole inserirsi nel solco della modernità parlando anche di «pari opportunità e scambi internazionali» quando in realtà, nella Lega, pare ancora lontano un dibattito reale sulle identità di genere e il desiderio di intrecciare le esperienze con chi parla un vernacolo diverso. Figuriamoci se pure di un altro Paese. Tra le iniziative del Gruppo femminile anche lo Sportello Famiglia, un numero di telefono che funge da consultorio e che, sulla scia del motto “ogni famiglia è un’azienda”, offre consulenza gratuita dalla salute alla psicologia passando per «consigli legali, problemi condominiali e ogni altro argomento (a richiesta) a favore dei cittadini e delle loro famiglie». Tra le associazioni in rosa ricordiamo anche Donne Padane, costituita il 2 Febbraio 1998 a seguito della consulta femminile federale iniziata nel 1993. Guidata da Ornella callioni, moglie del presidente leghista del consiglio comunale di Bergamo, Guglielmo redondi, «intende difendere gli interessi morali ed economici delle donne padane e tutelare la famiglia in quanto portatrice di ruoli e valori fondamentali. Da qui la nascita sul territorio delle affiliate associazioni donne provinciali». Spulciando tra le loro attività, vediamo che le donne padane di Lecco si dedicano alle escursioni turistiche a Villa Manzoni, organizzano i pullman per Pontida e credono nell’esistenza geografica della Padania; a Pavia invece si sono concentrate su una «mostra di hobbysti» con incassi da devolvere in beneficienza oltre a occuparsi delle selezioni di Miss Padania. a novara invece è nata l’associazione di ispirazione manzoniana La Mondina, che «si prefigge di diffondere, attraverso le mamme e figure parentali similari, una cultura del rispetto delle idee altrui, della persona, della cosa pubblica: concetti che sembrano scomparsi, stanti gli episodi di brutalità e di violenza che avvengono quasi quotidianamente». Se già negli obiettivi dichiarati da Donne Padane, che ricalcano pedissequamente il manifesto del gruppo politico, non compaiono temi che puntino sull’emancipazione femminile, cioè che già è chiaro viene ulteriormente specificato in un post online: «l’associazione Donne Padane non ha un profilo femminista perché lavora per la tutela della coppia, la coppia naturale maschio e femmina, che vede la realizzazione della vita nei due generi». Semplice variazione di stile quella della Lega in rosa di Ferrara ideata da Simonetta Pietrantonio, convinta militante che ogni volta che si annoda il fazzoletto verde si sente «come una suffragetta». Nel film Occupiamo l’Emilia definisce la donna padana come «angelo del focolare» e si impegna a tramandare le ricette tradizionali e il dialetto oltre a organizzare incontri che puntano al «cuore delle donne» (che in realtà non è riferito alla sfera sentimentale quanto a organizzare veri e propri incontri con esperti di cardiologia).

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