Niente più scorta per Massimo Ciancimino. Così ha detto il prefetto di Palermo, Giuseppe Caruso riferendosi al super testimone che sta raccontando ai magistrati i retroscena della cosiddetta trattativa tra lo Stato e Cosa nostra dopo le stragi mafiose del ’92. La decisione arriva dopo avere appreso da una intercettazione ambientale che Ciancimino ha raggiunto Verona, da Bologna, senza la scorta per incontrare un commercialista ritenuto vicino alla ‘ndrangheta. La proposta potrebbe essere accolta, come scrive oggi Repubblica, già nel corso del prossimo Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza. Caruso ha già scritto al Procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, chiedendo notizie della trasferta di Ciancimino junior da Bologna a Verona fatta senza la scorta.
A rendere la vicenda ancora più complessa ci sono alcune polemiche tra la Procura di Palermo e Caltanissetta. Nei giorni scorsi la procura di Caltanissetta ha iscritto Massimo Ciancimino nel registro degli indagati per calunnia aggravata nei confronti dell’ex Capo della Polizia, Gianni de Gennaro e lo 007, Lorenzo Narracci, e per violazione del segreto istruttorio per avere rivelato notizie su indagini ad alcuni giornalisti. Una decisione che, invece, non è stata condivisa dai pm di Palermo che continuano a ritenere Ciancimino jr attendibile su quanto dichiarato fino ad oggi. “Noi continuiamo a sentirlo e a carcerare riscontro”, hanno tagliato corto ieri i magistrati della Dda palermitana. E come precisa Sergio Lari, procuratore capo di Caltanissetta: “Abbiamo ambiti investigativi diversi pur avendo con Palermo una diversità di vedute sul profilo dell’attendibilità di Massimo Ciancimino, ma ribadisco che non c’è alcuno scontro con Palermo. Certo, non possiamo pensarla tutti allo stesso modo”.
”Non sappiamo nulla su questa vicenda della possibilità che venga tolta la scorta a Massimo Ciancimino. Mi pare ancora tutto da chiarire ed è prematuro fare considerazioni”. Risponde l’avvocato, Francesca Russo, legale del figlio dell’ex sindaco ella mafia.