Meglio astenersi dal referendum, spiegavano, visto che nel regno unito e in Francia, dove il sistema era maggioritario, le donne elette erano un terzo in percentuale rispetto ai Paesi con sistema proporzionale come Germania, Finlandia e Svezia. La Viale metteva in guardia le donne dal miraggio del maggioritario che contribuiva soltanto a legittimare ancor più l’esclusione delle donne dalla vita politica. E davanti al suo attivismo era arrivata tranchant la bocciatura della mozione per le quote rosa al congresso di partito nel 1999. Per confutare l’imprinting “celodurista”, otto anni dopo, al congresso delle Donne Padane, Maroni spiegherà che un partito che ha avuto il primo presidente della camera donna non può certo definirsi maschilista. Ma oltre alle quote rosa bocciate, che non definiscono necessariamente l’orientamento sessista del gruppo politico, il machismo bossiano è lo scudo per la conservazione del potere maschile, per trovare un contraltare terreno dello spirito indipendentista di alberto da Giussano. I colonnelli sono uomini e, anche se avanza la nuova classe dirigente verde descritta da cristina Giudici, parliamo ancora di mosche bianche ostacolate dai colleghi maschi. A differenza delle colleghe del Popolo della Libertà, più seducenti e provocanti e con maggiori possibilità di entrare in Parlamento, come ha denunciato senza eufemismi la finiana angela napoli, le militanti leghiste si propongono con un look sobrio ma elegante, come può essere quello di Francesca Zaccariotto o spartano come Sandy cane. Convincono i loro leader a essere arruolate perché dimostrano una tenacia anche nei modi insolita nel mondo femmininile, di destra e di sinistra. Spogliate di orpelli inutili, privilegiano la sostanza all’apparenza. Ma se la classe politica di queste donne emerge dai risultati elettorali, non significa che nel partito sia stato aperto il varco delle pari opportunità. Anzi. Il discorso sul corpo della donna nella Lega passa attraverso provvedimenti triviali o il concorso di Miss Padania, fino a toccare l’autodeterminazione della maternità responsabile. nel primo caso vale la pena ricordare l’iniziativa di Gianluca Buonanno, reuccio del quadruplo incarico tra le poltrone di sindaco di Varallo, vicesindaco a Borgosesia, deputato dal 2008 e consigliere regionale della regione Piemonte. In veste di sindaco, già conosciuto per avere piazzato sulle strade i vigili di cartone per far rallentare gli automobilisti, il viagra gratis per i cittadini prostatici e la raccolta fondi per il santuario con lo strip tease degli assessori, nel 2007 aveva inventato un simpatico incentivo bipartisan per il peso forma. Questa la sfida: «cinquanta euro per le donne che in un mese buttano giù tre chili (quattro gli uomini), altri cento se dopo cinque mesi la bilancia conferma il risultato. in alternativa, il pacchetto bimestrale. I chili da eliminare raddoppiano così come la ricompensa in caso di mantenimento». A rivalutare la figura femminile pensa anche Miss Padania, la kermesse trasmessa da rete4 per confermare la solidità dell’alleanza Bossi-Berlusconi, iniziata in sordina nel 1996 con la vittoria di alessandra Broggi di tradate e proseguita fino a oggi. Un concorso che ha rischiato anche di far saltare l’alleanza tra PDL e Lega nel comune di San Donà di Piave, perché una tappa delle selezioni era stata fissata in concomitanza con la sagra storica dedicata alla Madonna del colera, evento tradizionale da non sovrapporre ad altre manifestazioni.

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