Lì il Santo ha aperto un corteo festoso composto da 100.000 precarie e precari. Da allora è stato usato, moltiplicato e santificato da centinaia di gruppi di lavoratori, ha spopolato in rete è sceso in piazza in tutta Italia, ha protetto i suoi fedeli e fatto tremare i loro sfruttatori.
La rete di San Precario, molto radicata soprattutto in Lombardia, unisce collettivi, attivisti, lavoratori e lavoratrici di ogni settore. Promuove il primo maggio precario, l’Euromayday, (che si svolge anche in una ventina di città europee), offre assistenza legale, sostiene i conflitti, promuove convegni sul reddito, crea campagne comunicative per i diritti, promuove momenti di dibattito e discussione, come gli Stati Generali della Precarietà, andati in scena a Milano nel mese di ottobre 2010.
San Precario è l’icona pop della generazione precaria ed è un’espressione libera e indipendente da ogni partito e sindacato.
Da oggi il Santo si manifesterà anche sulle pagine virtuali del Fatto Quotidiano, che noi ringraziamo: per dare visibilità a tutti i precari e le precarie e far risuonare alta la loro voce.