Contestato anche il favoreggiamento nei confronti del misterioso “Signor Franco”, l'uomo che avrebbe fatto da anello di congiunzione tra Stato e mafia. Non è d'accordo con il provvedimento la procura di Palermo che anche questa mattina ha interrogato Ciancimino per due ore. Mentre a Caltanissetta, nel pomeriggio, il figlio di don Vito si è avvalso della facoltà di non rispondere
Scena diversa a Caltanissetta: Ciancimino si e’ avvalso oggi della facoltà di non rispondere davanti al procuratore Sergio Lari e gli aggiunti Domenico Gozzo e Amedeo Bertone che lo avevano convocato per contestargli le ipotesi di calunnia, favoreggiamento aggravato dall’agevolazione di Cosa nostra e violazione del segreto delle indagini. “Le mie dichiarazioni sono state prese come fondamento di un’ipotesi di reato – spiega Ciancimino – non sono stato dunque creduto e ho deciso di non rispondere. Dovrò cioé difendermi da una Procura con cui pensavo di collaborare”.
CALTANISSETTA – A Ciancimino jr sono stati contestati il favoreggiamento nei confronti del misterioso “Signor Franco”, l’uomo che avrebbe fatto da anello di congiunzione tra Stato e mafia, secondo quanto ricostruito dal testimone. E la violazione del segreto istruttorio nei colloqui intercettati con alcuni giornalisti. I magistrati della procura di Caltanissetta hanno deciso di compiere questo passo dopo una rilettura dei verbali. Ciancimino, nei mesi scorsi, aveva affermato che Gianni De Gennaro sarebbe stato un uomo “molto vicino” al misterioso “signor Franco”, lo 007 che avrebbe fatto da mediatore tra lo Stato e Cosa nostra nel periodo della trattativa dopo le stragi mafiose del ’92. Ciancimino lo aveva rivelato durante un colloquio informale con un funzionario della Dia che, però, aveva consegnato una relazione alla Procura di Caltanissetta. Durante l’interrogatorio Ciancimino aveva affermato che in realtà era stato il padre, Vito Ciancimino, a coinvolgere Gianni De Gennaro, non lui. Ma il procuratore capo di Caltanissetta, Sergio Lari, contrariamente a quanto sostenuto dalla Procura di Palermo, ha ritenuto calunniose le dichiarazioni di Ciancimino non solo nei confronti di De Gennaro ma anche nei confronti dello 007 Lorenzo Narracci, che sarebbe stato riconosciuto da Ciancimino junior solo “con difficoltà” durante il recente faccia a faccia a Caltanissetta.
PALERMO – I pm di Palermo Nino Di Matteo e Paolo Guido hanno sentito questa mattina Ciancimino. Secondo i magistrati palermitani non ci sono infatti gli estremi per indagarlo per calunnia, come hanno fatto i colleghi di Caltanissetta dopo le dichiarazioni del teste sull’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro. Le dichiarazioni spontanee di oggi sono state secretate; gli inquirenti continuano a lavorare per individuare il “signor Franco” basandosi anche sulla deposizione della moglie di Ciancimino jr. Si indaga inoltre per cercare riscontri sui rapporti tra Massimo Ciancimino e personaggi delle istituzioni. Appare ormai evidente la diversa valutazione nei confronti di Ciancimino da parte delle procure di Palermo e Caltanissetta. Secondo i pm palermitani le dichiarazioni del figlio dell’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino, possono essere utili per scoprire la verità sul periodo buio delle stragi. “E’ strano – fanno notare in Procura – che prima di svolgere indagini sulla persona indicata da Ciancimino (De Gennaro, ndr) si indaghi lui per calunnia. Noi continuiamo a sentirlo – dicono i pm di Palermo – e lui continua a rispondere alle nostre domande, stiamo cercando di estrapolare dalle sue dichiarazioni tutti gli elementi possibili per arrivare sempre più vicini alla verità”.