Il giorno dopo la fiducia al governo, Futuro e Libertà perde i tre deputati che non hanno votato la sfiducia come chiesto dal partito. Maria Grazia Siliquini, Silvano Moffa e Catia Polidori si sono iscritti al gruppo Misto. “Fini ha sbagliato dal punto tattico e strategico”, afferma Moffa. “Fini doveva creare una nuova formazione nel perimetro del centrodestra anche europeo, e invece il progetto, nelle ultime setimane, si è andato sfarinando verso un Terzo polo che non condivido. E non lo condivido – spiega conversando con i giornalisti a Montecitorio – perché il Terso polo, oltre a non essere adeguato alla struttura bipolare del nostro sistema, non e’ nella coscienza del paese”. Infine, quello che per l’ex Fli Moffa, è stato l’errore tattico: “Se si fosse ascoltato bene il discorso di Berlusconi – dice – si sarebbero colte delle aperture, per esempio sulla legge elettorale, che erano contenute nel documento di mediazione che io avevo messo a punto. E il mio era un documento che, nel clima di compravendita di parlamentari che caratterizzava in quei giorni il Parlamento, aveva una sua dignita’ politica, anzi si proponeva proprio di restituire dignita’ alla politica”.
Anche Siliquini ha motivato la sua scelta di votare contro la sfiducia e a favore del governo. “Il partito ha cambiato linea politica con una accelerazione antigovernativa che non si poteva condividere”, dice ai microfoni di Radio Anch’io. A determinare il cambio di linea, secondo Siliquini, sono state “le prospettive del leader” e cioè di Fini: “Fino alla convention di Bastia Umbra si diceva che Fli dovesse essere la terza gamba del centrodestra, poi è emersa un’altra visione, con una impostazione più barricadera e antigovernativa”. Secondo Siliquini, che valuterà se tornare nel Pdl, altri parlamentari lasceranno Fli perché non condividevano neanche loro questa linea. “Fli non è destinato a diventare un grande partito. O implode – conclude – o rimane un piccolo partito e farà alleanze con altri pezzi dell’opposizione”.