“Sorpresa e amareggiata, per una vicenda che mi vede completamente estranea”. Sono le prime parole di Maria Grazia Laganà Fortugno dopo la notizia del suo rinvio a giudizio per una storia di appalti che riguarda la sanità locrese. La vedova di Francesco Fortugno (il vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria assassinato il 16 ottobre 2005 a Locri), parlamentare del Partito democratico, è stata rinviata a giudizio dal gup del tribunale di Locri, Caterina Capitò, insieme ad altre quattro persone. Le accuse per i cinque sono truffa, falso e abuso ai danni dell’Azienda sanitaria di Locri.
L’indagine fu avviata nel 2006 dalla guardia di finanza sulla base della relazione del prefetto Basilone, nominato commissario all’Asl di Locri dopo lo scioglimento dell’Azienda disposto all’indomani dell’omicidio del vice presidente del Consiglio regionale, Francesco Fortugno, ucciso nell’ottobre del 2005, e marito di Maria Grazia Laganà.
Nelle scorse udienze il pubblico ministero aveva chiesto il rinvio a giudizio di tutti gli indagati per una tentata truffa relativa ad una richiesta di fornitura di materiale medico per il pronto soccorso dell’ospedale di Locri. Acquisto che poi non si è mai concretizzato.
Il gup ha fissato l’inizio del processo per il 12 gennaio 2011 dinanzi ai giudici del tribunale di Locri. “La mia sorpresa e amarezza – ha spiegato Maria Grazia Laganà – sono ancora maggiori in quanto sono la moglie di Francesco Fortugno le cui denunce e interrogazioni consiliari sulla sanità locrese sono rimaste inascoltate. Sono certa che in sede dibattimentale sarà riconosciuta la mia completa estraneità”. Per l’omicidio di Fortugno in primo grado sono state condannate all’ergastolo quattro persone. E’ ora in corso il processo in Corte d’Assise d’Appello.