Un immobile abusivo in comproprietà con alcuni parenti di boss della ‘ndrangheta. E così dopo la vicenda dei sette immobili pignorati per far fronte a un debito da 200mila euro e un’accusa per produzione di documenti falsi, il curriculm di Domenico Scilipoti si arricchisce ulteriormente. Lui, già membro del Fuan (movimento di estrema destra), un passato da socialdemocratico, da pochi giorni ex deputato Idv che ha votato la fiducia al Cavaliere, nel casellario personale mette anche la vicenda di una palazzina di tre piani costruita abusivamente nel paesino di Terme Vigliatore, in provincia di Messina.

La storia che imbarazza il neoesponente del Movimento per la responsabilità nazionale, fondato con gli ex Pd Massimo Calearo e Bruno Cesario, sta scritta nero su bianco nelle 225 pagine della commissione prefettizia firmata nel 2005 dall’allora viceprefetto di Messina, Antonino Contarino. Una relazione che atterra sulla scrivania dell’allora ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu. Da qui al consiglio dei ministri, presieduto da Silvio Berlusconi, che emana nel dicembre 2005 il decreto di scioglimento della giunta di centrosinistra per infiltrazioni mafiose. Atto infine firmato del presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. Nel comune di Terme Vigliatore, Scilipoti ci arriva sotto i colori del Psdi. Prima da semplice consigliere, poi da assessore, fino a diventare vicesindaco nel 1986 e tornare, tra il 2003 e il 2005 semplice consigliere. Infine il salto nell’Idv con una prima candidatura al Senato nel 2006, senza conseguire l’elezione. A sceglierlo è il leader dell’Idv Antonio Di Pietro. Che poi lo ripresenta nel 2008. Lo stesso Di Pietro che in questi giorni ha presentato un esposto alla procura di Roma per la presunta compravendita in Parlamento. Tra gli altri ha denunciato anche Scilipoti. E ora a complicare le cose ci si mette anche la palazzina di via Stabilimento.

Ecco dunque i fatti. La struttura in questione viene costruita nel 1993. Due anni dopo, Carmela Cicero, moglie di Scilipoti, presenta un’istanza di sanatoria. E’ in questo momento che si scopre dell’altro. L’attuale parlamentare non è l’unico proprietario. Con lui anche Annunziato Stelitano, Lorenzo Stelitano e Giovanni Minnici. Tutti medici e tutti incensurati. Ma c’è un particolare e non di poco conto. Ecco cosa si legge nel report dei carabinieri confluito nella relazione prefettizia: “I tre hanno rapporti di parentela con una delle più importanti cosche della provincia di Reggio Calabria”. Si tratta del clan Zavettieri che conduce i propri affari criminali tra la Calabria e la Lombardia.  I carabinieri, però, vanno oltre e annotano come la comproprietà evidenzi “i collegamenti tra Domenico Scilipoti”, nel 2002 anche assessore al Bilancio a Terme Vigliatore, “con personaggi appartenenti alle cosche reggine”.

L’episodio però non porta a nessun tipo di incriminazione. Scilipoti non riceverà mai un avviso di garanzia. Di presunta corruzione, invece, si parla nell’informativa Tsunami che dà una spinta decisiva al commissariamento del comune. Il documento viene redatto dai Carabinieri della compagnia di Barcellona P.G. “Per anni – annotano i militari – il comune di Terme Vigliatore è stato amministrato da un gruppo di persone che si associano stabilmente al fine di procurare a se stessi, parenti e soci ingiusti vantaggi patrimoniali in danno alla Pubblica amministrazione”. Sindaco, in quella fase, è Gennaro Nicolò, ma l’uomo forte secondo i carabinieri è un altro: Bartolo Cipriano, classe 1960, dirigente provinciale della Margherita, capogruppo di maggioranza in consiglio comunale e personaggio in “tentacolare posizione di snodo tra poteri economici famelici, poteri politici malati e poteri istituzionali deviati”. Cipriano, candidato trombato con il Pd nel 2008, è attualmente  indagato per reati nella pubblica amministrazione. Mentre Nicolò, il settembre scorso è stato rinviato a giudizio per abuso d’ufficio. Scilipoti invece è in Parlamento.

E il 14 dicembre, alla vigilia del voto, ha visto un gruppo di aderenti al forum anti-usura manifestare in suo favore con lunghi striscioni sui quali si leggeva: “Scilipoti uguale libertà”. Erano quasi tutti cingalesi e bengalesi. Non parlavano italiano. E, intervistati, da ilfattoquotidiano.it, alla domanda: “Conosce Scilipoti” ripondevano di no. Il sospetto è che se anche l’ex consigliere comunale di Terme Vigliatore non è stato pagato da nessuno per cambiare casacca, almeno lui o qualcun’altro ha pagato i bengalesi per manifestare in suo favore. Il deputato neoberlusconiano, del resto, il sud est asiatico lo conosce bene. E’ rettore per l’Italia della The open international university for complementary medicines: in altre parole agopuntura e pranoterapia. E a Colombo nel 1997 lo hanno persino nominato doctor of science, ovviamente honoris causae.

Ha collaborato Leonardo Orlando

Ecco il video della “manifestazione” pro Scilipoti del 14 dicembre, realizzato da David Perluigi.


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