“I giudici hanno garantito protezione a Fini e ai suoi uomini”, attacca Berlusconi. Secondo il premier c’è stato un patto tra il presidente della Camera e l’Associazione nazionale magistrati, che ha causato lo stop del ddl intercettazioni. E la replica di Fini arriva subito: “E’ una delle barzellette del vasto repertorio di Silvio Berlusconi”.
In un pranzo con gli eurodeputati del Pdl, il presidente del Consiglio ha parlato della legge sulle intercettazioni, che è finito su un binario morto. “La legge si è arenata alla Camera dopo l’incontro tra Gianfranco Fini e i rappresentanti dell’Anm – ha sostenuto Berlusconi, secondo quanto fatto trapelare da alcuni presenti -. L’Anm ha garantito protezione a Fini e ai suoi uomini. Fini dal canto suo ha dato assicurazione che fin quando ci sarà lui nel ruolo di presidente della Camera non verrà fatta alcuna legge contro i magistrati”.
Il premier ha anche commentato la scelta di Fli di votare la sfiducia al governo: “Fini si è portato in un’area di non voto, un’area che non esiste – ha detto il Cavaliere a pranzo – I cattolici moderati non possono votare per Fini. Noi andremo in campagna elettorale a spiegare quello che è successo, quando la gente capirà ancora di più, Fini è destinato a sparire”. In serata Berlusconi ha smentito di avere fatto le dichiarazioni che gli sono state attribuite.
Dal canto suo, il presidente della Camera ha confermato in mattinata di non avere nessuna intenzione di dimettersi. Continuerà a essere presidente della Camera fino al termine della legislatura, nonostante le pressioni della maggioranza dopo il voto di fiducia del 14 dicembre. “Fin quando dura la legislatura continueremo a vederci per gli auguri di Natale”, ha detto Fini, in occasione degli auguri ai dipendenti di Montecitorio, smentendo le indiscrezioni di stampa che lo vorrebbero vicino alle dimissioni dalla presidenza, magari in concomitanza con il congresso fondativo di Futuro e Libertà previsto per metà gennaio a Milano. “Come passa il tempo, sono già due anni e mezzo, è già la terza volta che ci facciamo gli auguri – ha ricordato Fini – e ci vedremo anche in futuro”, perché “le istituzioni restano e gli uomini vanno, siamo pro-tempore e tutti dovrebbero ricordarselo, però – ribadisce – finché dura la legislatura continueremo a vederci per gli auguri di Natale”.
Fini continuerà quindi a ricoprire il ruolo di terza carica dello Stato, ma per lui potrebbero arrivare tempi difficili: secondo l’ex deputato di Fli Silvano Moffa, che ha votato la fiducia al governo Berlusconi, qualche finiano nei prossimi giorni potrebbe decidere di sostenere la maggioranza. “Oggi è innegabile che esiste una vasta area moderata in Futuro e libertà che credo stia patendo moltissimo una situazione che ha portato il treno di Fli in una stazione molto diversa da quella iniziale – ha detto Moffa -. C’è uno slittamento di Fli verso il Terzo polo e un’alleanza con il centrosinistra. Il progetto originario è stato snaturato, il gruppo dei finiani è diventato un’altra cosa. Ci sono persone con una storia politica simile alla mia che avvertono un fortissimo disagio, ma nessuno vuole strattonare nessuno, ognuno rifletta senza soverchianti pressioni”. Moffa si è reso promotore, insieme al leader di Noi Sud Arturo Iannaccone, di un incontro tra le componenti parlamentari del gruppo Misto che hanno votato la fiducia al governo: con la riunione di domani “prenderà corpo la terza gamba della maggioranza di centrodestra. Un gruppo che darà una risposta a quell’esigenza di stabilità numerica e politica di cui il governo Berlusconi ora ha bisogno”, ha detto Iannaccone.