Frattini e Hillary e molti altri si fregano finalmente le mani, soddisfatti che il lupo Assange sia in galera, lontano dal gregge di pecorelle che si chiama diplomazia internazionale. Eppure nessuna guerra è scoppiata, nessun ambasciatore è stato ritirato e nemmeno convocato. Vedremo dopo la pubblicazione dei prossimi files. Ma per ora niente, neanche un’increspatura degna di nota, a conferma che ciò che disturba non sono le rivelazioni (che tali non sono), ma la loro disarmante assenza. E’ già stato scritto: ci vuole un’informativa top secret dell’ambasciatore americano per sapere che Berlusconi fa festini il sabato sera, che trappola in segreto con Gazprom, o che Sarkozy è filoamericano e che soffriva per Cecilia? La figura più magra la fa l’ambasciatore, non Berlusconi né Sarkozy, che si arrangiano benissimo da soli.
Eppure Frattini parla di Assange come di un terrorista internazionale. Evidentemente ha paura: forse di qualche documento a venire, ma più probabilmente della nudità improvvisa, della pochezza disvelata di mastodontici apparati, americani e non solo, e soprattutto della fine dell’esoterismo geloso che protegge la politica, anche in campo internazionale. Solo che siamo nel XXI secolo, che si presume secolo di cittadinanza, più che di sudditanza. E allora ben venga Assange, e tanto peggio per i Frattini di questo mondo.
La stessa reazione di Frattini l’ha avuta in Francia il ministro dell’Economia, madame Christine Lagarde. Non in relazione a Wikileaks, ma al più modesto Eric Cantona. Avrete letto che l’ex stella del Manchester United ha invitato i francesi a ritirare dalle banche tutti i loro averi: “Così il sistema crolla”, ha gongolato. Il giorno X è venuto, e ovviamente non c’è stato nessun ritiro e nessun crollo. Però la signora Lagarde era tutta in fibrillazione, proprio come Frattini. Non ha chiesto l’arresto di Cantona, ma l’ha trattato da “irresponsabile”.
Temevano davvero, nei piani alti del ministero e delle banche, che i francesi sarebbero andati dietro a Cantona come si va dietro al pifferaio magico. Non gli è venuto in mente che il francese medio, monsieur Dupont, ha l’affitto da pagare, le rate della macchina, che funziona tutto con domiciliazioni bancarie a tutto spiano, che la chiusura di un conto costa… e che soprattutto è dotato di un cervello tutto suo, che di Cantona condivide magari il messaggio politico, ma non necessariamente il passaggio all’atto. Erano seriamente allarmati, ministri e banchieri. Come Frattini, pensavano che è più prudente che la gente, poco avvezza alle cose di governo, non disturbi il manovratore. Le banche? Lasciamole fare, che sanno quel che fanno (si è visto negli ultimi due anni). I diplomatici? Lasciamoli in pace con i loro cablogrammi, che son cose da adulti. Credo che un giorno li ringrazieremo, i pubblici disturbatori Assange e Cantona.